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Terzo presidio lavoratori terme luigiane

Il Consigliere regionale Molinaro polemizza con l’assessore Orsomarso sulle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI –  La Regione, dice il consigliere regionale Pietro Molinaro della Lega, per legge ha il ruolo di “Vigilante” e non di “spettatore”, come ha dichiarato l’assessore Fausto Orsomarso nella sua dichiarazione rilasciata al Quotidiano del Sud nella giornata di venerdì scorso.

Mi permetto di formulare alcune osservazioni sullo specifico punto del «ruolo spettante alla Regione Calabria», dice il consigliere Molinaro. «Mi permetto di rilevare che l’affermazione “spettatore attento” è smentita dalla legge regionale n. 40/2009 e, da quanto scritto dal Direttore generale del Dipartimento Attività produttive, dott. Roberto Cosentino».

«La legge regionale n.40/2009 che si occupa delle “Attività estrattiva nel territorio della Regione Calabria” – puntualizza il consigliere – non prevede, per la Regione, il ruolo di “spettatore” ma di “vigilante” rispetto ad eventuali inadempienze del concessionario, in questo caso i comuni. L’art. 9, comma 7,  prevede, infatti, che “su iniziativa del Dipartimento Attività Produttive la concessione può essere sottoposta a decadenza, per accertate inadempienze del titolare nell’esercizio dell’attività mineraria».

«Quindi – ha concluso – la Regione ha, per legge, il compito di vigilare sul comportamento del concessionario affinché questi non commetta inadempienze e corrisponda alle finalità della concessione».

Nel suo intervento, Molinaro ricorda che le finalità delle concessioni debbono attenersi a quanto stabilisce l’art. 4 della legge 40/2009, ovvero: «razionalizzare lo sfruttamento dei giacimenti secondo un piano organico di attività produttiva che consenta il corretto utilizzo della risorsa mineraria regionale nel rispetto del preminente interesse pubblico, al quale l’attività mineraria va subordinata nella scelta delle tecniche di coltivazione e nelle dimensioni quantitative della produzione». Il testo della norma è fin troppo chiaro nel sancire che, per legge, la concessione ai comuni è finalizzata al corretto utilizzo della risorsa mineraria, ovvero delle acque termali, nel rispetto del preminente interesse pubblico. 

«Nel caso delle Terme Luigiane – precisa il consigliere Pietro Molinaro – al mancato utilizzo delle acque termali per l’erogazione delle prestazioni sanitarie, ed al loro spreco con lo sversamento nel fiume Bagni, la Regione avrebbe dovuto assolvere al suo ruolo di vigilante sulla concessione, attivando il comma 7, dell’articolo 9 della legge regionale n. 40/2009 ed il collegato Regolamento n.3/2011. Le acque termali sono un bene pubblico e la Regione, che è assegnataria della proprietà, ha il compito di vigilare affinché il bene pubblico non venga sprecato. Ben altro, rispetto al ruolo di mero “spettatore” a cui fa riferimento l’Assessore Orsomarso».

Il  consigliere ricorda, poi, che anche il dirigente generale del Dipartimento Attività Produttive, Roberto Cosentino, si è espresso allo stesso modo, «salvo poi a rimanere inerte – puntualizza Molinaro – dinanzi alle inadempienze dei comuni. Ma questa è storia di responsabilità personali, di cui si dovrà rispondere nelle sedi opportune. Il dott. Roberto Cosentino, con una sua comunicazione del 1° luglio 2021 indirizzata al sottoscritto, e per conoscenza all’assessore Orsomarso ed al presidente f.f. Spirlì, in risposta ad una mia richiesta del 3 maggio 2021, ricostruisce la vicenda delle Terme Luigiane». 

«La lettera si conclude – precisa Pietro Molinaro – con questa affermazione: “Tanto premesso, lo scrivente Dipartimento ribadisce, anche alla luce delle disposizioni normative e regolamentari operanti in materia, nonché dei preminenti interessi pubblici sottesi alla gestione delle risorse termali, la necessità che venga garantita la regolare continuità del servizio per cui l’Ente regionale ha rilasciato apposito atto di concessione ai Comuni”».

