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Aula scolastica deserta

Il Tar boccia l’ordinanza di Spirlì: Le Scuole riaprono in Calabria

In Calabria, a partire da domani, riaprono le Scuole. Lo ha stabilito il Tar che ha bocciato l’ordinanza del presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, con cui imponeva la chiusura, per due settimane, di tutte le Scuole in Calabria e «fissa per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 14 aprile 2021».

Nel decreto firmato dal presidente Giancarlo Pennetti, viene ricordato che «come già ripetutamente affermato da questo Tribunale, il potere di cui all’art. 32 della legge n.833/78, richiamato nell’atto impugnato è riservato, quanto al suo esercizio, a casi eccezionali e imprevedibili di pericolo di lesione imminente e grave ed è – anche nel vigore del nuovo Dpcm del 2/3/21 – limitato ulteriormente dal legislatore nazionale ai soli casi in cui sia necessaria una risposta urgente a specifiche situazioni che interessino il territorio regionale, situazioni che per l’evolversi del virus non siano state già apprezzate ed amministrate dall’Autorità governativa e con limitazione di efficacia temporale di tali interventi sino alla adozione del successivo Dpcm».

Viene sottolineato, inoltre, che «la normativa statale (art. 43 Dpcm cit.) contempla esclusivamente per le aree in zona rossa la sospensione delle attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado in presenza prevedendone esclusivamente la prosecuzione con modalità a distanza laddove la Calabria, nel quadro classificatorio stabilito a seguito dell’art. 1 del D.l .n.15/21 è collocata in zona gialla dal 29/1 u.s. per la quale resta confermata la didattica in presenza delle attività scolastiche, oltre che -giova ricordarlo- gli esercizi commerciali (bar, ristoranti) e le attività produttive».

Inoltre, nel decreto viene detto che «la giustificazione del potere esercitato dal Presidente della Regione avrebbe semmai dovuto trovare fondamento in un quadro epidemiologico orientato nettamente verso un peggioramento dei parametri di cui tenere conto e del cui conseguente accertamento l’istruttoria procedimentale avrebbe dovuto farsi carico e di cui la motivazione del provvedimento avrebbe dovuto dare contezza».

«Il trend di aumento dei contagi in Calabria – si legge nel Decreto –è al momento considerevolmente inferiore rispetto a quello nazionale riferito alla medesima settimana sopraindicata e pertanto non costituisce dato sopravvenuto rispetto alle valutazioni di cui al Dpcm mentre il fatto che in alcuni specifici territori (province di Vibo Valentia e Reggio Calabria) la proporzione di nuovi casi sia il doppio della media regionale (comunque sempre lontana dalla media nazionale), a tutto voler concedere potrebbe giustificare al più interventi mirati su comuni di quelle aree e non la chiusura dell’intero sistema di istruzione calabrese».

Per Carlo Tansi, leader di Tesoro di Calabria, la bocciatura del Tar dell’ordinanza di Spirlì «più che lasciare stupefatti, comincia a far indignare ogni cittadino di questa nostra amata terra non schierato con lo stesso presidente facente funzioni».

«Già, proprio lui – afferma il fondatore di Tesoro Calabria – il ‘Mago Spirlì’, come lo chiamano molti ormai, ossia uno dei soggetti preferiti dal geniale comico Maurizio Crozza che con la sua imitazione ha toccato ascolti-record nell’edizione 2020/2021 della fortunata trasmissione. E del resto la situazione in Calabria comica lo è davvero. Da circa sei mesi. Purtroppo, aggiungerei io, auspicando pure che non diventi tragica».

«Si badi bene, però – ha aggiunto –. Non mi riferisco di certo agli aspetti folkloristici di Mago Spirlì, ovvero sull’abbigliamento indossato o le frasi dialettali pronunciate, considerato come per me potrebbe andare vestito anche da Cappuccetto Rosso o parlare in aramaico se solo il ‘presidente sostituto’ sapesse risolvere i tanti guai della regione o almeno contribuisse in modo decisivo a farlo».

