Sandra Savaglio, donna leader nel tempio della Ricerca Spaziale Italiana

di PINO NANODonne moderne, visionarie, amanti delle stelle e delle galassie, che non si fermano davanti a niente.

Nei giorni scorsi per Sandra Savaglio, questa straordinaria ragazza calabrese di Marano, scienziata ed astronoma oggi in servizio all’Università della Calabria, ma donna dell’Anno a New York per il mondo della ricerca americana nel 2004, si sono aperte ufficialmente le porte del tempio della ricerca spaziale italiana. Un riconoscimento da Oscar alla sua storia accademica.

Parliamo qui dei nuovi assetti istituzionali dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’Asi, e della nomina del nuovo Consiglio tecnico-scientifico (Cts), il cui insediamento era previsto per il 28 febbraio scorso, e che guidato dal presidente dell’Asi è composto da esperti e scienziati di fama internazionale “con particolare e qualificata professionalità ed esperienza nel settore spaziale”.

Del nuovo CTS fanno parte, insieme alla professoressa Sandra Savaglio, la professoressa Stefania De Pascale, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II; la professoressa Monica Monici, dell’Università degli Studi di Firenze; il Ten. Col. dell’Aeronautica Militare, Ferdinando Dolce; il professor Jacopo Tirillò, dell’Università La Sapienza di Roma; il professor Paolo Tortora, dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e l’avvocato Stefano Arcifa.

Per l’Università della Calabria non ci si poteva aspettare riconoscimento più solenne di questo, che alla fine non fa altro che confermare quello che gli americani avevano già raccontato di Sandra Savaglio 20 anni fa, quando appena arrivata in America era già padrona assoluta dell’emisfero e dei segreti delle stelle. Passione? Sudi approfonditi? A volte dentro queste combinazioni infernali madre natura ci mette il dito e il risultato finale è la genialità straordinaria di intelligenze fuori dal comune. Questa è oggi la vera storia di Sandra Savaglio.

-Ma cosa farà la scienziata calabrese all’Asi?

Ci siamo informati nei dettagli. Il Centro di cui Sandra Savaglio fa parte – ci spiegano all’Agenzia Spaziale Italiana – «ha un ruolo di grande delicatezza istituzionale: esprime pareri tecnico-scientifici sul documento di visione strategica per lo spazio e sulle proposte di piano triennale dell’Agenzia, e si occupa, di condurre, su richiesta del presidente, analisi e studi sullo stato della ricerca spaziale e aerospaziale a livello nazionale e internazionale, individuando possibili linee evolutive».

Vi ricordo anche che l’Agenzia Spaziale Italiana, istituita nel 1988, è un ente pubblico nazionale con il compito di preparare e attuare la politica spaziale italiana in accordo con le linee guida del Governo, e in questi anni l’Agenzia si è affermata come uno dei più importanti attori mondiali sulla scena della scienza spaziale, delle tecnologie satellitari, dello sviluppo di mezzi per raggiungere ed esplorare il cosmo. 

L’Asi – ci spiegano i suoi tecnici – «ha oggi un ruolo di primo piano tanto a livello europeo quanto a livello mondiale. Ha infatti uno stretto e continuo rapporto di collaborazione con la Nasa, che l’ha portata a partecipare a molte delle più interessanti missioni scientifiche degli ultimi anni. Uno dei progetti più affascinanti è stata la costruzione e l’attività della Stazione Spaziale Internazionale, dove gli astronauti italiani sono ormai di casa».

E proprio grazie all’attività dell’ASI, la comunità scientifica italiana ha ottenuto successi senza precedenti nel campo dell’astrofisica e della cosmologia. Oltre che studiare l’Universo, dallo Spazio si può osservare la Terra per monitorare e prevenire – ad esempio – disastri ambientali, assicurare rapidi interventi nelle aree di crisi e misurare gli effetti del cambiamento climatico. Anche in questi campi l’Italia è all’avanguardia con sistemi come Cosmo-SkyMed e Prisma.

Oggi però lo Spazio non è solo più uno straordinario settore della ricerca, ma è anche un’importante opportunità economica. Il mercato delle telecomunicazioni e della navigazione satellitare – solo per citare un campo applicativo – è in continua espansione e l’Asi, con la sua esperienza nella costruzione messa in orbita di satelliti, opera perché l’Italia sia pronta a coglierne le occasioni.

Dalle domande fondamentali sulla comprensione dell’Universo, sull’origine della vita, fino alla sperimentazione di nuove tecnologie, lo Spazio appare oggi più che mai il luogo da cui partire per ampliare l’orizzonte culturale dell’uomo, far crescere la sua consapevolezza e garantire un futuro migliore sulla Terra. Grazie all’Asi, l’Italia è in prima fila in questa esemplare impresa umana, e al servizio di questa mission da oggi c’è anche una di noi, la «ragazza di Marano che guardava le stelle e già da bambina sapeva leggerne la storia e la direzione». Grande professoressa 

Sandra Savaglio, la Calabria e i calabresi le devono un grazie senza fine.

Sandra Savaglio, l’astrofisica tornata all’Unical

di MARIACHIARA MONACOCerti amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Perché le storie, quelle vere, attraversano lo spazio ed il tempo. Lo sa bene Sandra Savaglio, astrofisica di fama mondiale, che dopo molteplici esperienze oltreoceano e in Europa, ha fatto ritorno lì dove tutto è iniziato: l’Università della Calabria. Come un naufrago che sa da quale porto è partito, ma non sa dove attraccherà. E forse è giusto così, perché se sei circondato dal mare tutti i giorni, quel porto poi non esiste più.

Un cerchio che si chiude, penserete, eppure c’è veramente tanto altro. Come il suo ultimo libro, Tutto l’Universo per chi ha poco spazio – tempo, un saggio che studia ed interpreta le leggi della fisica attraverso i fenomeni principali (materia, luce, forze, misure), passando per il  Sole, la Terra, il nostro sistema planetario, e tanto altro.

«È stata un’occasione per approfondire tutti gli argomenti che, in questi anni, anche se erano interessanti, ero riuscita solo ad accarezzare. Per un po’ mi ci sono dedicata, mettendo insieme appunti raccolti nel tempo su cose che ho sempre considerato particolarmente significative sul piano scientifico», confessa.

La incontriamo in un’aula, ha appena finito di fare lezione e con fare gentile, tipico dei grandi che non hanno bisogno di fare rumore ci fa accomodare al di là della cattedra, come se noi fossimo le insegnanti, e lei l’alunna. Ci sorride, inizia a raccontarci di com’è nata la sua grande passione:

«Da bambina ero affascinata dalle macchine, mi è sempre piaciuto smontare e rimontare le cose. Poi mio padre ha comprato un telescopio, ed è lì che si è accesa la scintilla. Anche le letture sono state fondamentali, in particolare Esplorando la terra ed il cosmo di Asimov, mi ha cambiato la vita».

Poi gli studi, i maestri, un professore di scienze illuminato al liceo, e la scelta di studiare fisica, come una scalata:

«Ero molto determinata, studiavo perché volevo arrivare all’obiettivo. A distanza di molti anni – racconta – sarebbe bello tornare indietro con la consapevolezza di oggi».

In un attimo riecheggiano alla mente delle immagini: i passi veloci che hanno percorso centinaia di volte le aule, le ansie, le paure. Un flashback che mescola immagini del passato con quelle del presente.

Mentre parliamo, ci chiede se avessimo visto Sliding Doors, un film su come una porta scorrevole, un elemento assolutamente imprevedibile, possa cambiare la vita di una persona in modo altrettanto imprevedibile. Proprio com’è successo a lei, occasione dopo occasione, dalla Johns Hopkins University di Baltimora, fino all’Istituto Max Planck di fisica extraterrestre a Berlino, con l’obiettivo di ricostruire l’intero puzzle della storia dell’universo, portando con sé i più potenti telescopi al mondo capaci con i loro occhi e le loro antenne di captare ogni minima perturbazione tra le stelle, le nebulose e intere galassie. 

Fino a diventare nel 2004 per la prestigiosa rivista Time, il simbolo dei giovani cervelli in fuga, che dall’Europa emigravano negli Usa: «Come si è sentita appena ha visto il suo volto sulla prestigiosa rivista? E cos’ha pensato in quel momento?»

«Non l’ho vista subito, Time ha due versioni diverse negli Usa e in Europa, ed io in quel momento mi trovavo in America – sorride – è come quando c’è stato l’atterraggio sulla luna, nel mondo è stato un grande evento, ma gli astronauti hanno realizzato il tutto quando sono ritornati sulla terra».

Poi in merito ai cervelli in fuga: «Per il nostro paese è una perdita immane, ma per gli scienziati viaggiare è naturale, la ricerca non ha confini. In Italia i soldi sono pochi e spesso vengono utilizzati male, di conseguenza i giovani non hanno lo spazio che meriterebbero di avere».

Una via difficile da percorrere quella della ricerca, soprattutto se si è giovani, e se si è donne: «Le cose sono migliorate rispetto al passato, le facoltà scientifiche sono molto frequentate dalle ragazze. La ricetta sta nell’avere ambizione e curiosità – continua – bisogna puntare in alto e fare qualcosa che nessuno ha mai fatto».

Parole che ci fanno venire in mente un’altra donna che aveva il sogno di cambiare le sorti di questa terra: Jole Santelli. Fu proprio lei in qualità di Presidente della Regione nel 2020, a proporre a Sandra Savaglio di ricoprire il ruolo di Assessora con delega all’Università, alla Ricerca Scientifica e all’ Istruzione: «L’impatto con il mondo politico è stato complicato – afferma – spesso i progetti finanziati partono in ritardo o vengono sprecati. Jole sarebbe stata la persona giusta per cambiare le cose. Aveva capito che i giovani sono la vera risorsa, e che attraverso l’università si possono fare grandi cose».

Un sogno che rimarrà solo un sogno? Chi lo sa.  Di certo, la Calabria è un posto unico per guardare le stelle: «Il nostro è un cielo ancora abbastanza buio, e la Sila è un posto meraviglioso  per osservare le stelle. A Savelli c’è anche un telescopio che consente un’osservazione più professionale».

