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Porto reggio progetto

La Fondazione Mediterranea sul nuovo assetto del porto turistico e commerciale di Reggio

La Fondazione Mediterranea, ha commentato l’ambizioso progetto che vede protagonista il porto di Reggio Calabria, conferendogli nuova vita.

«Secondo quanto affermato – si legge in una nota – dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, ing. Paolo Mario Mega, a dar fede alla documentazione che formalmente è pervenuta nelle sue mani, l’unico progetto di piano regolatore per il porto di Reggio risale al 1968. Oggi, in concorso con l’Amministrazione comunale reggina e sentiti i soggetti portatori di interessi, si tenta di dar nuova vita a una struttura che, con la realizzazione del nuovo Waterfront reggino, non può più essere lasciata alla discrezionalità delle varie amministrazioni e istituzioni che a vario titolo hanno competenza sull’area portuale».

«Per prima cosa – continua la nota – verranno eliminati i depositi di carburante sul fronte mare della banchina di ponente e non verrà concessa sul sito nessuna nuova autorizzazione a imprenditori privati: la parte terminale del rione Candeloro, infatti, sarà il logico completamento del water front reggino con l’edificazione del Museo del Mare di Zaha Hadid. Il lato interno portuale della banchina, liberato dai natanti da lustri lì parcheggiati, sarà destinato all’approdo di navi commerciali. Sempre lato ponente, la stazione marittima verrà valorizzata con la connessione non più stagionale con le isole Eolie, che verrà estesa a tutto l’anno e incrementata in periodo estivo, e con un raccordo più stabile con la stazione aeroportuale».

«Passando alla banchina di levante – prosegue la nota – gli interventi saranno ben più incisivi e importanti. Verranno rimossi i silos destinati all’immagazzinamento del cemento in polvere, non utilizzati da decenni, e tutta l’area verrà riqualificata in senso commerciale e turistico. L’area attualmente occupata stagionalmente dalle banchine mobili, quella in prossimità dell’entrata, verrà destinata all’approdo e al supporto logistico di mega yacht, che secondo il presidente Mega necessitano di un’assistenza logistica non assimilabile a quella che vien data alla diportistica».

«Per la nautica da diporto – dice ancora la nota – verrà dedicato un ampio spazio di mare, più o meno all’altezza del Circolo Nautico, senza interferire con le attività balneari che insistono a nord verso la rada di Pentimele, con la creazione ex novo di un vero e proprio porto marine la cui gestione, non soggetta a vincoli perché fuori dall’ambito prettamente portuale, potrà essere oggetto di attenzione da parte dell’imprenditoria privata e dell’associazionismo sportivo.
Immediatamente a lato del mini-porto per mega yacht, sloggiata la Caronte, la banchina verrà riservata all’attracco di navi da crociera di medie e piccole dimensioni (le grandi navi continueranno ad attraccare a Messina) e lo spazio retrostante sarà riqualificato con la creazione delle strutture ricettive e di supporto logistico a tutta l’attività crocieristica».

«Agli imbarchi attualmente in concessione alla Caronte – prosegue la nota – collegati con il terminal di Tremestieri, verrà destinata la zona immediatamente fuori dal porto, a nord dell’enorme casermone dalla Capitaneria di Porto. All’uopo c’è da evidenziare che, per come ulteriormente affermato dal presidente Mega, non verrà data l’autorizzazione allo spostamento di nemmeno una corsa da Villa San Giovanni a Reggio: l’interfaccia principale con la Sicilia, per quanto riguarda il traffico ro-ro, continuerà a essere Villa San Giovanni, dove è prevista la costruzione dei nuovi scali a sud dell’attuale porto».

«È un progetto ambizioso – conclude la nota – e anche di non semplice realizzazione (basti pensare alle difficoltà per la creazione del nuovo porto marine, dovute essenzialmente alla profondità dei fondali) che, se realizzato (ci vorranno comunque diversi anni, presumibilmente un paio di lustri), trasformerebbe il porto reggino dandogli una nuova vita». (rrc)