di SILVIO CACCIATORE – Il territorio dell’Area Grecanica sta vivendo un progressivo e costante calo demografico. In 13 anni, dal 2011 al 2024, la popolazione residente è scesa da 49 mila a circa 43.500 abitanti, con una riduzione del 10,9%. Una vera e propria emorragia che colpisce in modo trasversale tutti i comuni della zona, aggravata da mancanza di lavoro, servizi essenziali carenti e infrastrutture inadeguate.
Analizzando i dati nel dettaglio, emerge che il calo demografico riguarda tutti i 16 comuni dell’Area Grecanica, con variazioni che vanno da una perdita contenuta fino a situazioni più critiche. Roccaforte del Greco è tra i centri più colpiti, con una diminuzione della popolazione del 41,8% dal 2011 al 2024, passando da 518 abitanti a soli 301. San Lorenzo ha perso 558 residenti, riducendosi da 2.829 abitanti a 2.271, mentre Melito di Porto Salvo, il centro più popoloso dell’area, è sceso di oltre 1.100 abitanti, stabilizzandosi oggi intorno ai 10.091 residenti.
A pesare su questo calo è un insieme di fattori strutturali e sociali che hanno reso sempre più difficile per le famiglie e i giovani restare in questi territori. La difficoltà di accesso ai servizi sanitari, la scarsità di opportunità lavorative e una rete viaria inadeguata hanno spinto molti a emigrare in cerca di condizioni migliori.
Problemi atavici
Durante il telegiornale di LaC News 24, il sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri, nonché presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Area Grecanica, ha evidenziato in diretta le gravi difficoltà che affliggono il territorio.
«Si tratta di problemi storici – ha sottolineato – che riguardano trasporti, sanità, lavoro. Pensiamo alla statale 106, un’arteria fondamentale per lo sviluppo economico e sociale della zona, che ancora oggi versa in condizioni inaccettabili».
Il primo cittadino ha inoltre ribadito che l’assenza di collegamenti adeguati rende ancora più difficile lo sviluppo economico e la permanenza della popolazione nei comuni dell’area.
Un altro fattore determinante nel progressivo spopolamento è la crisi occupazionale. Secondo i dati, tra il 2015 e il 2018, si sono persi 7.000 posti di lavoro solo nel settore edilizio nella provincia di Reggio Calabria, molti dei quali ricadenti nell’Area Grecanica. La mancanza di opportunità ha spinto centinaia di giovani e famiglie a cercare fortuna altrove, contribuendo al progressivo svuotamento dei piccoli comuni. La questione del lavoro si lega inevitabilmente anche alle difficoltà per chi vorrebbe avviare un’attività economica sul territorio.
Le aree interne
Per contrastare questa tendenza, l’Area Grecanica è stata inserita nella Strategia Nazionale per le Aree Interne, un piano di intervento che punta a incentivare investimenti per il miglioramento dei servizi sanitari, infrastrutturali e scolastici.
Tuttavia, i sindaci chiedono misure più incisive e tempi di attuazione rapidi per evitare che la situazione diventi irreversibile. Tra le possibili soluzioni che si potrebbero proporre, vi sono incentivi per le imprese, sgravi fiscali per chi decide di investire nell’area e il potenziamento delle strutture scolastiche per garantire un’istruzione di qualità ai giovani senza costringerli a spostarsi nei centri più grandi. Inoltre, si potrebbe puntare ad una maggiore valorizzare del patrimonio culturale e turistico della zona, un settore che potrebbe rappresentare un’opportunità di rilancio economico se adeguatamente supportato.
Un trend preoccupante
Le proiezioni future non fanno ben sperare: se il trend di calo demografico continuerà con gli stessi ritmi, entro il 2029 l’Area Grecanica potrebbe scendere sotto la soglia dei 42.000 abitanti, e nel 2034 rischia di scendere sotto i 40.000 residenti. Questi dati delineano un quadro allarmante, che necessita di interventi urgenti.
Senza azioni strutturali e politiche di sviluppo concrete, il rischio è che nei prossimi anni la popolazione continui a diminuire, trasformando questo angolo di Calabria in un’area sempre più fragile e meno abitata. Le istituzioni lanciano un appello chiaro: bloccare il declino demografico e garantire un futuro ai territori dell’Area Grecanica è una priorità non più rimandabile. (sc)
[Courtesy LaCNews24]