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Agresta

Il cordoglio dell’Ass. “G. Vercillo” per la comparsa di Giovanni Agresta

L’Associazione Teatrale “Giovanni Vercillo”di Lamezia Terme ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa dell’amico Giovanni Agresta, compagno di vita di Lidia Macrì, attrice storica del gruppo.

«Un pensiero – si legge in una nota – che non si pone come mero messaggio di cordoglio, ma come una richiesta di scuse per tutte quelle volte che non si è sorriso alla vita, così come testimoniato se pur nella sofferenza, da Giovanni». 

«Uomo di sport, già giocatore ed allenatore del Sambiase Calcio – ricordano gli Amici del gruppo teatro G. Vercillo – Giovanni, provato da una lunga malattia, non ha mai lasciato che malumore e dolore potessero rubargli la bellezza di un sorriso fra amici, di una stretta di mano, di una battuta con il suo straordinario humor.  Oggi, nella sofferenza della morte, ricordiamo un autentico esempio di vita. La sua saggia ironia era sussurrata con voce mite e silenziosa, riflesso del suo essere umile e caritatevole. Sempre pronto a far sorridere, è rimasto dietro le quinte vivendo però, non da spettatore ma da attore protagonista».

«Marito, padre e nonno amorevole – continua la nota – Giovanni ha affrontato gli ostacoli senza lamentarsi della sofferenza, ma lasciando che la speranza e la fede tracciassero il suo cammino. Lo sport lo ha visto da protagonista prima, educatore durante, sostenitore sempre. Ha fatto alzare al cielo tante coppe, e gioiva nel vederlo fare agli altri, e non nell’averne lui una, fra le mani.  Oggi, la nostra compagnia perde un fedelissimo fan, presente ma non invadente, sostenitore ma critico, amico ma attento osservatore. Vogliamo che tutti conoscano il testamento spirituale che ci ha lasciati Giovanni, un inno alla vita, rallegrandoci per ogni istante vissuto, senza polemiche e senza quella rabbia che corruga la fronte e ferisce il cuore». 

«Le porte del paradiso – continua la nota – si sono subito spalancate per lui, perché siamo certi che anche nell’ultimo istante, ha ringraziato il Signore, gioendo per la vita a lui concessa. Nella forza di Lidia e della figlia Maria Rosaria, se pur coscienti del dolore, ritroveremo il suo sguardo sorridente.“La vita è come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è recitata” e lui, ne è stato un mattatore. Grazie Giovanni, per averci ricordato che l’unica cosa importante nella vita sono le tracce dell’amore che lasciamo quando partiamo”».

«Lo salutiamo – conclude la nota – nel nome dell’amicizia che ci lega a lui, ed in San Francesco, alla cui scuola è diventato cristiano minimo, ultimo nella forma e massimo nell’amore». (rcz)