Pur con le ristrettezze di pubblico imposte dall’emergenza Covid, la XI edizione del Premio Cassiodoro il Grande, quest’anno trasferita a Roma nella splendida Basilica di Santa Maria in Trastevere, ha suscitato grandi emozioni e interesse verso uno straordinario personaggio che merita la massima attenzione. Su Cassiodoro da oltre dieci anni si sono riversati l’impegno e sforzi non comuni di don Antonio Tarzia che all’eclettico personaggio di Squillace del VI secolo ha intestato l’associazione omonima e il Premio ormai diventato un riferimento importante oltre i confini calabresi.
La cerimonia di consegna dei cinque riconoscimenti previsti quest’anno è stata preceduta da un dibattito sull’opera enciclopedica (oltre 3500 pagine in sei volumi) che mons. Antonio Cantisani, vescovo emerito di Catanzaro-Squillace ha dedicato alla traduzione dei salmi di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro. Un incontro di cultura teologica che ha visto la partecipazione del cardinale Gianfranco Ravasi, dello stesso mons. Cantisani, e del prof. Andrea Riccardi moderati dal prof. Marco Impagliazzo.
Poi la cerimonia di consegna dei premi, che ha visto protagonisti tre illustri personaggi della Calabria: il rettore della Sapienza Eugenio Gaudio (originario di Cosenza), il prof. Cesare Catananti (di Rizziconi) già direttore del Policlinico Gemelli e l’avv. Maria Voce (di Aiello Calabro) presidente del Movimento Focolari. Altri due riconoscimenti sono andati a don Valdirjosè de Castro, superiore generale della Società San Paolo, e il cardinale Gianfranco Ravasi. Tra gli ospiti, il card. Edoardo Menichelli, il Vescovo di Oppido-Palmi mons. Francesco Milito, il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, il responsabile della Polizia italiana a San Pietro Luigi Carnevale, il direttore di Famiglia Cristiana Luciano Regolo e il presidente dei Circoli calabresi italiani Salvatore Tolomeo.
Il momento più suggestivo l’ha donato l’avv. Voce, alla quale ha consegnato il premio il presidente della Provincia di Cosenza Iacucci che è anche primo cittadino di Aiello Calabro. La presidente dei focolarini ha ricordato una battuta di tanti anni fa, ascoltata al suo paese natio Aiello Calabro: «Il Governo si è dimenticato della Calabria, Dio no». Così come grande suggestione e simpatia ha suscitato l’intervento di mons. Cantisani che ha raccontato come pian piano Cassiodoro lo ha avvinto e piacevolmente costretto a tradurre dal latino arcaico del VI secolo i suoi salmi. Un’opera di grande respiro teologico che mostra l’attualità del messaggio cristiano e il suo valore evangelico. Appuntamento al prossimo anno a Ravenna – ha annunciato don Tarzia, salutando gli ospiti. (rrm)