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Salvatore Tolomeo

LA LETTERA / Il pessimismo dei calabresi che vivono fuori della regione

Caro Direttore, finita l’estate noi calabresi emigrati in Italia e all’estero abbiamo ritrovato l’ottimismo per il recupero del turismo sopratutto di ritorno (sempre noi) e su alcuni progressi come la quasi Alta Velocità tra nord e sud. Si può fare di più.
Ecco, su questa speranza ci assale il pessimismo.  Mentre nel mondo delle professioni, della cultura e dell’imprenditoria abbiamo eccellenze umane che creano sviluppo fuori della Calabria, su questa regione il predominio della politica sembra voler consapevolmente bloccare ogni speranza di crescita e impegnarsi sempre più a bloccare ogni velleità di sviluppo della regione Cenerentola d’Europa (o quasi).
Tutto ciò che dipende dalla politica va in direzione del maggior degrado:
I depuratori non funzionano e il mare è sempre più sporco (non più blu)
Il dissesto idrogeologico e gli incendi estivi che ci tengono sempre in stato d’emergenza locale e regionale
Le strade, sia provinciali che statali, sempre in dissesto. A proposito di ciò dobbiamo far sapere ai Calabresi che l’ANAS, statale, ha 2 modi di operare: al Nord manutenzione capillare, taglio delle erbacce continuo, riparazioni immediate. Al Sud, cumuli di spazzature nelle piazzole, scarsa o assenza di illuminazione dove necessaria, lavori di ripristino con tempi biblici.
Sulla differenza della sanità non occorre neanche fare paragoni essendo a conoscenza anche delle pietre di Calabria lo scempio che lo Stato ha realizzato negli ultimi 15 anni a danno dei Calabresi.
La nostra riflessione porta a una considerazione: se la Calabria sforna cervelli per lo sviluppo dell’Italia e dell’Estero, cosa ostacola l’affidamento di questa terra a chi è nato, cresciuto e la vuole vedere orgogliosamente primeggiare?
La risposta ci pare ovvia: La sanità è commissariata non da calabresi ma da cacciatori di lauti stipendi, i leader che condizionano la politica e quindi l’Amministrazione regionale danno le direttive da Milano, da Arcore, da Napoli. Quindi siamo professori in tutto e neanche maestri per fare politica sana, onesta, al servizio dei cittadini e del territorio senza pensare a quando rende la poltrona e a come affidare la gestione di questa terra a incompetenti amici, parenti, vicini di casa o compagni di scuola.
Ma la speranza è l’ultima a morire e continuare a sognare non costa e a passare il tempo (purtroppo).
Salvatore Tolomeo – Associazione Calabrolombarda – Milano