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L'OPINIONE / Cosimo Sframeli: A Platì per ora regna la nebbia

L’OPINIONE / Cosimo Sframeli: A Platì per ora regna la nebbia

di COSIMO SFRAMELIGli italiani vogliono verità che, fuori ogni dubbio, è una nobile pretesa. Ma viene in mente, come ricordava un mio direttore spirituale, che “uno solo la possedeva e finì in croce”. 

A Platì, in Aspromonte, si prova la stessa emozione che colpisce chi visita per la prima volta un borgo incantato, che conserva ancora misteri immersi nel paesaggio circostante. 

Ricordo a me stesso che la coscienza di un popolo si forma nel tempo attraverso gli aspetti più nobili del suo passato, cogliendone lo spirito,  gli ideali e l’esempio dei migliori. 

Convocato d’urgenza il “Consiglio Comunale Aperto” dal sindaco di Platì e dal Presidente del Consiglio comunale a seguito del danneggiamento a mezzo di liquido infiammabile del portone d’ingresso della Casa municipale. Una spregevole azione aggressiva di oscura matrice. 

A sostegno dei Consiglieri comunali sotto attacco, a Platì giungono il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il Prefetto della Provincia di Reggio Calabria, il Presidente della Giunta della Regione Calabria, il Questore di Reggio Calabria, i Comandanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Vescovo di Locri-Gerace, rappresentanti istituzionali dello Stato. La  gente di Platì, per ragionevoli particolari motivi, non partecipa. Per l’occasione, si producono motivati documenti in cui si evidenziano argomentazioni e legittime posizioni che conducono a riflessioni.     

Un tempo, Guareschi spiegò a un intervistatore: «Io sono socialista, monarchico e cristiano, ma il socialismo di oggi non è più quello della mia infanzia». E il suo Don Camillo intravide già il futuro: «Compagno – spiegava a Peppone – non ti rendi conto che, fra non molto, verremo cacciati via a calci, io dai miei e tu dai tuoi?». Ai suoi funerali, in una giornata grigia, c’era poca gente e quasi nessuno dei suoi estimatori. 

E poi, nelle competizioni sportive ciascuno esalta la sua squadra, il suo campione, e svaluta l’avversario, ma non dà un giudizio morale. Una volta c’era il tifo per Coppi e Bartali. Ognuno trovava che il suo eroe fosse più forte, più coraggioso, più intelligente. La politica è una vera passione fatta di amore e di odio. Come la guerra, è basata sulla contrapposizione di amico e nemico in cui il giudizio morale non è sereno, oggettivo, ma asservito alle passioni, anche quando il nemico “reale” dovrebbe stare oltre la barricata.

Per ora a Platì, che in tantissimi amano, regna la nebbia e solo il silenzio riesce a stendere un velo di pietà. Ma non si ammetterà mai che i bambini di Platì, che sorreggono già sulle proprie spalle e dentro l’anima il peso del passato, della ferocia della ‘ndrangheta, siano abbandonati al loro destino. 

Per me la Patria non è rappresentata dalla nazionale o da Sanremo, bensì dalla Bandiera, dall’Inno nazionale e dal Presidente della Repubblica. Circa 2400 anni fa, Socrate diceva a Critone, quando questi lo incitava a fuggire dal carcere: «Vedi, le leggi sono le leggi, non sono né giuste né ingiuste. Loro rappresentano la Patria e noi tutti non esisteremmo se non ci fosse la Patria. Mio padre e mia madre forse non si sarebbero sposati e chissà nemmeno io sarei nato».

In conclusione, continuo a considerare la frase più bella del Secolo scorso quella scritta da Albert Einstein sul modulo di entrata negli Stati Uniti d’America, quando alla domanda “razza” lui rispose semplicemente “umana”. (cs)