Legambiente Calabria ha definito «insensate le operazioni di taglio degli alberi a Rende» e si è detta al fianco dei residenti, dei cittadini e delle associazioni di Rende giustamente indignati per le operazioni di taglio, in parte già effettuate ed in parte in corso, delle alberature lungo alcune strade cittadine di Commenda, Quattromiglia e Roges di Rende.
«Con una nota inviata al Commissario prefettizio del Comune di Rende – ha reso noto Legambiente – e per conoscenza al Presidente del Comitato per lo sviluppo del verde urbano ed al Capo del Dipartimento Unità di Missione per il Pnrr, l’associazione ambientalista, dopo avere effettuato una verifica sul posto e preso visione della nota redatta da un tecnico agronomo sulla cui base è stato redatto dalla precedente Giunta guidata dal sindaco Manna il progetto esecutivo da parte del Comune di Rende, ora commissariato, ha rilevato l’inadeguatezza e l’inopportunità degli interventi posti in essere».
Per questo ha chiesto al Commissario prefettizio del Comune di Rende «di fermare il cantiere e sospendere immediatamente ogni operazione di taglio degli alberi per attuare una più adeguata valutazione degli interventi in essere».
Per come constatato da Legambiente, «il Comune sta procedendo al taglio indiscriminato delle alberature così impoverendo la dotazione di verde pubblico ed agendo in direzione contraria rispetto agli obiettivi europei di mitigazione richiesti dalla crisi climatica in atto. Si tratta di interventi, finanziati con fondi Pnrr – si legge nella nota dell’Associazione – profondamente dissonanti rispetto all’obiettivo di rigenerazione urbana, basati su una relazione tecnica molto carente e generica nelle motivazioni che hanno determinato la pericolosità delle piante. Sarebbe stata, invece, necessaria un’indagine strumentale, puntuale ed approfondita, per verificare lo stato di salute e di pericolosità delle singole piante, per poi scegliere, in maniera selettiva, gli interventi più appropriati non essendo sufficiente la Visual Tree Assessment (tecnica del controllo visivo) a supportare l’invasività degli interventi attuati».
«La finalità di un intervento di riqualificazione urbana – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria ed Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente nazionale – dovrebbe essere, palesemente, quello di utilizzare gli alberi per migliorare la vivibilità e il benessere dei cittadini, orientare le strategie per il verde nella direzione di creare boschi nelle città, utilizzando specie autoctone coerenti con la vegetazione locale gestita secondo moderni criteri di arboricoltura, promuovere interventi di gestione del verde con azioni basate sulla natura (Nature Based Solution NBS), certificare le foreste urbane e applicare i principi del Green pubblic procurement negli appalti pubblici».
«È utile in questa sede ricordare – continua la nota dell’Associazione – che un accurato posizionamento degli alberi nelle aree urbane può raffreddare la temperatura dell’aria dai 2° agli 8°C, e se posizionati in maniera appropriata attorno agli edifici, gli alberi possono ridurre l’utilizzo del condizionatore del 30% e far risparmiare dal 20% la 50% dei costi per il raffrescamento e la presenza di spazi verdi dotati di alberi aumenta il valore immobiliare di almeno il 20%. Un albero può assorbire fino a 150Kg di CO2 all’anno e i grandi alberi all’interno delle aree urbane sono eccellenti filtri di agenti inquinanti, la vegetazione incrementa la permeabilità dei terreni e attenua il run-off (scivolamento dell’acqua) su superfici impermeabili e riduce il dissesto, e passare del tempo nel verde migliora la salute fisica e mentale».
«Insomma, per una città importante come Rende – ha continuato Legambiente – ci saremmo aspettati un intervento di riqualificazione del verde urbano che facesse scuola e fungesse da esempio per altre città della nostra Regione, in realtà ci troviamo a commentare un intervento invasivo che incide pesantemente sul patrimonio pubblico di verde urbano. Un intervento attuato senza una adeguata giustificazione tecnica e peggiorativo del contesto urbano». (rcs)