«“La Regione Calabria, secondo il dott. Roberto Cosentino, ha rilasciato con il provvedimento N. 16199 del 18/12/2019  apposito atto di concessione ai comuni – afferma nel suo intervento Molinaro – affinché “venisse garantita la regolare continuità del servizio”, e non perché i comuni ne facciano quello che gli pare. Pertanto la regione non può fare da spettatrice. Anzi, Cosentino, a nome del Dipartimento, ha ribadito anche  che alla luce delle disposizioni normative e regolamentari operanti in materia, nonché dei preminenti interessi pubblici sottesi alla gestione delle risorse termali, la necessità che doveva essere garantita la regolare continuità del servizio». 

«Così si spiegano i miei insistenti tentativi – conclude il consigliere Pietro Molinaro – di far rinsavire la Regione Calabria, rispetto alla necessità che svolgesse il ruolo che gli è proprio, ovvero garantire la continuità del funzionamento delle Terme Luigiane, l’erogazione delle prestazioni sanitarie e l’occupazione dei lavoratori. Finora non ci sono riuscito ma continuerò in questa battaglia di buon senso, prima ancora che di legalità». 

«Peccato – dicono i lavoratori – che né il Presidente f.f. Spirlì e neanche il leader della Lega, Matteo Salvini, alla ricerca quest’ultimo dei documenti della vicenda per inquadrarne i contenuti ed esprimere il suo parere, in occasione dell’incontro svoltosi il 12 luglio a Cosenza, non hanno finora fatto sentire il loro peso in materia. Eppure, quel giorno il consigliere Molinaro era accanto a loro e seguito con particolare attenzione lo scambio di opinioni, compreso il parroco don Massimo Aloia, intervenuto a difendere la causa dei lavoratori delle Terme Luigiane‚.

Un parroco di prima linea esposto oggi a lettere anonime e minacce sui social per i suoi interventi a tutela e difesa dello stato occupazionale dei lavoratori delle Terme Luigiane, al quale è giunta, dopo i consiglieri di minoranza del Comune di Acquappesa, Avolio e Ricca, anche quella del sindacato provinciale Cisl di Cosenza, esprimendo parole di sdegno. «Don Massimo Aloia è un esempio, un uomo di chiesa che difende chi è in difficoltà», ha dichiarato la Cisl in una sua nota. «La sua storia, il suo fare quotidiano nell’aiutare i poveri, deve essere un esempio per tutti».

La nota della Cisl prosegue affermando che la chiusura degli stabilimenti termali rappresentano un paradosso. L’acqua delle sorgenti oggi viene buttata, sprecata nel fiume, ritornando a confermare la validità dell’accordo sottoscritto dalle parti l’8 febbraio 2019 presso la Prefettura di Cosenza. In quel verbale erano presenti tutti gli elementi legati all’occupazione ed all’erogazione di quelle prestazioni sanitarie per la tutela della salute dei calabresi. 

«La Cisl ritiene – si precisa nel documento – che la Regione Calabria, proprietaria delle acque, abbia la responsabilità di intervenire per trovare una soluzione al mancato accordo tra Azienda e Comuni».

La nota sindacale prosegue, poi, nel chiedere al Commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, di intervenire, considerato che ha giacente nelle casse dell’azienda sanitaria un finanziamento di 2.300,00 milioni di euro destinati alle Terme Luigiane dall’Assessorato alla Sanità della Regione Calabria, per garantire le migliaia di cure dei calabresi e non, che ogni anno son venuti alle Terme Luigiane.

«Su questo la Cisl – è scritto nel documento – chiederà, chiarimenti rispetto a questo silenzio ingiustificato da parte dell’Asp di Cosenza. La Cisl continuerà la lotta in difesa di questi lavoratori e come si dice in questi casi: “Siamo tutti don Massimo».

«Francamente, di peggio non si poteva fare – conclude la nota del sindacato Cisl – lavoratori senza lavoro e cittadini senza prestazioni di cure termali».

Un pessimo viatico per il presidente f.f. Spirlì durante questa ormai dentro campagna elettorale che si è aperta per la scelta del nuovo Consiglio regionale ed un nuovo Presidente della Giunta.

«Il suo immobilismo – dicono i lavoratori – peserà molto come quello anche dell’Assessore Orsomarso se farà parte della competizione elettorale come sembra». (fb)