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Palazzo Campanella

L’Associazione Fibromialgia di Reggio ha incontrato la Garante Regionale della Salute

Nei giorni scorsi, a Reggio, si è svolto un incontro tra la Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, e l’Associazione reggina Fibromialgia, presieduta da Iolanda Votano.

Presente, all’incontro, anche la presidente della Consulta comunale Politiche Sociali, Marisa Cagliostro, di cui l’Associazione è parte attiva avendo aperto uno sportello informativo presso la sede delle Consulte.

L’Associazione ha fatto presente che ad oggi non ha avuto seguito da parte della Regione Calabria la  mozione che l’Ente ha approvato nel 2019 affinché la patologia fosse inserita nei Lea come in quasi tutte  le altre regioni italiane. 

La prof. Stanganelli,dopo aver assunto le informazioni necessarie alla prosecuzione dell’iter di approvazione  si è impegnata ad operare per garantire il diritto alla salute per i portatori di questa patologia invalidante  come previsto dall’art.32 della Costituzione.  

Il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante è stato approvato dal OMS (Organizzazione  mondiale sanità) nel 1994,dove venivano fissati i criteri diagnostici della malattia. La fibromialgia è una  patologia caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità, alla quale si affiancano una  vasta gamma di disturbi tra cui insonnia ,astenia,sonno non ristoratore, nebbia mentale, fibro flog. In Italia  ne è affetto il 7% della popolazione, pertanto i fibromialgici sono ad oggi privi di sanità, dal punto di vista  della ricerca scientifica, e di assistenza medica visto che anche per i medici è difficile far fronte ad una  patologia che non si conosce ( dati forniti nella seduta 276 del 2/2/2010 Camera XVI legislatura allegato B). 

Quello che si chiede è l’istituzione di un registro regionale della fibromialgia per la raccolta e l’analisi dei  dati clinici e sociali della malattia, determinare un PDT(piano diagnostico terapeutico) con l’attivazione di  un percorso individuale seguito da un team multidisciplinare dedicato. L’utilizzo del telelavoro per i  lavoratori fibromialgici è inoltre utile,anche periodicamente,per non perdere il lavoro e subire mobbing dai  colleghi visto che la malattia non è riconosciuta ufficialmente. 

L’incontro si è chiuso nella massima cordialità e spirito di collaborazione.  (rrc)