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L'appello del Pd al sindaco di Cittanova: Firmi appello contro l'autonomia

L’appello del Pd al sindaco di Cittanova: Firmi appello contro l’autonomia

Il Partito Democratico di Cittanova si è rivolto al sindaco, Domenico Antico, affinché firmi, come hanno fatto tanti altri suoi colleghi, l’appello rivolto al Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto e al Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, per chiedere che la Regione impugni davanti alla Corte Costituzionale il disegno di legge d’iniziativa governativa, approvato in via definitiva il 19 giugno dalla Camera dei Deputati sull’Autonomia differenziata.

Il primo cittadino, quindi «non rimanga indifferente – hanno detto i dem – e voglia aderire all’appello unendosi agli altri primi cittadini calabresi, responsabilmente preoccupati degli effetti devastanti che l’entrata in vigore della legge potrebbe produrre sull’erogazione dei servizi da parte dei comuni, ovviamente anche del nostro, verso i bisogni e le istanze dei propri concittadini, in primo luogo di quelli più fragili e indifesi».

«La battaglia contro l’autonomia differenziata deve essere una sfida che riguarda tutti – hanno evidenziato – senza distinzione di schieramenti. In gioco c’è il futuro delle nostre comunità».

«Come è noto – spiegano i dem nella nota – la legge sull’autonomia, meglio conosciuta come secessione dei ricchi o spacca Italia, voluta dalla Lega di Salvini e fatta propria dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, contiene – così come vi è scritto nel documento dei sindaci- “evidenti elementi di anticostituzionalità e mina nelle fondamenta l’unità del Paese, sottraendo ingenti risorse e funzioni alle Regioni meridionali, tali da compromettere i valori costituzionali dell’uguaglianza e i diritti alla salute, al lavoro e all’istruzione di tutti i cittadini».

«Le disposizioni della legge creerebbero, se attuate – hanno evidenziato – inaccettabili discriminazioni tra i cittadini delle Regioni del nord e quelle del Meridione, soprattutto in settori vitali quali la sanità pubblica e l’istruzione, disegnando un Paese diviso a metà e molto lontano dall’impianto voluto dai Padri Costituenti». (rrc)