Dopo aver varcato i palcoscenici più importanti del mondo scientifico, e con la sensazione di essere arrivata in paradiso, ecco che arriva la nostalgia di quell’inferno meraviglioso. Una questione irrisolta, una porta da riaprire perché il tempo sfugge inesorabile, e non ci sono calcoli matematici che tengano. Perché in fondo, la ragazza delle galassie lo sa, più lontano ti sposti con lo sguardo, più viaggi all’indietro nel tempo e più ottieni informazioni che appartengono all’universo giovane, primordiale. 

E, se tutto quello che osserviamo della sfera celeste è qualcosa che è già passato, Sandra come Andromeda, è la Galassia più vicina distante due milioni e mezzo di anni luce. 

«Ma qual è adesso il suo sogno nel cassetto?»

«Vorrei riuscire a trovare tempo per la ricerca, coinvolgendo i miei alunni. Ci sono delle menti brillanti che hanno bisogno di fiducia. Il fatto di aver realizzato il sogno che avevo da bambina è stata una fortuna – continua – ed è bello vedere, a distanza di tempo, alcuni alunni spiccare il volo, è una sensazione indescrivibile».

Dulcis in fundo, le chiediamo della musica che ascolta. Fa partire una canzone: Somebody to love dei Queen.

Ci accorgiamo che la sua, è una dichiarazione d’amore al sole, alle radici, quelle che rimangono tali nonostante gli anni, come delle querce secolari che non smettono mai di fare ombra ai propri figli.

«Quando l’ascoltavo da ragazza, mi piaceva così tanto. Com’è possibile che l’essere umano possa creare qualcosa di così bello?». (mm)

Da Vespa il ricordo di Jole Santelli dell’astrofisica Sandra Savaglio

di PINO NANO – Solo tanta bellissima Calabria stasera sugli schermi di RAI1, a “Cinque Minuti” il programma condotto da Bruno Vespa. Ospite della serata è stata la professoressa dell’Unical Sandra Savaglio, astrofisica internazionale che dopo aver studiato in America ha scelto di tornare in Calabria, la sua terra di origine, per insegnare agli studenti calabresi i misteri e la magia della Via Lattea. Superba, solenne, sicura, affascinante, e soprattutto consapevole di dover rappresentare la Calabria delle eccellenze, a Bruno Vespa Sandra Savaglio ha raccontato la sua esperienza di scienziata e di donna alle prese con i piccoli e grandi problemi della vita quotidiana, ma soprattutto ha raccontato su RAI1 la determinazione e la consapevolezza con cui l’allora Presidente della Giunta Regionale Jole Santelli l’aveva chiamata a far parte del governo regionale affidandole il dicastero della cultura. Mai la Calabria era stata raccontata meglio prima d’ora in televisione. Credo che alla professoressa Sandra Savaglio la Calabria debba un grazie speciale per la delicatezza e lo charme con cui ha raccontato le donne calabresi, e soprattutto con cui ha spiegato che la Calabria non è solo delinquenza organizzata, ma è anche ricerca, cultura, innovazione e proiezione nel futuro. Grandissima Sandra Savaglio ospite di Vespa su Rai1. (pn)

Il modello Calabria per la scuola post-covid piace alla ministra Azzolina

Un tavolo tecnico regionale sulla Scuola, per discutere delle esigenze dei rappresentanti del territorio. È stato questo il fulcro dell’incontro svoltosi alla presenza della ministra dell’istruzione Lucia Azzolina a Catanzaro, a cui hanno partecipato il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, l’assessore regionale all’Istruzione, Sandra Savaglio e l’assessore alle Infrastrutture Domenica Catalfamo.

«A settembre ripartiamo, in sicurezza riportiamo i nostri studenti a scuola, come abbiamo sempre ribadito» ha dichiarato la ministra Azzolina, sottolineando che la sua presenza al tavolo è per ascoltare ogni richiesta e ha invitato tutti alla collaborazione e all’intesa sui temi fondamentali, rimarcando che mascherine e banchi adeguati al distanziamento saranno forniti dal ministero, in base al fabbisogno espresso da ogni Ufficio scolastico regionale.

«Il governo – ha proseguito la Azzolina – ha lavorato in questi mesi proprio per garantire la sicurezza di tutti, l’abbiamo dimostrato ahimè anche quando abbiamo dovuto chiudere le scuole. Ma adesso le riapriremo in sicurezza. Stiamo lavorando su tre fronti: utilizzare tutti gli spazi che ci sono, adeguandoli e migliorandoli; se non fossero abbastanza trovarne di nuovi e migliorare gli arredi scolastici».

«La legalità è fondamentale – ha aggiunto il ministro dell’Istruzione – l’educazione alla legalità e la lotta alla criminalità organizzata devono essere valori che accompagnano gli studenti costantemente, per cui la scuola ha un ruolo fondamentale. Lottare contro la criminalità organizzata significa poter essere persone libere, e la scuola insegna anche questo».

«La situazione tra Nord e Sud è molto variegata – ha aggiunto –. Ci sono scuole d’eccellenza al Sud e scuole un po’ più in difficoltà al Nord. Durante il periodo della didattica a distanza abbiamo fatto dei gemellaggi tra scuole che erano un po’ più avanzate e quelle che non lo erano, ma situazioni di eccellenza le trovate al Sud come al Nord».

