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L’Anvur accredita la laurea magistrale in Medicina/Chirurgia e Tecnologie digitali

di FRANCO BARTUCCI – L’Agenzia del Ministero dell’Università e Ricerca Scientifica preposta alla valutazione del sistema universitario italiano e della ricerca (Anvur) ha accreditato ufficialmente il corso di laurea in medicina/chirurgia e Tecnologie digitali, progetto concordato tra l’Università Magna Grecia di Catanzaro e l’Università della Calabria.

Dopo l’approvazione dei rispettivi Senati Accademici, dell’organismo regionale del diritto allo studio e della Giunta regionale calabrese, è arrivato l’accreditamento del Ministero Università e Ricerca aprendo la strada all’apertura di tale corso di laurea magistrale a partire dal prossimo anno accademico 2021/2022, suscitando forte apprezzamento sia da parte dei due Rettori, Nicola Leone e Giovanbattista De Sarro, come nel prof. Sebastiano Andò, già preside della Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute, nonché attuale direttore del Centro Sanitario dell’Università della Calabria, che da anni ha lavorato con puntiglio che ciò accadesse.

Una scheda di presentazione della laurea magistrale – Tale laurea magistrale ha una durata di 6 anni, come tutti i corsi di laurea della classe di Medicina e Chirurgia.

Lo studente al termine del percorso di studio consegue un doppio titolo: la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e la laurea triennale in Ingegneria Informatica, curriculum bioinformatico.

Prevede un piano di studio di 180 crediti  necessari per conseguire la laurea triennale in Ingegneria bioinformatica, oltre alla laurea in Medicina. Una parte significativa di questi crediti è già comune ai corsi di Medicina e Chirurgia e Ingegneria informatica, sulla base degli ordinamenti ministeriali, fatta eccezione per 5 insegnamenti – per un totale di 27 crediti formativi – che sono previsti come aggiuntivi rispetto al tradizionale curriculum medico.  Complessivamente, quindi, il piano di studi prevede 387 crediti.

La formazione professionale – L’acquisizione, oltre alle competenze tipiche della formazione di un medico, anche delle conoscenze utili per padroneggiare le nuove tecnologie e applicarle in ambito sanitario e l’apprendimento di metodi e tecniche proprie dell’Intelligenza artificiale e della Bio- Informatica, necessari per ideare e sviluppare nuove applicazioni per i settori della medicina di precisione, della telemedicina, della medicina personalizzata, della chirurgia robotica.

Grazie a queste competenze aggiuntive, certificate dal conseguimento del doppio titolo, i laureati in Medicina e Tecnologie digitali saranno dunque professionisti formati per affrontare le sfide presenti e future in campo sanitario, capaci di gestire l’innovazione e di contribuire all’innovazione stessa.

Le carriere possibili – Lo studente acquisirà tutte le conoscenze necessarie per avviarsi alla carriera del medico (Anatomia umana, Patologia generale e clinica, Farmacologia, Biologia, Microbiologia, Genetica, le discipline cliniche dell’area medica e chirurgica, etc), ma seguirà anche corsi di Bioinformatica, Data mining, Intelligenza artificiale e Machine learning, Biomeccanica e così via.

L’organizzazione dei corsi e tirocini – Le lezioni per  i primi tre anni si svolgeranno all’Università della Calabria, dove lo studente acquisirà la preparazione medica di base, unita alle competenze ingegneristiche e bioinformatiche. Nel secondo triennio, invece, i corsi si terranno all’Università Magna Graecia di Catanzaro e saranno dedicati prevalentemente alla formazione clinica.

Il  tirocinio previsto dal piano di studio si svolgerà nei reparti delle strutture ospedaliere già convenzionate con l’Università Magna Graecia di Catanzaro e in altri che saranno convenzionati nei prossimi mesi. Sono previste attività di tirocinio anche in laboratori informatici e centri di ricerca.

L’accesso all’esame di stato per l’abilitazione alle professioni – Al termine dei sei anni il laureato in Medicina e Tecnologie digitali potrà accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di medico chirurgo e ai concorsi per le Scuole di Specializzazione medica. Potrà lavorare in tutti gli ospedali, nelle strutture sanitarie, negli studi professionali. Le competenze acquisite gli consentiranno inoltre di lavorare in strutture sanitarie d’avanguardia nell’utilizzo delle nuove tecnologie, in reparti di chirurgia robotica, in centri di diagnostica avanzata o specializzati nella medicina di precisione, nell’ambito della telemedicina.

