di SANTO STRATI – E due. La costruzione della nuova Giunta della presidente Santelli va avanti a colpi di teatro (ma con scelte efficaci e fin qui apprezzabilissime): l’astrofisica Sandra Savaglio, uno dei migliori cervelli della Calabria nel campo della scienza, rientrata nella sua terra dopo varie (e fortunate) peregrinazioni dove ha potuto mettere in mostra il suo straordinario talento, è il nuovo assessore alla Cultura. La delega comprende l’Istruzione, la Ricerca Scientifica e l’Università. Una designazione che trova solo consensi e rivela l’obiettivo di Jole Santelli di mettere insieme una squadra di eccellenze (possibilmente locali) che diano la giusta spinta per la ripartenza della Regione.
La Savaglio, che attualmente insegna all’Unical, dopo prestigiosi incarichi all’estero, si è detta felice e onorata dell’incarico, e ha accettato subito. L’entusiasmo non è mai mancato all’astrofisica di Marano Marchesato (CS) che, come si ricorderà, conquistò la copertina di Time, alcuni anni fa, nel 2004, come simbolo dei cervelli in fuga. «La presidente Santelli mi ha chiesto – ha dichiarato la Savaglio – di far parte della sua Giunta. L’idea della Presidente è che la ricerca debba avere un ruolo di primo piano. Non posso che condividere».
Si è consultata con la famiglia, amici, colleghi, poi ha ringraziato la presidente Santelli per la fiducia e l’onore a lei riservati. «È una grande responsabilità – ha detto Sandra Savaglio – ma ho fiducia perché conosco l’energia, le capacità e la volontà dei giovani di questa terra. Il presidente concorda che è da qui che bisogna partire». E il titolo del suo libro Tutto l’universo per chi ha poco spazio-tempo può sembrare la sintesi ideale del suo modo di ragionare: «le cose che ancora non sappiamo sono sempre e comunque molte di più di quelle che conosciamo». La voglia di sapere che sa trasmettere ai suoi studenti la Savaglio – siamo certi – la diffonderà favorendo l’approfondimento non solo nel campo della scienza ma in tutte le basi della conoscenza. Nel suo libro la Savaglio ha scritto di essere «irritata dall’incapacità che rivelano certi scienziati di comunicare in maniera comprensibile»: la conoscenza, in buona sostanza, dev’essere alla portata di tutti e questo sarà, decisamente, la linea ispiratrice del suo mandato.
52 anni, un curriculum di tutto rispetto e una carriera straordinaria nel campo della scienza, dopo la laurea conseguita nella sua Unical dove adesso insegna e dove era ritornata, Sandra Savaglio rivolgerà molta attenzione alla ricerca scientifica, che è la sua materia, ma non dovrà trascurare l’immenso tesoro culturale inespresso della Calabria. Serve catalizzare impegno e attenzione sulle capacità e le competenze presenti in regione, al fine di creare una forte attrazione sia per quanto riguarda gli itinerari culturali, visti gli evidenti sbocchi che essi potranno offrire al turismo, sia per la valorizzazione delle risorse archeologiche e artistiche della Calabria. Ssenza dimenticare le brillanti figure del presente e del passato della letteratura calabrese. Occorre far conoscere ai giovani calabresi gli scrittori che hanno visto la luce in questa terra (a cominciare da Corrado Alvaro) e avviare un processo di conoscenza e studio di tanti intellettuali che già appartengono alla storia (Leonida Repaci, Saverio Strati, Fortunato Seminara, Mario La Cava) e dare risalto ai nuovi scrittori che danno lustro alla Calabria e conquistano sempre più vaste aree di interesse soprattutto al di fuori della propria terra (tra cui, per fare qualche nome, Mimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Domenico Dara, Carmine Abate, Santo Gioffré, Rosella D’Agostino). E neanche trascurando il valente lavoro fin qui svolto dalla Calabria Film Commission guidata da Pino Citrigno. dato che il sistema multimediale cinema-video è un altro fondamentale tassello del processo culturale che aiuterà la Calabria ad emergere.
Indifferenza e trascuratezza fino ad oggi hanno creato ritardi notevoli nell’organizzazione e l’opportuna valorizzazione di aree che nascondono tesori inestimabili, ma non ci sono risorse né personale: per fare un esempio, basta con gli allagamenti negli scavi di Sibari e troviamo il modo di creare lavoro utilizzando l’impegno dei giovani per la rivalutazione di tante aree dimenticate (risolvendo anche il problema dei tirocinanti culturali sottopagati e sfruttati).
