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Emilio Errigo

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La Calabria, una comunità unita e responsabile

di EMILIO ERRIGO – Non sono un Sociologo, ma un operatore del diritto. Questo avviso è doveroso per i cari lettori che ringrazio sempre per le tante testimonianze di consenso.
Le Comunità Calabresi, ovunque esse siano presenti, in Calabria “Terra Madre”, in altre  regioni d’ Italia e in  ogni parte del mondo, sono considerate delle Comunità  di persone attive, propositive e aggreganti. Quello che ho avuto modo di osservare, direttamente de visu e indirettamente, attraverso i mezzi di comunicazione cartacei e digitali, che cresce una forma di “incomunicabilità moderna”, tra i componenti delle piccole e grandi Comunità territoriali.
Si è presi  da una spasmodica e incalzante voglia di  emergere ad ogni costo e con ogni mezzo, che sia legale o illegale, poco importa, importante è quello di raggiungere il proprio fine. Così cari amici lettori, non si crea la Comunità, non si va da nessuna parte che non sia l’inferno interiore, famigliare e sociale. Una Comunità per rimanere viva, ha assoluta necessità di alimentarsi,  facendo propri e riconoscendo i valori e principi fondanti del vivere civile.
La Calabria per essere una “Comunità di Calabresi uniti e responsabili”, deve ritrovarsi più spesso assieme: in famiglia, nello sport, in chiesa, in piazza tra gli amici, in un prato suonando e cantando, ridendo, raccontando aneddoti, storie  e racconti , che creino unioni e non divisioni,  ascoltando gli anziani e andando a trovare Genitori, Nonni e persone sole.
Alcuni giorni addietro e pure oggi, ho letto di ricorrenti aggressioni pericolose e violenze incontrollate, tra giovani compagni di scuola.
“Tra  Compagni di Scuola in Calabria”? Non ci potevo e non volevo credere! Ho dovuto rileggere l’articolo, per avere contezza del fatto di cronaca nera,  più nera del nero buio della notte senza luna.
Un mio amico, considerato in Calabria il “Sociologo dei Giovani “, Francesco Rao, Presidente di Ans Calabria, in uno dei suoi tanti importanti  pensieri riflessivi sulla vita non vissuta, come dire una “non vita” dei  Giovani in Calabria, ha scritto che la “pugnalata” inflitta nel corpo della giovanissima vittima, con inaudita e incontrollata violenza, l’aggressore l’ha inflitta al cuore dei Genitori di entrami i Giovani, sia a quelli  della vittima, che ai genitori dell’aggressore autore del gesto inaccettabile.
Io mi permetto di dire che ogni atto di violenza tra i Giovani è si condannabile, ma rappresenti  una profonda ferita  arrecata alla  Comunità  sociale tutta della Calabria.
Che fare, come agire, si possono prevedere e prevenire tali atti di incontrollata e pericolosissima violenza sociale? Si che si può e si deve, prevedere, prevenire e controllare la violenza tra i Giovani in Calabria.
Con tutti i mezzi più semplici esistenti, facendo riemergere dal proprio io, dal profondo della propria personalità, tutto quanto di buono hanno tramandato ai Giovani i propri Genitori. Occorrono tonnellate di amicizia e tanto sport in Calabria.
Non è mai esistita a mia memoria in Calabria, una Madre e Padre, che abbiano voluto il male di un figlio  proprio, ne dei figli altrui.
Ricordo bene, con quanta gioia, ci si ritrovava assieme a casa di uno o dell’altro amico e amiche, per organizzare una partita di calcio, di palla a volo sulla spiaggia, di calcio al campetto della fiumara, della stazione, al parco, all’oratorio, una piccola gita fuori casa, un cantata e ballata tra amici e amiche.
Oggi pare di assistere  al decadimento valoriale del profondo senso di essere “Compagni di Scuola in Calabria”, alla perdita di contatto sociale con la Comunità di appartenenza. La violenza tra i Giovani è sempre una grande sconfitta sociale per tutti, nessuno escluso, che lede le fondamenta del dialogo libero e costruttivo, anche in presenza di opinioni diverse. Quello che credo occorra ritrovare in Calabria e tra Calabresi, sia il valore sacro e l’inalienabile principio dell’amicizia, amicizia  sempre, comunque e ovunque.
L’amicizia è fratellanza, comprensione, aiuto, sostegno, forza, coraggio, unione, solidarietà, tolleranza, amore famigliare e rispetto fraterno. Solo così la Calabria può vincere la violenza tra i Giovani, ritornando  ad essere, e deve essere, una Comunità umana forte, unita e responsabile. (er)
[Emilio Errigo è nato e cresciuto in Calabria fino alla maggiore età, Generale della Guardia di Finanza in ausiliaria, Docente di Diritto Internazionale e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate]