di ELENA HOO – L’autonomia differenziata permetterà alle Regioni di trattenere un maggior gettito fiscale anziché versarlo allo Stato per perequare i trasferimenti Stato/Regioni.
Così le regioni più ricche (tutte al Nord), che hanno già maggiori risorse rispetto a quelle del Sud, avranno anche ulteriori risorse per implementare i servizi e prevedere prestazioni sociali e sanitarie aggiuntive per i loro cittadini. In questo modo l’esercizio dei diritti e perfino la tutela della salute saranno tutelate in funzione al reddito e alla residenza.
Se guardiamo, ad esempio, la tutela della salute, già esistono fortissime disuguaglianze tra Nord e Sud del nostro Paese. Le conseguenze già le tocchiamo con mano: l’aspettativa di vita al Sud è inferiore al quella del Nord di ben 4 anni; a Sud c’è una maggior mortalità e una enorme mobilità sanitaria che ha fatto diminuire le risorse del Fondo Sanitario Nazionale destinate alle regioni del Sud.
Le regioni in virtù dell’autonomia differenziata potranno gestire in modo libero le ulteriori risorse con l’evidente possibilità di uno spostamento dei servizi verso il privato.
I diritti civili e sociali assicurati garantiti dalla Costituzione resteranno assicurati solo a livello formale e anche una definizione precisa dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) per garantire i diritti uguali in tutte le regioni, verrebbe vanificata dall’impossibilità dello Stato a colmare la differenza della spesa tra Nord e Sud che già ora, ad esempio in campo sanitario, è del 25%.
È chiaro che si sta procedendo a disegnare il futuro del paese seguendo un puro calcolo di convenienze delle regioni e dei poteri forti, mettendo a serio rischio l’unità del paese e la coesione sociale. L’autonomia differenziata non solo non diminuirà le disuguaglianze territoriali, come ci ha invitato a fare l’Europa attraverso i fondi del Pnrr, ma paradossalmente le aumenterà in modo notevole.
Auser, a livello nazionale, ha assunto una posizione ben precisa: ogni maggiore forma di autonomia deve essere collocata nel solco dei principi e valori della nostra Costituzione. Questo vuol dire che alcune materie come la salute, l’istruzione, il lavoro devono restare al centro dell’intervento pubblico e devono garantire i diritti alla persone in modo universale, su tutto il territorio nazionale, indipendentemente da dove si nasce e si vive. (eh)
[Elena Hoo è presidente dell’Auser di Rende]