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Legambiente: No a Ponte sullo Stretto, ci sono altre priorità

Legambiente: No a Ponte sullo Stretto, ci sono altre priorità

Ponte sullo Stretto? Abbiamo altre priorità. È decisa la posizione assunta da Legambiente in merito all’infrastruttura, che è tornato a essere uno dei temi più dibattuti nel corso della campagna elettorale.

L’ultimo a parlarne, è stato il neo governatore della Sicilia, Renato Schifani, a cui gli ha fatto eco il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ha parlato di «condizioni irripetibili per farlo».

«Puntuale è ripartita la retorica di questa grande opera – si legge in una nota – utile solo a buttare al vento altri soldi pubblici, dopo il miliardo di euro che, fino ad oggi, sono costati studi, consulenze e stipendi della società Stretto di Messina. Stavolta diciamo noi, le priorità dell’Italia sono davvero altre».

«Nelle regioni – viene spiegato – c’è urgente bisogno di riforme che garantiscono ai cittadini un servizio di trasporto di qualità e focalizzare gli investimenti sull’ammodernamento della rete infrastrutturale e in collegamenti veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola. Abbiamo bisogno di nuovo materiale rotabile per utilizzare al meglio la linea tirrenica e moderni traghetti Roll-on/Roll-off (Ro-Ro) lunghi 200 metri, che permettono di far entrare le Frecce senza scomporle, dimezzando i tempi di attraversamento. Servono investimenti importanti per l’elettrificazione delle linee al sud e il potenziamento di alcune direttrici che permetteranno di rendere più veloci e sicuri i viaggi. Per le merci quello che serve è garantire che le linee tirrenica, jonica e adriatica al sud possano essere utilizzate da treni lunghi 750 metri».

«Inoltre – continua l’Associazione – occorre riqualificare terminali passeggeri e stazioni (oggi in condizione di degrado), migliorare accessibilità e coincidenze con il trasporto pubblico ma anche con percorsi pedonali e ciclabili, rinnovare le navi in circolazione. Investimenti importanti che devono essere accompagnati da una strategia e un’autorità che coordini l’offerta dei diversi servizi per semplificare gli spostamenti e gli scambi tra treni, autobus locali e regionali e traghetti».

Legambiente, poi, parla di «tre grandi bugie»: la prima, ovvero che «si può ripartire dall’attuale progetto. «Il Governo Monti – ha spiegato Legambiente – sulla base di valutazioni tecniche ed economiche, dichiarò il fallimeno del progetto, dopo che il Generale Contractor Eurolink non era stato in grado di dimostrare la fattibilità e a risolvere i problemi tecnici, geologici e paesaggistici dell’opera».

La seconda «grande bugia»: Presto arriverà l’alta velocità da connette al ponte per rilanciare il Sud. Falso, per Legambiente: «È previsto – viene spiegato – un finanziamento con 10 miliardi di euro per una tratta che non sarà completata prima del 2030 (e per 5 e 10 minuti di risparmio). È evidente che non si possono aspettare 20 o 30 anni prima di avere un cambiamento nei collegamenti tra la Sicilia, la Calabria e Roma».

Terza «grande bugia»: Le risorse europee aiuteranno la realizzazione del Ponte: «Il ponte – ha ricordato Legambiente – non è previsto nel Recovery Plan e neanche nella programmazione europea 2021-2027, e non rientra nel programma Connecting Europe Facility, che fornisce assistenza finanziaria alle reti e alle infrastrutture transeuropee».

L’Associazione, infatti, ha ricordato cosa prevedere il Pnrr: 60 mln a Rete Ferroviaria Italiana Spa per l’acquisto di 3 nuove navi passeggeri per l’attraversamento dello Stretto; 20 milioni per le navi che traghetteranno i treni con alimentazione ibrida; per le flotte private sono disponibili 35 per rinnovare i mezzi; l’acquisto di 12 treni Frecciarossa da 4 vagoni ciascuno per i collegamenti di lunga distanza.

Le vere priorità per Legambiente

Abbandonare il progetto e rilanciare gli investimenti in collegamenti veloci e frequenti tra Sicilia, Calabria e resto della Penisola. Portare le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma. Potenziare il trasporto via nave lungo lo Stretto con moderni traghetti Roll-on/Roll-off (Ro-Ro); rafforzare i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari.

«Non possiamo più aspettare – ha concluso Legambiente –. L’Italia deve attuare la transizione ecologica e deve farlo subito».

L’Associazione, infatti, ha lanciato una petizione per chiedere al nuovo Governo e Parlamento una «rievoluzione davvero verde».