«E invece niente – ha proseguito –. La sua incapacità è proverbiale. Pensate ad esempio al caso, anzi alla telenovela di infima qualità, ‘scuole chiuse’. Un provvedimento che, sia chiaro, in linea di principio come misura antiCovid potrebbe addirittura starci. Ma se dall’astrazione di ragionamenti senza ‘carte alle mani’ si passa alla concretezza di dati che ci raccontano di un miserrimo 0.4% – no, non ho sbagliato, ribadisco lo 0.4 – di personale della scuola vaccinato a fronte del quasi 69% della Toscana – prima in Italia in tale speciale graduatoria – e, udite udite, del quasi 63% della Puglia, la migliore al Sud e seconda a livello nazionale, allora la prospettiva cambia. Eccome se cambia. Anzi forse si ribalta. Succede infatti che, presentandosi con numeri e percentuali del genere, la chiusura diventa una strada probabilmente obbligata per coprire ben altre magagne e responsabilità».

«La Calabria – ha detto ancora Tansi – la nostra sanità, la nostra salute – ma anche l’organizzazione del Recovery Plan e, quindi, il futuro dei nostri figli – fino a metà ottobre (periodo delle elezioni) saranno in balia di Mago Spirlì. Spero che i calabresi non dimentichino Spirlì e le sue tragicomiche farse nel segreto dell’urna, quando rischieranno di votare questi soggetti non solo di destra (come Spirlì), ma anche di sinistra. Perché tra i partiti di questa destra e di questa sinistra non c’è alcuna differenza: fanno tutti parte del grande PUT (Partito Unico della Torta). I calabresi hanno un’unica efficacissima arma a disposizione che si può riassumere con l’hashtag #puniamoliconilvoto”!».

«Ma il problema della Sanità calabrese – ha dichiarato Tansi – non è soltanto Spirlì. Spiace constatare come sul fronte del contrasto all’impatto clinico, ma anche socioeconomico, generato dalla pandemia, anche il commissario straordinario alla Sanità calabrese Guido Longo abbia collezionato una serie di ritardi, inefficienze e decisioni discutibili, fra cui le vicende, ancora tutte da chiarire, delle dosi di vaccino sparite nel cosentino; del caos nelle procedure di somministrazione a Reggio e dei dati falsi sempre riguardo ai malati del terribile Virus. Di male in peggio, insomma».

I parlamentari del Movimento 5 Stelle, Alessandro Melicchio, Laura Ferrara, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Giuseppe Fabio Auddino e Massimo Misiti hanno dichiarato che «siamo, quindi, di fronte all’ennesimo atto che conferma l’incapacità amministrativa del Presidente facente funzione, che si ritrova in quel posto non perché eletto dai cittadini calabresi e che continua ad inventare provvedimenti che non sa scrivere e che non è legittimato ad adottare».

«Ormai – hanno proseguito – è una regola che le ordinanze di questo Presidente per caso, per sfortuna della Calabria, vengano bocciate dalla magistratura. Questo va a scapito della formazione degli studenti: così facendo le scuole non riescono ad organizzare a dovere le loro attività, con grande difficoltà dei genitori ad adeguarsi a questi continui cambi in corsa. D’altronde è evidente – continuano i parlamentari pentastellati – l’oscurantismo culturale leghista. Non capiscono che la formazione è un diritto costituzionale, la scuola è l’elemento centrale per la vita di una comunità ed è necessaria – in tutta sicurezza – a dare strumenti culturali che sono fondamentali».

«Il Presidente f.f. si limiti, quindi – hanno proseguito – ad attuare i provvedimenti nazionali e solo gli atti necessari, urgenti, dovuti o costituzionalmente indifferibili. La smetta di giocare con il suo ruolo tirando fuori colpi di mano senza averne la competenza e neppure la capacità di scrivere i provvedimenti in maniera conforme alla legge. La scuola rappresenta il nostro futuro, attraverso la formazione dei nostri ragazzi, non la si può utilizzare per alimentare uno scontro politico».

«Dobbiamo liberarci al più presto di questa classe politica indecente, e lo faremo alle prossime elezioni regionali – hanno concluso i 5 stelle – perché la Calabria è stanca di avere amministratori incapaci di svolgere il loro lavoro».