«L’obiettivo – ha concluso la ministra Azzolina – è quello di confrontarci con Enti locali e uffici scolastici regionali e provinciali, perché se andiamo tutti dalla stessa parte, noi la scuola la riapriamo a settembre in sicurezza e in presenza. Ho visto delle esperienze molto belle di scuola calabrese. Ero già venuta come sottosegretario ma credo che ci siano dei problemi che riguardano tutta la nazione non solo la Calabria».

Parole, quelle della ministra Azzolina, che si scontrano con quelle di Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro che, in un post su Facebook, ha voluto ribadire ciò che ha espresso al ministro: «non basta parlare di interventi, di sanificazione, nuovi banchi e arredi, senza dare una tempistica certa. Ancora oggi non ci sono i finanziamenti, le somme stanziate per le Province irrisorie, e siamo a ridosso di agosto. Per questo motivo chiederemo di slittare l’inizio dell’anno scolastico all’1 ottobre».

«Altra questione – continua il post su Facebook del sindaco Abramo – riguarda la didattica a distanza: le nostre scuole, specialmente nelle aree interne, sono sprovviste di infrastrutture tecnologiche e connessioni ad alta velocità. E ancora, spero una volta per tutte che si smetta di parlare di doppi turni per le classi: il sistema dei trasporti collasserebbe e, soprattutto, il numero degli insegnanti sarebbe insufficiente. Tornando all’emergenza coronavirus, tutta l’attenzione per la scuola è sull’acquisto dei dispositivi di protezione e di nuovi banchi singoli. Tutto giusto, ma visto che la Calabria è a contagi zero, perché non parliamo di una strategia seria di prevenzione? Il pericolo di una nuova ondata non potrà che arrivare da fuori. Il Governo definisca un Piano dettagliato e preciso, perché amministratori e dirigenti scolastici non siano lasciati soli con le loro responsabilità».

Più bilanciata, invece, l’assessore regionale all’istruzione, Sandra Savaglio, che nel suo intervento ha annunciato che «La Regione, oltre ai 5 milioni di euro per i dispositivi utili alla didattica a distanza, ha avviato un accordo nella riprogrammazione del Por di 20 milioni di euro per le scuole calabresi in emergenza Covid».

L’assessore ha, inoltre, ribadito le priorità su cui concentrare gli sforzi: «oltre ai trasporti e agli scuolabus, Piano illustrato dall’assessora Catalfamo, le altre priorità riguardano la salvaguardia dei piccoli plessi (di cui la Calabria è, per configurazione geografica, piena) dalle minacciate chiusure, la tutela dei dirigenti scolastici affinché possano rimanere nelle loro sedi, lo scongiurare del taglio agli organici in modo da favorire la formazione di classi con pochi alunni e il potenziamento del personale Ata».

Tra le affermazioni estremamente positive del ministro, l’esponente della Giunta regionale ha molto apprezzato la proposta applicare il Piano realizzato dall’Ufficio scolastico regionale e dalla direttrice Maria Rita Calvosa – il cosiddetto Modello Calabria – a livello nazionale per la scuola dell’era Covid.

Applaudito, infine, il messaggio di sostegno che l’assessore Sandra Savaglio ha rivolto alla ministra Azzolina per le violente minacce rivolte nei suoi confronti.

L'assessore Catalfamo al tavolo col ministro Azzolina

Durante il suo intervento, l’assessore Catalfamo ha chiesto alla ministra Azzolina, di avere al più presto chiare indicazioni sugli orari di ingresso e uscita degli studenti e se tali orari saranno scaglionati in più fasce, come da ipotesi emerse nei tavoli delle conferenze unificate delle regioni, senza però tuttora certezze di sorta.

«Senza tale indicazione – ha spiegato l’Assessore Catalfamo – non è possibile procedere alla programmazione delle modifiche dei servizi del TPL. L’eventuale incremento dei bus comporterà una spesa aggiuntiva per gli spostamenti casa/scuola di oltre 20 milioni euro/anno che dovrebbero avere la necessaria copertura finanziaria da parte del Ministero».

È stata rappresentata, altresì, l’esigenza di modificare i cronoprogrammi con le scadenze degli interventi finanziati dal MIUR e finalizzati alla riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici di ogni ordine e grado.

«Tali interventi – ha proseguito la Catalfamo –riguardano ben 750 edifici sui 2400 edifici di competenza della Regione Calabria. È altamente probabile infatti che l’esecuzione degli interventi non si potrà conciliare con le esigenze di maggiori spazi dovuti all’emergenza Covid con conseguenti rallentamenti procedurali. Tali circostanze potrebbero mettere a repentaglio l’erogazione dei relativi finanziamenti da parte del Ministero dell’Istruzione. Il Ministro ed il dirigente scolastico regionale hanno condiviso le osservazioni e le richieste garantendo la massima attenzione». (rcz)

 

 

L’assessore regionale Sandra Savaglio nel consiglio Scientifico dell’Inaf

Prestigioso incarico per Sandra Savaglio, assessore all’Istruzione, Università e Ricerca della Regione Calabria che, insieme a Monica Branchesi, è stata nominata componente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

La delibera con la quale il Consiglio di Amministrazione Inaf ha accolto la proposta del presidente Nichi D’Amico è stata firmata oggi.

