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Dario Laruffa

L’incontro dei giovani calabresi con Dario Laruffa alla Stampa cattolica di Reggio


“Vieni e vedi”, una comunicazione al servizio della verità: questo il tema centrale di uno degli incontri organizzati da “Attendiamoci onlus”, organizzazione no-profit di Reggio Calabria, nell’ambito dei programmi on line intitolati “In diretta con”.
Incontro promosso in collaborazione con la Sezione Calabria “Natuzza Evolo” dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana, in occasione della Festa del patrono San Francesco di Sales, e con la partecipazione del giornalista e corrispondente Rai dagli Stati Uniti Dario Laruffa che, nel corso di una vivace ed interessante intervista, ha risposto alle numerose domande del presidente dell’Ucsi Calabria, don Valerio Chiovaro, e del moderatore Demetrio Maltese, presidente del Consiglio direttivo di “Attendiamoci”. Domande a cui si sono aggiunte quelle del numeroso pubblico in diretta sul canale Facebook della onlus.

don Valerio Chiovaro

Il noto giornalista ha raccontato con orgoglio delle sue origini calabresi e del suo esordio in Rai quando, ancora giovanissimo, ha cominciato subito ad occuparsi di politica ed economia, trovandosi, da cronista, a dover scegliere se fosse più importante dare la propria opinione sui fatti o, piuttosto, dare agli altri, quindi al pubblico, gli strumenti utili per interpretare la realtà. «Cosa che un vero giornalista dovrebbe essere impegnato a fare ogni giorno».
Inviato e conduttore del Tg2, prima di diventare corrispondente dagli Usa, Laruffa, nell’arco della sua lunga carriera, infatti, non ha solo commentato i principali fatti di cronaca e politica italiana, ma ha anche seguito, negli anni, i principali vertici europei ed internazionali, senza tralasciare i più importanti avvenimenti politici ed economici del mondo. Lo ha fatto, realizzando vari documentari al fine di raccontare le realtà di numerosi paesi come Cina, Vietnam ed Est Europa e seguendo, tra l’altro, con la professionalità che lo ha sempre contraddistinto, le notizie relative al complesso processo che dal Trattato di Maastricht ha portato all’introduzione dell’Euro per cui gli è stato conferito il titolo di Commendatore della Repubblica.
Recentemente lo abbiamo visto impegnato a commentare per l’Italia le ultime elezioni americane che hanno trovato a contrapporsi le differenti ideologie di Trump e Biden.
Un giornalista a 360 gradi, insomma, che ha varcato i nostri confini e che si è ritrovato in un paese straniero, lontano, diverso, ove anche il modo di fare giornalismo e seguire una notizia è molto differente dal nostro.
Tra le domande a cui è stato chiamato a rispondere dai giovani di “Attendiamoci” non sono mancate quelle relative alla situazione attuale del nostro paese proprio nei giorni in cui si sta decidendo delle sue sorti politiche, dalla nomina di Draghi a nuovo Presidente del Consiglio, di cui Laruffa si è dichiarato “abbastanza entusiasta”, alla forte convinzione che l’Italia sia da sempre “un grande paese, caratterizzato da una forte democrazia”.
Quindi, il tema di come i giovani di oggi debbano interfacciarsi con il loro futuro, il lavoro, le notizie. «Sarebbe importante – ha dichiarato Laruffa rivolgendosi proprio ai ragazzi – prepararsi, studiare il più possibile e, nel caso del giornalismo, aggiungere qualità a ciò che si vuole comunicare».
Molto interessante, a tal proposito, il commento alle parole di Papa Francesco che, per la 55a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, ha voluto indirizzare a tutti i giornalisti: “Vieni e vedi” (Gv 1,46), cioè andare incontro alla notizia, incontrare le persone, dove e come sono, è il monito che Bergoglio ha inviato a tutti i responsabili della comunicazione e dell’informazione per incoraggiarli ad “andare dove nessuno va, a mettersi in movimento, a tornare a consumare la suola delle scarpe” proprio come il Signore fa nel rapporto con i suoi discepoli.
E Laruffa, a tal proposito, insieme con don Valerio Chiovaro ha spiegato quanto, in un mondo in cui sembrano moltiplicarsi sempre più notizie fotocopia sia sui giornali che sul web, ove l’informazione risulta sempre più uguale, appiattita e non si fa più la fatica di andare a cercare realmente cosa raccontare, sia importante attivare la propria curiosità e andare a vedere con i propri occhi la realtà per verificarla, smascherando, in caso, eventuali menzogne, per poi riportarla agli altri.
Perché è proprio questo ciò che richiede la professione del giornalista, come quella di chiunque altro sia chiamato a trattare o divulgare una notizia di qualsiasi genere o ambito si tratti, essere cioè “responsabili di tutto ciò che si comunica dando valore alla verità”.  (Margherita Ambrogio)

[courtesy giornalistitalia.it]