Per il massmediologo Klaus Davi, «la chiusura della Calabria è una carognata. Se, poi sommata alla proroga del commissariamento della sanità regionale, diventa un doppio colpo basso».
«Intendiamoci – ha spiegato Davi – sono favorevole ai provvedimenti del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e non c’era alternativa come nel caso della Lombardia (regione in cui vivo e travolta dal virus) e del Piemonte. Ma colpendo la Calabria, al momento con un tasso di contagi infinitamente inferiore rispetto alla Campania, con un doppio affondo – il lockdown e commissariamento della Sanità – la si condanna alla definitiva morte economica».
«Lo Stato in Calabria – ha proseguito Davi – ha fatto e fa molti disastri e, da anni, spedisce gente non all’altezza per affrontare le emergenza, poi incolpa i calabresi attraverso ambigue interviste di esponenti – o ex – dell’esecutivo, di mafiosità».
«Ma mi domando – ha concluso – dove sono i consiglieri regionali, i sindaci, i deputati e i senatori? Perché non vanno a Roma? Perché non occupano pacificamente il Parlamento? A cosa serve che restino a Catanzaro?». (rrm)