«Voglio ringraziare – ha commentato soddisfatto il presidente D’Amico – il Consiglio di Amministrazione per l’attenzione posta alle nomine, e per il costruttivo dibattito che ha condotto a questa scelta. Marica e Sandra sono due donne di spicco della comunità scientifica nazionale e internazionale, e sono certo che daranno un contributo autorevole e innovativo ad un Organo, il Consiglio Scientifico, che ha un indiscusso ruolo statutario strategico nel nostro Ente».

I componenti eletti che completano il Consiglio Scientifico Inaf sono: Paolo Tozzi,  Marco LimongiDaniele SpadaroTomaso Maria Melchiorre Belloni Andrea Zacchei.

Soddisfazione è stata espressa anche da Jole Santelli, presidente della Regione Calabria: «un tassello importante che si aggiunge al percorso di una scienziata come la Savaglio ma anche un motivo d’orgoglio per un componente della nostra Giunta». (pa)

Didattica a distanza impossibile in Calabria:
il 46% senza pc. E se utilizzassimo le tv locali?

di SANTO STRATI – Sono appena 3 milioni e 600mila euro i fondi destinata alla Calabria dal Governo per la didattica a distanza, che, in base all’ultimo decreto sull’emergenza, diventa obbligatoria. Scelta inevitabile, questa della obbligatorietà della didattica a distanza, vista l’impossibilità di far tornare sui banchi gli studenti. Peccato che, come al solito, chi ci governa fa i conti col pallottoliere anziché soppesare e valutare dati precisi che possono permettere di valutare e stimare le risorse necessarie a sostenere un qualsiasi provvedimento.

Secondo i dati Istat, il Mezzogiorno soffre del cosiddetto digital divide, ovvero patisce la mancanza di dispositivi (devices come li chiama la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina) nella misura del 41%. In poche parole 4 famiglie su dieci non dispongono né di un pc né tantomeno di un tablet. Se poi si scorre ulteriormente la ricerca dell’Istat sullo stato dell’Information Technology si scopre che in Calabria – la prima regione in termini negativi – la percentuale passa al 46%. Tanto per capirci in Lombardia la percentuale delle famiglie che hanno un computer in casa è del 70%.

La ricerca dell’Istat fotografa la situazione 2018-2019 in Italia e ci dice che un terzo delle famiglie (33,8%) non ha né computer né tablet, percentuale che, appunto , in Calabria, sale al 46%. E naturalmente non essendoci computer o tablet, risulta evidente che non ci sia neanche un collegamento internet.

Come si può pensare di fare didattica a distanza se non si garantisce in maniera equanime il diritto allo studio (anche via web) ai ragazzi italiani, sia che vivano, per dire a Mondovì o ad Acitrezza o a Badolato?

La ministra dell’Istruzione ha messo a disposizione 80 milioni di euro destinati agli istituti scolastici: si possono comprare al massimo 550mila tablet di fascia bassa, per altrettanti studenti. Per chi non lo ricordasse o non lo sapesse, in Italia ci sono 8,4  milioni di studenti di cui circa 7,6 milioni nelle scuole statali e  quasi 900mila negli istituti privati o paritari. In poche parole ci sarebbero quasi 3,9 milioni di ragazzi  senza computer. Che facciamo, usiamo i segnali di fumo?

Per non parlare di quanti docenti – visti gli stipendi di fame che lo Stato assegna a chi ha il compito di formare le generazioni future – hanno computer obsoleti o inutilizzabili per fare didattica via web. A loro chi ci deve pensare? Gli istituti scolastici, quegli stessi che a inizio dell’anno chiedono ai genitori di contribuire come possono (100 euro e passa la paura!) e di portare la carta igienica da casa perché mancano i fondi per comprarla?

Almeno, l’assessore regionale calabrese Sandra Savaglio, che ha le deleghe per Istruzione, Università e Ricerca Scientifica, ha per fortuna le idee chiare: «I 3,6 milioni destinati dal Governo alla nostra regione per la didattica a distanza – ha detto – non bastano a soddisfare le esigenze di decine di migliaia di studenti alle prese con lezioni on line e che al momento si adattano come possono, supportati dalle famiglie e dagli insegnanti».

La soluzione, propone l’assessore Savaglio, è destinare parte del Fondo Sociale Europeo ancora disponibile alle famiglie che non hanno accesso alle risorse messe a disposizione delle scuole, per acquistare i dispositivi necessari alla didattica a distanza e assicurare il diritto allo studio per tutte le nostre ragazze e i nostri ragazzi.

Una proposta avanzata di concerto di concerto con la presidente  della Regione Jole Santelli, a margine dell’incontro avuto dal Ministro Azzolina con tutti gli assessori regionali all’Istruzione. Un meeting durante il quale sono state sollevate molte questioni cui, ovviamente, non è stata data risposta.

«Per coprire quel terzo di studenti svantaggiati – osserva la Savaglio – servirebbero almeno altri 300 milioni. Basterebbe anche l’1% di quanto disposto per le imprese. Il ministro Azzolina, dopo aver ascoltato gli interventi di tutti gli assessori, è intervenuta senza però chiarire nulla sulle varie questioni avanzate: né sugli esami di stato, né sui tempi di chiusura e riapertura della scuola; nessuna risposta riguardo le risorse da destinare al comparto scuola. Sarebbe, invece, opportuno arrivare ai decreti ministeriali solo dopo aver ascoltato i rappresentanti istituzionali regionali portatori delle istanze dei vari territori, soprattutto in un momento emergenziale come quello che tutti noi stiamo attraversando».