Il problema numero uno è che troppo spesso si parla della Calabria solamente per fatti di cronaca nera:, appare nei titoli di stampa e tv solo quando ci sono retate antimafia e morti ammazzati. Occorre, dunque, invertire la tendenza e gli spunti culturali per interessarsi di questa terra non mancano certo. È questo l’impegno principale che si chiede al nuovo assessore alla Cultura: fare in modo che siano valorizzate capacità, competenze e siano presentate, all’Italia, all’Europa, al mondo, iniziative che danno lustro e soprattutto la misura della potenza culturale di questa terra. Ci sono associazioni (vedi il Rhegium Julii di Reggio), premi letterari (Caccuri, La Cava, Sila, Nosside) che attirano un’attenzione che valica i confini regionali, eppure nessun giornale o tv nazionali offrono loro lo spazio che meriterebbero. Promuovere le iniziative di cultura significa produrre cultura, invitare autori, scrittori, intellettuali a parlare ai giovani calabresi è stimolare il processo culturale: certamente rimane qualcosa da queste iniziative importanti. Il resto sono passerelle evanescenti da sponsorizzare di cui la Calabria può fare tranquillamente a meno.
D’altro canto, Cultura & Turismo sono un binomio di sicuro successo nel piano di sviluppo della regione, non faccia l’errore la neopresidente di tenere per sé (come fece Mario Oliverio) la delega al Turismo: servirà un assessore impegnato se non h24, quasi, visto che c’è da reinventare quasi tutto. C’è da ricostruire la reputazione di questa terra e servirà una task force apposita che affianchi il lavoro di promozione e attrazione turistica del prossimo assessore. E la Savaglio, con la delega alla Cultura, dovrà lavorare fianco a fianco col futuro collega perché ogni iniziativa (escludendo, per carità, le sagre della melanzana e della polpetta che poco hanno a che fare con la cultura) possa trovare non solo l’adeguato rilievo ma anche e soprattutto il giusto sostegno economico e finanziario. I soldi investiti in cultura sono quelli che rendono più di tutti: occorre avvicinare i giovani alla lettura, favorire sempre di più incontri degli studenti con gli scrittori e gli intellettuali, far conoscere ai ragazzi la storia della propria terra, le tradizioni, gli usi, i costumi, il contesto millenario della civiltà magnogreca. Occorrerà rivitalizzare l’attività delle biblioteche, soprattutto quelle dei piccoli paesi e delle periferie: avvicinare i ragazzi ai libri significa offrire un modo efficace di apprendere e soprattutto comprendere. Utilizzando, ove serve, gli strumenti della tecnologia più avanzata: innovazione non significa trascurare la tradizione, vuol dire usare gli strumenti tecnologici e i dispositivi più diffusi (gli smartphone. per esempio) per inculcare l’idea che occorre sconfiggere l’ignoranza e che la cultura è la ricchezza più grande che aiuterà a crescere e ad affermarsi nella vita e nella società. La scuola ha i suoi demeriti, nonostante l’impegno e l’abnegazione di tantissimi insegnanti e docenti che lavorano, in Calabria, spesso in condizioni di estrema difficoltà e disagio. Le periferie devono, perciò, essere al centro della “rivoluzione culturale” che è giusto aspettarsi dal nuovo assessore alla Cultura. Non mancano alla Savaglio la capacità, l’intelligenza e l’acume di affrontare e risolvere le mille difficoltà che si troverà davanti.
È lo stesso impegno che riguarderà il primo degli assessori designati dalla presidente Jole: il Capitano Ultimo (è colonnello, ma scusate non riusciamo a chiamarlo diversamente) ha mostrato anche lui entusiasmo e determinazione e la sua guerra sarà quotidiana contro il degrado ambientale, i reati legati a bonifiche fasulle o mancate, impegni presi e non rispettati, abusi edilizi, ecc.. Due figure di spicco per il nuovo governo regionale che lasciano intravvedere una sorta di imprevedibile cambio di rotta nei precedenti standard di formazione delle giunte nella nostra regione. Certo, la presidente Jole sa bene che dovrà “pagare” qualche cambialetta firmata durante la campagna elettorale: le sei liste che hanno determinato il suo successo vogliono qualcosa in cambio. Una rappresentatività non solo di maniera e che possa esercitare anche il potere, quello – ci auguriamo – che aspira solo al bene comune (e non personale). Certo la Santelli, da consumata politica, mostra di saper sorridere a tutti, ma sta rivelando anche di voler decidere con molta determinazione, incurante dei malumori e dei probabili mal di pancia dei suoi alleati.
La prima riunione del Consiglio regionale per l’insediamento e la nomina del Presidente si terrà entro il 10 marzo: ci sono ancora due settimane di passione e di probabili ulteriori colpi di teatro. La Calabria ha bisogno di effervescenza e, in questi pochi giorni dalla proclamazione, Jole Santelli, che usa il “noi” non come plurale maiestatico, ha fatto capire che preferisce l’acqua frizzante: buon lavoro. presidente. (s)