La Fondazione Mediterranea contesta la lunga nota del Segretariato Regionale del MIC, firmata da Angelina De Salvo, responsabile ufficio stampa MIC, riguardante la progettata demolizione, chiamata “restauro”, di piazza De Nava cui si oppone la Fondazione Mediterranea e il Comitato Civico per la tutela e valorizzazione di Piazza De Nava.
Per la Fondazione, infatti, la «suddetta nota – si legge – presenta inesattezze e imprecisioni oltre ad affermazioni palesemente non vere».
«È evidente che la nota, pur non facendo nomi – si legge – si riferisce alla Fondazione Mediterranea, che da un semestre porta avanti un’informazione puntuale e corretta. La si vuole delegittimare accusandola di falso, infangando così il nome e la professionalità dei cittadini e delle associazioni che democraticamente, tramite la Fondazione, si oppongono al progetto».
In merito alla questione – dichiarata falsa dal Segretariato – della ditta che si è aggiudicata la progettazione che eseguirà i lavori, la Fondazione ha sottolineato come si tratti di un «particolare assolutamente ininfluente, anche se fosse vero. La nostra “denuncia” ha riguardato il fatto che un unico Ente: esegue il progetto preliminare; assegna il compito di redigere il progetto definitivo, che risulta un copia e incolla di quello preliminare; gestisce la conferenza dei servizi; assegna con gara l’esecuzione dei lavori; esprime il RUP; e, dulcis in fundo, designa anche chi avrà la direzione dei lavori. Il tutto valutato da una commissione beni culturali composta dai vertici dello stesso Ente. Un accentramento di poteri senz’alcuna possibilità di controllo esterno, antidemocratico soprattutto perché riguarda lo stravolgimento dell’assetto urbanistico di un tratto centrale della città».
Per quanto riguarda la questione che riguarda la prof.ssa che ha svolto «la propria gratuita consulenza è la stessa che poi si è espressa pubblicamente a favore del progetto» e che il Segretariato ha dichiarato falso, la Fondazione ha, invece, dichiarato che si tratta di una affermazione falsa.
«La direttrice del dipartimento Pau dell’Università Mediterranea, prof.ssa Francesca Martorano– spiega la Fondazione – contrariamente a quanto affermato dal RUP in audizione alla Commissione Beni Culturali, non ha mai approvato il progetto, limitandosi a un’analisi dello stato attuale dal punto di vista storico e urbanistico e, nelle conclusioni, ponendo alcune raccomandazioni, peraltro non accolte, sul deflusso delle acque meteoriche».
«Quindi è stata l’arch. Filocamo che ha affermato quanto riferito dalla De Salvo, non certo noi – ha spiegato ancora la Fondazione – che non abbiamo mai interloquito con la prof.ssa Martorano. Cosa che invece abbiamo fatto con la prof.ssa Marisa Cagliostro, sostenitrice del progetto, in un acceso confronto a distanza sulla stampa. Abbiamo sì parlato di conflitto di interessi, non di tipo economico ma narcisistico/amicale, per i pochi che si sono espressi positivamente sul progetto. Affermazioni che, dimostrate nella sostanza, ribadiamo. L’affermazione della De Salvo, quindi, è falsa, ambigua, tendenziosa e soprattutto sconnessa nei suoi contenuti, mescolando fatti diversi avvenuti in tempi diversi. Una vera fake news».
Altra questione su cui è stata fatta chiarezza, riguarda i compensi, dove la Fondazione ha ribadito che «Abbiamo semplicemente riportato i dati estrapolati dal bando che così dicono: importo cinque milioni, di cui 1.200.000 per Iva al 10%, direzione lavori e progettazione. Il compenso per la progettazione è di euro 270.000. Mai si è detto che questa cifra andasse nelle tasche dell’arch. Giuseppina Vitetta, estensore del progetto preliminare. Le percentuali sui lavori per i progettisti interni all’amministrazione, peraltro, sono regolamentate per legge. Un’altra fake news della dott.ssa De Salvo. Dalle fake stiano tracimando nella diffamazione».
«Nel progetto è prevista la mutilazione del basamento della statua con l’eliminazione delle conchiglie – spiega la Fondazione –. Si nega perfino l’evidenza: finanche l’immagine tratta dal progetto, e posta a corredo della nota pubblicata su CalabriaPost, ritrae la statua mutilata delle conchiglie. Grande scivolone del Mic, che non controlla le foto a corredo. Il bugiardo, si diceva, deve avere buona memoria: nel nostro caso deve stare più attento».