Un’ulteriore considerazione non va trascurata: ammesso e non concesso che si trovino i fondi per dotare gli studenti di computer (o tablet) associati ovviamente alla disponibilità di banda larga, chi si prenderà la briga di configurare, spiegare, addestrare all’uso quanti non sono in grado di mettersi alla tastiera e usare un pc? Immaginiamo subito l’obiezione: i ragazzi di oggi, anche se non hanno il computer in casa, sanno usare tutti il pc (perché giocano con quello dell’amico), la playstation e qualsiasi altra diavoleria elettronica. Sì, ma un conto è giocare a Fifa oppure a Fortnite, un altro è mettersi a seguire ed eventualmente interagire col prof con qualche domanda usando un qualsiasi programma di comunicazione (teleconferenza?).

Abbiamo, a questo proposito, una modestissima proposta alternativa. Gli ultracinquantenni ricorderanno, almeno per sentito dire, un programma che si chiamava Non è mai troppo tardi, un corso di istruzione popolare andato in onda dal 1960 al 1968 dedicato agli analfabeti. Il maestro e pedagogo Alberto Manzi ha il merito di avere insegnato a leggere e scrivere a milioni di adulti analfabeti.

Perché non utilizzare il mezzo televisivo e più propriamente le televisioni locali per distribuire lezioni in video a quanti non hanno un pc?

La diffusione per aree provinciali permetterebbe di organizzare corsi specifici che possano permettere di diversificare le lezioni.

I docenti e gli insegnanti possono utilizzare i mesi estivi a registrare lezioni in video (si fa anche col telefonino) e metterle a disposizione delle emittenti locali, oltre che renderle disponibili sul web. Youtube è gratuito, pubblicare non costa nulla.

Certo non mancano i problemi: chi coordina i lavoro? Chi decide come svolgere il programma in teledidattica? Chi insegna ai docenti a realizzare i corsi in video? Non è che tutti sono dei maghi del computer, però la collaborazione tra colleghi potrebbe fornire risultati eccezionali e imprevedibili.

Le lezioni andrebbero distribuite al mattino, in tv, e i ragazzi non avrebbero scusanti per non seguirle. Un conto, come si sa, è studiare sui libri e basta, un altro è ritrovare sui libri quanto si è ascoltato dai prof.

Mancherebbe, ovviamente, il contatto umano e quella sorta di odio/amore che gli studenti sviluppano nei confronti degli insegnanti, ma siamo in una situazione d’emergenza, occorre gestire il momento di crisi con soluzioni adeguate. Soprattutto per non creare un pauroso vuoto formativo che difficilmente si riuscirebbe poi a colmare.

Quando si tornerà sui banchi, tutto ciò che è passato in tv o sul web non andrà perduto: è formazione, teniamolo bene a mente, di alta qualità che il docente realizza mettendoci passione ed entusiasmo (che difficilmente mancano negli insegnanti), aggiungendo un pizzico di “pionierismo” tecnologico che sicuramente renderà meno noiose le lezioni.

La Regione, l’assessore Savaglio, dovrebbero prendere in considerazione questa alternativa, coinvolgendo il Corecom (che sovrintende alle emittenti locali) e anche la sede regionale Rai di Cosenza. Non siamo tecnici e non azzardiamo soluzioni avanzate, ma la sola idea che potrebbe bastare un cavalletto (10 euro) e un telefonino da 100 euro con una discreta telecamera (che quasi tutti gli insegnanti già hanno)  registrare le lezioni, è sicuramente eccitante.

Non crediamo che le tv private avrebbero da obiettare: al posto di trasmettere televendite (che in questo periodo di emergenza sono sempre più rare) o riproporre sempre gli stessi film usurati dal tempo, andrebbero a svolgere un servizio di altissimo valore civile.

Non serve nemmeno che le tv locali mettano a disposizione tecnici, studi di registrazione o servizi di post-produzione: dovranno solo mandare in onda, secondo un calendario studiato ad hoc, per tipologia di studio e di classe, le videolezioni.

Oppure serviranno ben altro che i 300 milioni indicati dalla Savaglio per colmare il digital divide dei ragazzi calabresi. Un portatile di fascia medio-bassa può costare all’ingrosso meno di 200 euro, ma servirà anche portare internet nelle case dove ormai il telefono fisso non c’è generalmente quasi più.

E il lavoro di preparazione dei docenti e di realizzazione delle video lezioni andrebbe comunque fatto. In attesa del miracolo tecnologico digitale (ovvero web gratis per tutti e un pc in ogni casa) ricorrere alla vecchia televisione non dovrebbe apparire tanto assurdo. (s)

La Cultura regionale all’astrofisica Savaglio
Continuano le sorprese della Giunta Santelli

di SANTO STRATI – E due. La costruzione della nuova Giunta della presidente Santelli va avanti a colpi di teatro (ma con scelte efficaci e fin qui apprezzabilissime): l’astrofisica Sandra Savaglio, uno dei migliori cervelli della Calabria nel campo della scienza, rientrata nella sua terra dopo varie (e fortunate) peregrinazioni dove ha potuto mettere in mostra il suo straordinario talento, è il nuovo assessore alla Cultura. La delega comprende l’Istruzione, la Ricerca Scientifica e l’Università. Una designazione che trova solo consensi e rivela l’obiettivo di Jole Santelli di mettere insieme una squadra di eccellenze (possibilmente locali) che diano la giusta spinta per la ripartenza della Regione.

