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La grande balla di Roberto Napoletano

LA GRANDE BALLA
di Roberto Napoletano

Direttore del Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia, Roberto Napoletano dall’aprile dell’anno scorso col suo giornale ha, meritoriamente, lanciato una coraggiosa campagna contro lo “scippo” delle ricche regioni del Nord nei confronti di quelle del Mezzogiorno. La sua campagna quotidiana, a volte feroce, a volte implacabile, ha creato non pochi mal di pancia alle regioni dell’autonomia differenziata, suggerendo, tra l’altro, con successo, al Presidente del Consiglio Conte di far diventare regola la riserva del 39% degli investimenti a favore del Mezzogiorno. La grande balla ripercorre un anno di battaglie quotidiane di Napoletano, grande conoscitore dell’economia non solo del Mezzogiorno e insuperabile esperto di finanza statale, e racconta un’Italia che molti non conoscono proprio: «Quanti dei cittadini lombardi e veneti – scrive – sanno che sessantuno miliardi dovuti al Sud vengono ogni anno regalati al Nord?».

Questo libro, che ha lievità di un bell’editoriale da leggere con la dovuta attenzione, conduce in un lungo viaggio nelle piccole patrie dell’assistenzialismo, ma non sono al Sud, sono tutte al Nord. «Volete sapere dove sono finiti i sessantuno miliardi l’anno, seicento tondi in dieci anni calcolati per difetto? – scrive Napoletano – Nei mille poltronifici lombardo-veneto.piemontesi. Solo in Lombardia sessantamila stipendi in micromunicipalizzate. Il numero degli amministratori, politici trombati amici degli amici, è di sovente superiore a quello dei dipendenti di una società. In mille consulenze di favore e negli appalti egemonizzati dalla ‘ndrangheta».

Se voleva farci indignare, Napoletano ci riesce in pieno, ma lo la con la grazia d’un saggista raffinato che parla come mangia: i concetti sono espressi con estrema chiarezza, non è necessario un master in economia per comprendere quanto vuol far risaltare l’autore sul divario sempre più crescente Nord-Sud: «Se nasci a Reggio Calabria o nell’entroterra vesuviano di Napoli le mense scolastiche le vedi solo col binocolo, ma se ha la fortuna di venire al mondo in Brianza hai l’imbarazzo della scelta. […] i bambini di Crotone appartengono di fatto a uno stato diverso da quello dei bambini di Monza».

I protagonisti di questo libro siamo abituati a vederli scorrere nelle immagini dei telegiornali, nelle prime pagine dei giornali e Napoletano non ne trascura alcuno: lo scopo è tracciare tanti ritratti di gente che, senza vergogna, ha campato, campa e camperà sulle disgrazie del Sud. Napoletano è un abile affabulatore, ma non vuole incantare serpenti, costringe ad aprire gli occhi e fustiga, senza pietà, i rapaci affamatori del Mezzogiorno, dando il dovuto omaggio a chi merita il plauso (come il rettore dell’Unical Nicola Leone per i suoi corsi di intelligenza artificiale, e Mario Draghi «un grande italiano») o ha il coraggio di affermare che «il Paese ha bisogno di liberarsi dalla logica del capro espiatorio – l’Europa, la finanza, i mercati, gli immigrati – per fare le cose, non per continuare a dire sempre più rumorosamente perché non si fanno (Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia).

Un libro scritto e uscito prima che il flagello del coronavirus sconvolgesse qualsiasi equilibrio precedente: in questi giorni di clausura forzata, si dovrebbe costringere i nostri governanti a leggerlo (e se lo hanno fatto non lo ammetteranno mai). Aspettando il nuovo De Gasperi, Napoletano è tutto sommato ottimista e fiducioso, tra perequazione industriale e stato imprenditore. Non occorre l’autonomia differenziata, serve l’intelligenza al potere. Ma così dicendo La grande balla rischia di passare per un libro di fantascienza, quando in realtà vuol far passare un suggerimento ai lettori per l’operazione verità che si prefigge: non rimproverate nessuno dei responsabili del grande scippo, fategli solo capire che voi sapete. (s)

La grande balla di Roberto Napoletano
La Nave di Teseo, ISBN 9788893950633