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L'OPINIONE / Elisabetta Barbuto: «Imprenditori di Cutro, quando gli esempi valgono più delle parole»

IL RICORDO / Elisabetta Barbuto: Due anni fa l’alba terribile a Cutro

di ELISABETTA BARBUTOIn genere l’Alba viene utilizzata da chi scrive come metafora per evocare nuovi inizi. Una speranza nel futuro dopo una notte buia e burrascosa quale la vita può essere in alcune circostanze. Ma l’alba del 26 febbraio 2023 sulla spiaggia di Steccato di Cutro non ha regalato un nuovo inizio alla vita.

Ha regalato morte, disperazione, buio e dolore, tanto dolore. Negli occhi e nel cuore di tutti restano le immagini di quelle onde gonfie e grigie che portavano a riva i resti dell’imbarcazione del migranti ed i corpi, tanti, troppi, corpi di uomini, donne e bambini che l’alba non l’avrebbero vista mai più. E non solo in senso metaforico. In senso tragicamente reale, come testimoniarono tristemente nei giorni successivi le bare che si andavano allineando nel palazzetto dello sport di Crotone. 

Sono passati due anni. Crotone fa memoria delle vittime innocenti di quell’alba terribile. Ma la memoria non basta. Perché la memoria dovrebbe aiutare tutti noi ad intraprendere una strada diversa. Dovrebbe aiutare a tendere la mano a chi soffre, a chi scappa dalle guerre, a chi scappa dalla miseria. Dovrebbe ricordarci  che accogliere chi soffre, giorno per giorno, non è un segno di debolezza, ma al contrario, è l’essenza della vera Umanità. Dovrebbe insegnarci che i muri si abbattono per accogliere e non si costruiscono per respingere.

Ma di questo messaggio i soccorritori del 26 febbraio e la tanta gente semplice che in quei giorni si è prodigata per aiutarli, non avevano allora e credo, neanche oggi, abbiano necessità. Loro lo sanno bene. Perché hanno vissuto, sofferto, pianto insieme ai superstiti aspettando che il mare restituisse la vita o la morte. E sono esperienze che non si possono davvero dimenticare.

Altrettanto non si può dire di tutti coloro che in questo triste scenario nazionale e internazionale che si va delineando con estrema brutalità , facendo leva sulla paura del diverso, del migrante invasore e delinquente, seduti comodamente sulle loro poltrone ed ignorando la sofferenza delle persone, pontificano di respingimenti, di chiusure, di inseguimenti per l’intero globo terracqueo dei trafficanti umani  e costruiscono ghetti, addirittura fuori dal territorio italiano, che dovrebbero essere l’anticamera dei rimpatri verso i loro paesi “sicuri”, senza se e senza ma, se non fosse per la Magistratura che ci ricorda con le sue decisioni come l’Italia sia ancora, fino a prova contraria,  uno Stato di diritto. Altro che decisioni politiche. 

Come non restare basiti, poi, difronte alle immagini di quegli uomini in catene, come nelle aule dei nostri processi penali tanti anni fa o nelle piantagioni di cotone negli stati confederati americani, in fila sulle scalette degli aerei pronti a partire per renderli al loro inferno?  Peccato che non siano filmati “storici” ma immagini recenti di paesi  che fino a ieri simboleggiavano la Libertà.

E peccato anche che ci sovvengano altre immagini, purtroppo tutte nostrane. Quelle di un migrante per diletto in Europa che rientra, senza catene e con un volo di Stato, nel suo Paese, accolto dai suoi come un trionfatore, e magari pronto a ritornare alle sue quotidiane attività in barba alla Corte Penale Internazionale e al grido terribile di denunzia, ed inascoltato, di coloro che hanno ricevuto le sue attenzioni.

Noi del Movimento 5 stelle di Crotone vogliamo ricordare. Oggi, come allora, e sempre il nostro pensiero va alle vittime innocenti del 26 febbraio con la speranza che l’ Alba torni ad avere il significato di un nuovo inizio. Per l’Umanità. 

[Elisabetta Barbuto è Coord. Prov. M5S Crotone – Gruppo Territoriale M5S Crotone]