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Le condizioni di Bianca Rende per realizzare il nuovo Ospedale di Cosenza nell'ottica della cooperazione

Il punto di Bianca Rende e del suo gruppo sulla Città Unica

di FRANCO BARTUCCIIl gruppo politico “Cosenza Cresce Insieme”, che fa capo alla consigliera e capogruppo comunale, Bianca Rende, che l’ha sostenuta alle ultime elezioni amministrative di Cosenza, si è riunito per trarre un bilancio sul loro operato all’interno di Palazzo dei Bruzi a tutela dello sviluppo della città e del suo territorio di appartenenza.  

Sentita la reazione introduttiva, curata dalla stessa Consigliera Bianca Rende, si è svolto un accurato dibattito, in cui i partecipanti hanno affrontato anzitutto il tema legato al disegno del consiglio regionale della città unica, concordando alla fine la stesura di un documento di sintesi sui temi affrontati, mettendo in rilievo che lo stesso Gruppo si è espresso per primi nel così detto “campo largo” a difendere le ragioni della Città unica, con la soddisfazione di vedere oggi convergere sulla stessa posizione critica costruttiva gli organismi e gli eletti del PD locale e regionale.

«Un risultato politico – si precisa nella nota – che si aggiunge ai risultati concreti raggiunti dalla nostra Lista civica come quello di essere stati determinanti nella elezione del Sindaco, al secondo turno; di avere difeso l’autonomia istituzionale del Consiglio comunale nella elezione del Collegio-revisori dei conti e di avere difeso le sue osservazioni e quelle della Corte dei conti per cui si è giunti, ora e finalmente, a un equilibrio di bilancio che consente di fare di più; di avere denunciato il prevedibile fallimento dell’Amaco; di esserci battuti per la sopravvivenza della Biblioteca civica; difeso i contribuenti nel rapporto con il concessionario per la riscossione dei tributi e proposto per primi modifiche in senso equitativo al regolamento, valorizzato i contatti e l’apporto del volontariato per l’assistenza agli ultimi;  introdotto il sorteggio casuale e democratico per gli scrutatori, mantenuto un rapporto preferenziale col Sindacato e le sue manifestazioni, per non parlare anche del lavoro diuturno di contatti personali e presenza sulla stampa e i media locali».

Un documento in cui non mancano i saluti e i ringraziamenti a coloro che, malgrado questi ragguardevoli risultati, «hanno fatto altre scelte distanti da una coerenza – si precisa nella nota – che abbiamo inteso e intendiamo rispettare. Per quanto ci riguarda, non possiamo permetterci il lusso del pessimismo e dobbiamo continuare a batterci, con serietà e autonomia, per tutta la durata di questa Consiliatura, per fronteggiare il declino della democrazia locale rispettando e onorando la fiducia degli elettori e sperando nel tempo più maturo che giungerà di combattere l’astensionismo di tanti elettori delusi da questa gestione della Repubblica e delle autonomie locali, per la scarsa qualità della classe dirigente».

Già in precedenza nei giorni scorsi la consigliera Bianca Rende era intervenuta favorevolmente sulla nuova posizione espressa dal Pd cosentino in merito la questione della Città unica aperta al confronto serio e responsabile, su quello che potrà essere il futuro dell’area urbana e dei suoi molti driver di sviluppo.

«A leggere le parole del direttivo di circolo, come quelle del suo segretario provinciale, sembra – è il pensiero di Bianca Rende – finalmente tramontata la stagione degli anatemi, sostituita da uno sforzo per centrare l’obiettivo e consentire una procedura più partecipata, senza la solita presunzione di fare camminare la società civile sotto gli ordini di un potere autocratico utilizzando le carte bollate a discapito della Politica. Il documento è un passo avanti verso la comunità altrimenti “invisibile” rendendola determinante con un referendum non solo consultivo, salva poi la competenza autonoma della Regione di prendere atto dei risultati e di modificare o meno la procedura finora seguita senza perdere di vista l’obiettivo prioritario di una crescita urbana e istituzionale nell’area».

«Finalmente acquisita la consapevolezza, almeno così sembra, che il ruolo dei grandi partiti democratici, liberali e socialisti – ha dichiarato ancora Bianca Rende – sia adesso quello di dialogare prima di decidere cogliendo “l’attimo fuggente”». 

«Penso sia il tempo che le parti non solo istituzionali, ma anche politiche si incontrino, per passare all’operatività di quel primo tavolo bypartisan, già costruito con l’iniziativa del gruppo che guido, agli albori del processo legislativo regionale. Senza enfasi o retorica, ma con la piena consapevolezza della responsabilità che ci investe, davanti ad una forte crisi della rappresentanza elettiva, penso che sia questo – ha concluso Bianca Rende – il tempo di spogliarsi degli interessi e logiche partitiche e dalla loro comprensibile ansia elettorale, per individuare insieme un percorso costituivo a tappe forzate, che rispetti i canoni della partecipazione e porti all’unanimità politica sul risultato da raggiungere, che rimane la costruzione di una più autorevole rappresentanza della città, per cui ciascuno possa trovare nuove condizioni indotte di benessere e nuove migliori opportunità di crescita e di lavoro».

Al di là delle analisi e delle discussioni in corso di svolgimento sul disegno di legge della “Città unica” che da più parti si interviene, resta da chiarire con urgenza, prima di compiere un aborto che costituirebbe una “piaga” insanabile per l’intero territorio e la società che vive in quell’area, di guardare con attenzione all’alta considerazione di inserire nel progetto il comune di Montalto Uffugo, in quanto ha nel suo territorio di Settimo tre punti chiave fondamentali per la nascita della “Grande Cosenza”, che sono: la stazione ferroviaria sul tracciato Cosenza/Paola/Sibari, parte integrande del nuovo corso disegnato per l’alta velocità Salerno/Reggio Calabria; il secondo svincolo autostradale a Nord di Cosenza; gli insediamenti strutturali su circa 80 ettari di terreno dell’Università della Calabria, previsti dal progetto Gregotti, per la quale sono stati previsti i due punti indicati in precedenza. A meno che non si ha interesse al suo completamento, che in tal caso la storia ne condannerebbe il comportamento di questa attuale classe politica che non ha riferimenti storici da tutelare.  (fb)