di FRANCESCO RUSSO – La questione centrale per lo sviluppo sostenibile, e cioè economico, sociale ed ambientale della Calabria e del Sud è oggi l’Alta Velocità Ferroviaria.
Impatti sulla sostenibilità
Per chiarire i benefici economici e sociali che una linea ad Alta Velocità (AV) a 300 km/h produce in un territorio è sufficiente richiamare i risultati relativi ai 10 anni di esercizio dell’AV in Italia. Risulta che nei territori che hanno l’AV, il Pil è cresciuto negli ultimi 10 anni di 7 punti percentuali in più rispetto ai territori che non hanno l’AV, e ciò sia nelle regioni del Sud che in quelle del Nord: più precisamente una crescita del Pil tra il 6 ed il 12% in più nei 10 anni. È necessario ricordare che il Pil della Calabria cresce di poco meno dell’1% anno, la realizzazione di una vera AV farebbe raddoppiare la crescita annua del Pil.
Inoltre da recentissimi studi, svolti in Europa ed in Asia, emerge che l’AV genera una redistribuzione della occupazione verso le zone con più alta disoccupazione, con un effetto di forte recupero per le aree in ritardo di sviluppo. Per gli impatti ambientali è importante richiamare che tutti gli studi fatti a livello internazionale dimostrano che l’impatto dell’AV, in termini di impronta di carbonio, è un decimo del trasporto aereo per passeggero trasportato sulla stessa distanza. Cioè muovendosi dalla Calabria verso Roma in aereo si produce 10 volte più gas serra rispetto a muoversi con l’Alta Velocità.
Questi risultati estremamente positivi che riguardano tutte le componenti dello sviluppo sostenibile, hanno portato alla crescita a scala internazionale delle linee di AV: oggi ci sono 70.000 chilometri di linee in esercizio e 70.000 pianificate o in corso di costruzione.
I tracciati e i tempi di percorrenza
L’approccio italiano nei primi anni dei XXI secolo, in accordo con il corridoio Berlino-Palermo progettato dall’Europa, era quello di realizzare una linea di AV che attraversasse tutto il paese da Nord sino a Palermo. Nel 2009 sono entrate in esercizio le linee AV Roma-Napoli e Napoli-Salerno, ed è stata completata la AV Milano-Roma. Questi fatti conducevano quindi alla conclusione che si sarebbe realizzata immediatamente l’AV Salerno-Reggio Calabria e l’AV Messina-Catania-Palermo. Così non è stato. La situazione è profondamente cambiata a causa delle decisioni che hanno preso il Ministero dei Trasporti e dalle Ferrovie riguardo l’AV in Sicilia e in Calabria ed il loro raccordo con l’Attraversamento Stabile.
Il primo grave cambiamento riguarda il tratto da Reggio a Salerno e quindi il collegamento con Roma. Collegandosi al sito ufficiale del dibattito pubblico per l’Alta Velocità Salerno Reggio Calabria, si vede che il tempo migliore ottenibile con la proposta attuale del Governo per il percorso Roma-Reggio è di 3 ore e 40 minuti. considerando Villa un poco prima di Reggio, si può stimare un Roma Villa in 3 ore e 30 minuti, pari a 210 minuti, e non 2 ore e 45 come potrebbe ottenersi con un tracciato non a zig-zag come quello che sta portando avanti il Ministero con Ferrovie. Peraltro, come dimostrato nella letteratura scientifica per raggiungere tutti i capoluoghi della Calabria si impiegherà più tempo con il progetto ministeriale, rispetto al tracciato diretto tirrenico.
Nello specifico risulta poco credibile andare da Battipaglia in direzione Potenza e poi a metà strada (Romagnano) tornare verso il Tirreno. Il corretto tracciato dovrebbe evitare questa zeta collegando direttamente Battipaglia con Praia, poi Lamezia con una stazione AV sotto l’aeroporto.
Una corretta pianificazione dovrebbe prevedere una linea AV Jonica che da Battipaglia vada a Potenza e poi a Metaponto sullo Jonio, arrivando poi a Sibari. Realizzando quindi la stazione dell’AV in connessione con la linea Jonica da Crotone. In questo modo tutte le aree Joniche della Puglia, della Basilicata e della Calabria sarebbero integrate nel sistema di AV senza alcun zig-zag. Tutti i territori jonici avrebbero una forte prospettiva di sviluppo sostenibile.
