LO SCIPPO AI DANNI DEL SUD, LA SANITÀ, L'AUTONOMIA DEL NORD: SOLITE SCENE DI VITA ORDINARIA IN CALABRIA;
Indignazione

L’indignazione pane quotidiano dei calabresi, ma i politici, sdegnati, poi non fanno nulla…

di SANTO STRATI – Il sindaco di Villa San Giovanni ha scritto su FB un condivisibilissimo post contro l’indignazione quotidiana: «Scusate – scrive Giovanni Siclari – ma stiamo assistendo all’indignazione dei Governatori del Veneto e della Lombardia in quanto non si vuole passare l’autonomia regionale (giustamente) a discapito delle regioni del Sud.  Ma dove sono i Governatori delle regioni del Sud, che dovrebbero gridare la loro INDIGNAZIONE per l’ennesimo scippo che si vuole perpetrare a nostro danno?».

Già, l’indignazione, pane quotidiano dei calabresi, che ogni giorno hanno mille motivazioni per gridarla ai quattro venti, peccato che nessuno li stia ad ascoltare. Siamo arrivati alla frutta e le uniche schermaglie che i politici della regione – consiglieri di Palazzo Campanella o deputati e senatori, ma anche amministratori locali –  portano avanti (a parte piccolissime e lodevoli eccezioni di cui abbiamo già detto in molte occasioni) hanno tutte soltanto sapore elettoralistico. Qualunque notizia o sopruso ai danni dei calabresi diventa pretesto per fare campagna elettorale, ma raramente occasione per trasformare sdegno e indignazione in qualcosa di concreto. Guardate quanti provvedimenti che hanno a che fare con la Calabria sono stati firmati dai nostri parlamentari: se non avete voglia di spulciare i dati di Camera e Senato, cercate su Calabria Live, è tutto  documentato nella sezione Calabria Parlamento. Pochi, pochissimi, tanto i calabresi sono abituati alla rassegnazione…

Se togliamo la strenua battaglia del sen. Marco Siclari per combattere la malasanità in Calabria e l’impegno di Francesco Cannizzaro (entrambi di Forza Italia) per l’aeroporto di Reggio e l’Hospice, non riusciamo a vedere iniziative degne di considerazione. In altra occasione abbiamo indicato Siclari-Cannizzaro ricordano il duo Mancini-Misasi, due cavalli di razza che hanno trasformato Cosenza, un’accoppiata (felice per i cosentini) che ha fatto tanto anche per la Calabria, ma allora la politica era una cosa seria. E oggi? È decisamente imbarazzante il prevalere dell’incapacità e dell’incompetenza e il continuo ricorso ai commissariamenti nei partiti calabresi esprime chiaramente anche il livello di litigiosità che raggiunge valori inimmaginabili. E la Calabria affonda, inesorabilmente, e non basteranno tre-quattro-cinque politici di razza per salvarla se non si cambia decisamente registro.

Un esempio? La battaglia si fa per conquistare la Cittadella regionale (a novembre?, a febbraio? conta la data più “opportuna” per i propri obiettivi, non il fatto che la Regione è allo sbando e sarebbe il caso di cambiare strategia). Si fa battaglia per il rinnovo di Città Metropolitana e Comune a Reggio (ma la città è anch’essa allo sbando, basti solo la vergogna del Lido comunale di cui ci si ricorda di fare la ristrutturazione in piena estate); si commissaria il PD a Crotone (ma esiste ancora il PD in Calabria?), si litiga per i numeri del Comune di Cosenza o per la spartizione del potere a Catanzaro. Ce n’è per tutti i gusti e crediamo che il sentimento più diffuso sia appunto l’indignazione che, speriamo, prima o poi sradicherà la rassegnazione e farà capire a chi non vuole intendere che così non si va più da nessuna parte.

In tutto questo sconfortante quadro, da tenere a mente che in Consiglio dei Ministri si discuterà di regionalismo differenziato e che sul “niet” dei grillini si gioca il futuro del governo legastellato. Possono regalare una paccata di voti a Salvini, votando per l’autonomia (Veneto, Lombardia ed Emilia farebbero festa pagando in termini elettorali il tributo dovuto), ma probabilmente i pentastellati lo hanno capito e respingeranno con mille pretesti il disegno salviniano dell’autonomia.

Per la Sanità è scoppiata in questi giorni l’altra grana dei soldi “rubati” alla Calabria per le cure nelle altre regioni: si parla di centinaia di milioni dirottati al Nord. Lo ha confermato il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi rispondendo a un’interpellanza urgente dei deputati grillini Dalila Nesci e Francesco Sapia. Gli stessi che hanno difeso strenuamente il decreto Sanità Calabria. Ma dov’erano i parlamentari calabresi (di tutti i partiti) quando la “mobilità passiva” (i pagamenti alle altre regioni per prestazioni sanitarie ai calabresi) veniva chiaramente gonfiata a dismisura? Possibile che lo sdegno duri lo spazio di un’interpellanza, perché poi le “questioni” più importanti siano altre?

No, da calabresi non ci stiamo più. Chiediamo, vogliamo, esigiamo attenzione, capacità e competenza. L’invito è aperto a tutti, ma, per favore, senza fare campagna elettorale. I calabresi si sono davvero rotti le scatole. (s)