La Savaglio, che attualmente insegna all’Unical, dopo prestigiosi incarichi all’estero, si è detta felice e onorata dell’incarico, e ha accettato subito. L’entusiasmo non è mai mancato all’astrofisica di Marano Marchesato (CS) che, come si ricorderà, conquistò la copertina di Time, alcuni anni fa, nel 2004, come simbolo dei cervelli in fuga. «La presidente Santelli mi ha chiesto – ha dichiarato la Savaglio – di far parte della sua Giunta. L’idea della Presidente è che la ricerca debba avere un ruolo di primo piano. Non posso che condividere».

Si è consultata con la famiglia, amici, colleghi, poi ha ringraziato la presidente Santelli per la fiducia e l’onore a lei riservati. «È una grande responsabilità – ha detto Sandra Savaglio – ma ho fiducia perché conosco l’energia, le capacità e la volontà dei giovani di questa terra. Il presidente concorda che è da qui che bisogna partire». E il titolo del suo libro Tutto l’universo per chi ha poco spazio-tempo può sembrare la sintesi ideale del suo modo di ragionare: «le cose che ancora non sappiamo sono sempre e comunque molte di più di quelle che conosciamo». La voglia di sapere che sa trasmettere ai suoi studenti la Savaglio – siamo certi – la diffonderà favorendo l’approfondimento non solo nel campo della scienza ma in tutte le basi della conoscenza. Nel suo libro la Savaglio ha scritto di essere «irritata dall’incapacità che rivelano certi scienziati di comunicare in maniera comprensibile»: la conoscenza, in buona sostanza, dev’essere alla portata di tutti e questo sarà, decisamente, la linea ispiratrice del suo mandato.

Sandra Savaglio su Time

52 anni, un curriculum di tutto rispetto e una carriera straordinaria nel campo della scienza, dopo la laurea conseguita nella sua Unical dove adesso insegna e dove era ritornata, Sandra Savaglio rivolgerà molta attenzione alla ricerca scientifica, che è la sua materia, ma non dovrà trascurare l’immenso tesoro culturale inespresso della Calabria. Serve catalizzare impegno e attenzione sulle capacità e le competenze presenti in regione, al fine di creare una forte attrazione sia per quanto riguarda gli itinerari culturali, visti gli evidenti sbocchi che essi potranno offrire al turismo, sia per la valorizzazione delle risorse archeologiche e artistiche della Calabria. Ssenza dimenticare le brillanti figure del presente e del passato della letteratura calabrese. Occorre far conoscere ai giovani calabresi gli scrittori che hanno visto la luce in questa terra (a cominciare da Corrado Alvaro) e avviare un processo di conoscenza e studio di tanti intellettuali che già appartengono alla storia (Leonida Repaci, Saverio Strati, Fortunato Seminara, Mario La Cava) e dare risalto ai nuovi scrittori che danno lustro alla Calabria e conquistano sempre più vaste aree di interesse soprattutto al di fuori della propria terra (tra cui, per fare qualche nome, Mimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Domenico Dara, Carmine Abate, Santo Gioffré, Rosella D’Agostino). E neanche trascurando il valente lavoro fin qui svolto dalla Calabria Film Commission guidata da Pino Citrigno. dato che il sistema multimediale cinema-video è un altro fondamentale tassello del processo culturale che aiuterà la Calabria ad emergere.

Indifferenza e trascuratezza fino ad oggi hanno creato ritardi notevoli nell’organizzazione e l’opportuna valorizzazione di aree che nascondono tesori inestimabili, ma non ci sono risorse né personale: per fare un esempio, basta con gli allagamenti negli scavi di Sibari e troviamo il modo di creare lavoro utilizzando l’impegno dei giovani per la rivalutazione di tante aree dimenticate (risolvendo anche il problema dei tirocinanti culturali sottopagati e sfruttati).

Il problema numero uno è che troppo spesso si parla della Calabria solamente per fatti di cronaca nera:, appare nei titoli di stampa e tv solo quando ci sono retate antimafia e morti ammazzati. Occorre, dunque, invertire la tendenza e gli spunti culturali per interessarsi di questa terra non mancano certo. È questo l’impegno principale che si chiede al nuovo assessore alla Cultura: fare in modo che siano valorizzate capacità, competenze e siano presentate, all’Italia, all’Europa, al mondo, iniziative che danno lustro e soprattutto la misura della potenza culturale di questa terra. Ci sono associazioni (vedi il Rhegium Julii di Reggio), premi letterari (Caccuri, La Cava, Sila, Nosside) che attirano un’attenzione che valica i confini regionali, eppure nessun giornale o tv nazionali offrono loro lo spazio che meriterebbero. Promuovere le iniziative di cultura significa produrre cultura, invitare autori, scrittori, intellettuali a parlare ai giovani calabresi è stimolare il processo culturale: certamente rimane qualcosa da queste iniziative importanti. Il resto sono passerelle evanescenti da sponsorizzare di cui la Calabria può fare tranquillamente a meno.