Il secondo cambiamento riguarda la Sicilia. Tutte le fonti ufficiali riportano che a lavori finiti (con oltre 10 miliardi di spesa) il tempo tra Catania e Palermo sarà di 2 ore. La domanda è: perché per una distanza uguale, cioè circa 200 chilometri, tra Roma e Napoli Afragola si impiega un’ora e tra Palermo e Catania il doppio?
Per la Catania Messina a lavori finiti le fonti ufficiali dicono che il tempo sarà di 45 minuti. Anche qui perché, dato che la distanza è di 90 chilometri, si impiega quasi lo stesso tempo necessario a percorrere i 200 chilometri tra Napoli e Roma?
Alla fine il tempo totale sulla Palermo-Catania-Messina sarà di 165 minuti (120+45).
In sintesi in Sicilia si sta realizzando una ferrovia convenzionale e non una AV, ed in Calabria si sta realizzando, unico caso nel pianeta su 140.000 chilometri di linee, una linea AV che invece di ridurre la lunghezza rispetto al tracciato esistente la aumenta, passando da 393 chilometri a 445. In tutta Italia e in tutto il Mondo quando si realizza una linea AV che colleghi due città che stanno agli estremi, la lunghezza dell’AV è inferiore rispetto alla convenzionale esistente. Di solito la riduzione è del 10%. Cioè dai 393 chilometri attuali si dovrebbe passare a 350 chilometri. Invece Ministero e Ferrovie hanno deciso che la lunghezza aumenterà e sarà di 445, con il placet dei Ministri che si sono succeduti negli ultimi Governi.
I costi e i passeggeri potenziali
I costi ad oggi stimati tra AV e Ponte sono più di 50 miliardi. Con questi soldi alla fine si otterrà un tempo complessivo da Roma a Palermo di 393 minuti (165+ 210+ 18 minuti di Attraversamento), cioè 6 ore e 33 minuti. Da tutti gli studi e le ricerche svolte a livello mondiale emerge che la domanda (cioè il numero di passeggeri potenziali) per l’AV cresce in modo deciso, per percorrenze inferiori a 3 ore, sottraendo all’aereo ed all’auto. La domanda continua a crescere sino a percorrenze di 5 ore. Al di sopra delle 5 ore la domanda AV diventa residuale o zero.
Stessi limiti temporali si hanno per le crescite significative di PIL, al di sotto di 3 ore la crescita è massima, tra 3 e 5 è significativa, al di sopra di 5 è del tutto residuale.
Quindi con una spesa di oltre 50 miliardi (Progetto di Ministero e Ferrovie), nessuna città metropolitana sarà sotto le 3 ore, Reggio e Messina saranno nella fascia intermedia mentre Catania e Palermo avranno benefici scarsissimi o nulli. Situazione ben diversa si avrebbe se i progetti venissero modificati riprendendo quelli proposti tra il 2000 ed il 2010. Si avrebbe Reggio e Messina a 3 ore, Catania e Palermo sotto 5 ore, quindi con un impatto formidabile sul Pil della Calabria e della Sicilia, e su quello della Campania, della Basilicata e della Puglia.
Per la Salerno Reggio basta tornare ai progetti fatti tra il 2003 ed il 2008, con un tracciato che accorcia le percorrenze rispetto alla linea convenzionale esistente. In questi mesi si è svolto il dibattito pubblico per la Battipaglia-Romagnano, definita dal Ministero il primo tratto della Salerno-Reggio Calabria. Peccato che Romagnano si trovi più a Nord di Battipaglia, mentre tutti sanno che Reggio Calabria si trova più a Sud. Cioè per andare da Battipaglia a Reggio Calabria, invece di andare verso Sud, con il progetto del Ministero e delle Ferrovie si andrà verso Nord. Rimane qualche perplessità nel vedere che nessuna delle due Regioni interessate, Calabria e Sicilia, abbiano evidenziato questa incongruenza.
Il tema dell’AV a 300 km/h, su un tracciato da AV, viene posto con forza da associazioni culturali, datoriali, sindacali, alcuni parlamentari nazionali e regionali hanno cominciato a porre la questione di una reale AV al Governo centrale.
La vera Alta Velocità ferroviaria è la grande infrastruttura necessaria per cambiare la storia della Calabria e del Sud. (fr)
[Francesco Russo è prof. all’Università di Reggio Calabria]