II laureato potrà anche scegliere di dedicarsi alla ricerca o lavorare nei settori farmaceutico e industriale per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative in campo sanitario.

Il concorso di ammissione  e le attese dei cittadini – In fase di prima attivazione sono previsti 60 posti.Per ottenere l’iscrizione al corso, è necessario sostenere e superare la prova d’ammissione a Medicina e Chirurgia previsto dall’ordinamento nazionale.

Sulla metodologia del concorso di ammissione già da tempo è in corso una discussione in ambito cittadino che raccomande alle autorità accademiche delle due Università di applicare il metodo in atto da sempre all’Università della Calabria per legge istitutiva e cioè che l’80% dei posti messi a concorso, come avviene per tutti i corsi di laurea attivati, debbono essere riservati a studenti calabresi o figli di calabresi residenti all’estero; il 15% a studenti extra regionali ed il 5% a studenti stranieri.

Ci sono due motivi precisi alla base di questa richiesta cittadina. Il primo è quello che non si possono avere due metodi differenti di ammissione ai corsi di laurea dell’Università della Calabria, come per altro nei suoi quarantanove anni di vita della sua organizzazione didattica e formativa ha rispettato nella formula prevista per legge fin dal primo anno accademico 1972/1973; il secondo motivo è legato al fatto che la Calabria necessita di una nuova riorganizzazione del settore sanitario, che da più tempo, come ha messo in luce la pandemia, soffre già di molto di una carenza di medici ed infermieri ed è più che giusto premiare tale attesa.

L’attivazione di questa percorso magistrale di formazione di una nuova classe medica aiuta ciò e non delude la speranza di tanti giovani calabresi portati spesso ad emigrare. E’ bene che le autorità accademiche delle due Università si impegnino a dare ascolto a tale richieste ed esigenze muovendo gli opportuni passi presso il Ministero dell’Università e se occorre anche attraverso i parlamentari per la promozione di un’apposita legge, per come avvenuto nei primi anni di avvio dei corsi di laurea dell’Università della Calabria, per ottenere l’abilitazione professionale per il corso di laurea in scienze economiche e sociali.

Le note di apprezzamento dei sindaci Occhiuto e Manna 

«Si tratta di un meritatissimo riconoscimento – ha dichiarato il Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto – che ci fa comprendere ancora una volta come la nostra Università abbia tutte le carte in regola per competere con i più importanti atenei. Il progetto coinvolge due aree d’eccellenza dell’Ateneo, quella biomedica da una parte e quella ingegneristica-infomatica-tecnologica. Il risultato è da salutare con particolare entusiasmo perché il corso di laurea entrando in regime, oltre alla formazione medica, potrà assicurare la messa a profitto di quelle specializzazioni che le nuove tecnologie, applicate alla sfera della medicina, saranno in grado di garantire».

«Plaudiamo al lavoro svolto da Leone e dal senato accademico – ha dichiarato il sindaco di Rende, Marcello Manna – che, con l’istituzione della facoltà di medicina, sono riusciti a realizzare un risultato che darà lustro a tutta la Calabria. Rende e l’Università della Calabria possono indicare il cambiamento di rotta necessario a garantire il diritto costituzionale alla salute e di cura e quello all’istruzione, oggi ancor più minati da una crisi pandemica senza precedenti e da una vacatio politica evidente. L’Unical è eccellenza territoriale da valorizzare rafforzando, attraverso azioni di sinergia, il miglioramento dei servizi nel rapporto assistenziale alla cittadinanza».

Una nota che si arricchisce infine con la richiesta di realizzare a Rende, nelle vicinanze dell’Università, il nuovo ospedale cosentino, chiedendo al presidente facente funzioni della Regione la promozione di un incontro in cittadella insieme al Presidente della Provincia di Cosenza. «Una decisione non più procrastinabile e l’allocazione del nuovo nosocomio a Rende è ora una scelta dovuta».

«La medicina si fa sul territorio – ha detto ancora il sindaco Manna – ed è l’organizzazione territoriale a fare la differenza e con l’implementazione del nuovo assetto urbanistico, attraverso la realizzazione dello svincolo autostradale a Settimo e della stazione ferroviaria tra Rende e Montalto, si andrà a offrire un servizio essenziale in una zona strategica in vista della città unica. Bisogna avere una visione chiara sul futuro: l’attuale ospedale ha cento anni, il nuovo nosocomio deve essere pensato per i prossimi cento». (fb)