D’altro canto, Cultura & Turismo sono un binomio di sicuro successo nel piano di sviluppo della regione, non faccia l’errore la neopresidente di tenere per sé (come fece Mario Oliverio) la delega al Turismo: servirà un assessore impegnato se non h24, quasi, visto che c’è da reinventare quasi tutto. C’è da ricostruire la reputazione di questa terra e servirà una task force apposita che affianchi il lavoro di promozione e attrazione turistica del prossimo assessore. E la Savaglio, con la delega alla Cultura, dovrà lavorare fianco a fianco col futuro collega perché ogni iniziativa (escludendo, per carità, le sagre della melanzana e della polpetta che poco hanno a che fare con la cultura) possa trovare non solo l’adeguato rilievo ma anche e soprattutto il giusto sostegno economico e finanziario. I soldi investiti in cultura sono quelli che rendono più di tutti: occorre avvicinare i giovani alla lettura, favorire sempre di più incontri degli studenti con gli scrittori e gli intellettuali, far conoscere ai ragazzi la storia della propria terra, le tradizioni, gli usi, i costumi, il contesto millenario della civiltà magnogreca. Occorrerà rivitalizzare l’attività delle biblioteche, soprattutto quelle dei piccoli paesi e delle periferie: avvicinare i ragazzi ai libri significa offrire un modo efficace di apprendere e soprattutto comprendere. Utilizzando, ove serve, gli strumenti della tecnologia più avanzata: innovazione non significa trascurare la tradizione, vuol dire usare gli strumenti tecnologici e i dispositivi più diffusi (gli smartphone. per esempio) per inculcare l’idea che occorre sconfiggere l’ignoranza e che la cultura è la ricchezza più grande che aiuterà a crescere e ad affermarsi nella vita e nella società. La scuola ha i suoi demeriti, nonostante l’impegno e l’abnegazione di tantissimi insegnanti e docenti che lavorano, in Calabria, spesso in condizioni di estrema difficoltà e disagio. Le periferie devono, perciò, essere al centro della “rivoluzione culturale” che è giusto aspettarsi dal nuovo assessore alla Cultura. Non mancano alla Savaglio la capacità, l’intelligenza e l’acume di affrontare e risolvere le mille difficoltà che si troverà davanti.

È lo stesso impegno che riguarderà il primo degli assessori designati dalla presidente Jole: il Capitano Ultimo (è colonnello, ma scusate non riusciamo a chiamarlo diversamente) ha mostrato anche lui entusiasmo e determinazione e la sua guerra sarà quotidiana contro il degrado ambientale, i reati legati a bonifiche fasulle o mancate, impegni presi e non rispettati, abusi edilizi, ecc.. Due figure di spicco per il nuovo governo regionale che lasciano intravvedere una sorta di imprevedibile cambio di rotta nei precedenti standard di formazione delle giunte nella nostra regione. Certo, la presidente Jole sa bene che dovrà “pagare” qualche cambialetta firmata durante la campagna elettorale: le sei liste che hanno determinato il suo successo vogliono qualcosa in cambio. Una rappresentatività non solo di maniera e che possa esercitare anche il potere, quello – ci auguriamo – che aspira solo al bene comune (e non personale). Certo la Santelli, da consumata politica, mostra di saper sorridere a tutti, ma sta rivelando anche di voler decidere con molta determinazione, incurante dei malumori e dei probabili mal di pancia dei suoi alleati.

La prima riunione del Consiglio regionale per l’insediamento e la nomina del Presidente si terrà entro il 10 marzo: ci sono ancora due settimane di passione e di probabili ulteriori colpi di teatro. La Calabria ha bisogno di effervescenza e, in questi pochi giorni dalla proclamazione, Jole Santelli, che usa il “noi” non come plurale maiestatico, ha fatto capire che preferisce l’acqua frizzante: buon lavoro. presidente. (s)

COSENZA – Alla Mondadori l’astrofisica Sandra Savaglio

18 gennaio 2019 – Oggi pomeriggio, alle 17.30, presso la Libreria Mondadori di Cosenza, l’incontro con l’astrofisica Sandra Savaglio, che presenterà il suo libro Tutto l’Universo per chi ha poco Spazio-Tempo.

Dialogano con l’autrice Annarita Bencardino, Nicola H. Cosentino e Pino Sassano. Il libro, edito da Mondadori, è un saggio in cui l’autrice racconta il suo sapere sull’universo, con un taglio appassionatamente divulgativo.

Chi è l’autrice, Sandra Savaglio

L’astrofisica Sandra Savaglio

Sandra Savaglio è una scienziata Astrofisica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria e lo European Southern Observatory in Germania. Nel 2004 la rivista americana Time la sceglie come simbolo della fuga di cervelli europei negli Stati Uniti.

Tra i riconoscimenti ricevuti, il Premio Pitagora (2008), Donna Calabrese dell’anno, e Premio Eccellenze Calabresi.

Recentemente, è ritornata a Cosenza per insegnare Astrofisica all’Università della Calabria. (rcs)