;
Lettera aperta delle Operatrici dei Centri Socio Educativi al Comune di Reggio

Lettera aperta delle Operatrici dei Centri Socio Educativi al Comune di Reggio

Le operatrici dei Centri Socio Educativi ha scritto una lettera aperta all’Amministrazione comunale di Reggio Calabria, denunciando una situazione «sempre più insostenibile economicamente perché l’amministrazione e chi di competenza non trova rimedio ai mancati pagamenti, fermi a giugno».

«Questo stato di atonia morale – si legge nella lettera – da parte di chi deve attivarsi al fine di risolvere l’atavica situazione, condurrà inesorabilmente alla chiusura dei centri. In un’ottica sociale questo significa che per molti disabili verrà a mancare il riconoscimento del diritto alla cura. Manca il senso di responsabilità che fa guardare oltre la burocrazia e che darebbe alla politica la capacità di impegnarsi maggiormente per questo delicato settore».

«Una politica che sia sensibile a certi temi s’impegna, innanzitutto – è stato evidenziato – a tutelare i diritti dei soggetti deboli, che rischiano di essere retrocessi a cittadini di serie B. Disgraziatamente la dura realtà ci mostra esclusivamente il predominio di un analfabetismo politico e burocratico, che non lasciano scampo a chi vive una condizione di vulnerabilità. Ci rammarichiamo perché crediamo nei valori del sociale e siamo sicure che attraverso essi avremmo sicuramente un mondo migliore».

«Cari amministratori – si legge nella lettera – non saremo sicuramente complici inermi di questa ingiustizia e siamo pronte a gridarlo in piazza, perché il bene dei nostri ragazzi viene prima di tutto. Abbiamo sacrificato, e lo faremo altre mille volte, ogni risorsa per loro e senza mai guardare le enormi difficoltà personali. Non ci siamo mai coperte dietro a scuse e pretendiamo la stessa serietà anche da parte vostra. Le nostre dichiarazioni vi sembreranno dure, ma siamo stanche di accettare sempre stasi di comodo ingiustificate».

«L’assunzione di neutralità quando si tratta di disabilità non è accettabile – conclude la lettera – per il rispetto dei diritti costituzionalmente riconosciuti siete chiamati a rispondere. Non bastano, a nostro avviso, proclami o promesse, per inciso mai mantenute, vogliamo fatti! Concludiamo, ribadendo, la nostra totale disponibilità al dialogo purché sia in tempi ragionevolmente brevi». (rrc)