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L'OPINIONE / Emilio Errigo: Sento che la Calabria vincerà il male ingiusto

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La necessità di attuare gli articoli uno, tre e quattro della Costituzione

di EMILIO ERRIGO – Il grande e indimenticabile politico italiano, Amintore Fanfani, eletto in Commissione dei 75, all’Assemblea costituente, il 2 giugno 1946, scrisse di pugno l’emendamento al primo articolo della Costituzione “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, quale componente della terza sottocommissione, dedicata ai principi economici e sociali, contribuendo non poco col suo profondo sapere di studioso dell’economia nazionale, europea e internazionale, alla formulazione del terzo e il quarto degli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana.

Amintore Fanfani, allora vice segretario della DC, aveva come prima consigliera morale di fede cattolica, sua madre, Anita Leo, donna forte e determinata, di padre calabrese e madre veneziana, nata a Paludi in Calabria nel 1884, come maestro il padre noto giurista e affermato avvocato e notaio, Giuseppe Fanfani.

Non sono in tanti coloro che sono a conoscenza che nel sangue arterioso e venoso del grande economista, uomo politico e statista italiano, Amintore Fanfani, scorressero energie positive e creative tipiche dei Calabro-Veneti.

Sono tutte belle le Mamme del mondo, nessuna esclusa e questa solenne affermazione, chi osa e si permetterà mai di contraddirla? Tanto è vero quanto detto e scritto sulla grandezza universale delle mamme, che in Calabria proprio per rafforzare questa verità, c’è un detto sacro che così recita: “cu ti dici chi ti voli beni chiu di to Mamma, non ci cririri o ti tradisci o t’inganna” (chi ti dice che ti vuole bene più di tua Mamma, non ci credere, o ti tradisce o ti inganna).

Io ci credo che sia una verità assoluta! Ho voluto introdurre il mio semplice ragionamento, ricordando Amintore Fanfani e sua madre Anita Leo, per poter cercare di diffondere un pensiero e convinzione comune che oramai è fisso nelle menti delle Donne di Calabria.

Stante alle loro credo condivisibili convinzioni, i politici deputati e senatori, che saranno eletti in Parlamento, il nuovo Presidente del Consiglio e i ministri del nuovo Governo, devono adoperarsi per concretizzare (almeno in minima parte) le mille e cinquecento e forse molto di più, promesse fatte nel corso della più promettente campagna elettorale di tutti i tempi, assicurando lavoro onesto e adeguatamente retribuito, fatto di braccia, sudore, mente e corpo sano (e non di reddito di cittadinanza), a tutti i giovani e adulti cittadini Calabresi e non, residenti nelle regioni del Sud Italia, i quali allo stato si trovano (loro e nostro malgrado), disoccupati e inoccupati pur essendo abili al lavoro.

Che dire, certo che va sottoscritta questa legittima volontà e desiderata, proveniente dalle Mamme di Calabria. Loro sì che conoscono più di tutti molto bene, le vere conseguenze famigliari e sociali, della mancanza di reddito in casa proveniente da lavoro onesto.

Ecco perché Anita Leo Fanfani, esortó con il nobile cuore di mamma Calabro-Veneta, il figlio Amintore, a scrivere di sua mano quel solenne e fondamentale principio di cui ne è fatta espressa scritturazione, al primo comma dell’articolo 1, della nostra Costituzione, in uno con gli altri articoli a carattere economico e sociale.

Lei si che era a conosceva di quanta sofferenze e ristrettezze economiche, a causa di mancanza di lavoro, erano presenti nelle case delle famiglie della Gente di Calabria e del Sud Italia. Grazie per sempre donna Anita Leo Fanfani!

I Calabresi come Lei e credo tutti gli Italiani, la ricorderanno e Le saranno riconoscenti per l’eternità. Il lavoro quando manca in una famiglia, qualunque esso sia, mancheranno inevitabilmente, in primis gli alimenti, poi la casa, il reddito e ogni bene necessario per vivere dignitosamente.

Amintore Fanfani, quando nel 1961, da Presidente del Consiglio, nei tre giorni di permanenza durante la storica visita Calabria, girò in lungo e in largo, dalla marina alle montagne, in macchina e a piedi, tra strade asfaltate, percorsi montani ancora privi di ogni minima sicurezza stradale e sentieri in terra battuta, volle rendersi conto di persona e ascoltare, visionare, parlare, con gli abitanti di quelle realtà umane residenti nei diversi territori, compromessi da reiterate alluvioni, dissesti idrogeologici, disastri ambientali, gravi disagi famigliari, mancanza di beni ed elementi essenziali per iniziare a vivere una vita per loro dignitosa e civile.

Prima ancora di fare rientro in sede governativa, nel mentre eseguiva i vari non facili sopralluoghi, si attivava con tutti i mezzi e risorse umane disponibili, per la predisposizione degli atti di Governo di Sua competenza, per attenuare le problematiche esistenti in Calabria, atti necessari e urgenti, che firmò con animo nobile e onesto al suo rientro in Presidenza del Consiglio.

Ecco che ora viene spiegato ai clementi e disorientati lettori, il perché, se non si interviene tempestivamente e prima che sia troppo tardi, nelle menti delle persone più forti e decisi a tutto, che scatta la naturale reazione alla sopravvivenza umana e in casi sempre più frequenti, il ricorso all’esercizio di attività illegali prima, attività criminali poi, con a seguire violenze e prepotenze umilianti di ogni genere, insopportabili per chiunque.

Ora se si riescono ad attuare concretamente il primo, terzo e quarto degli articoli della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana, con il necessario e urgente, intervento del Presidente della Repubblica in carica, in Calabria e nel Sud Italia, ritornerà a splendere il sole della legalità e giustizia, in caso mancata concretizzazione dei principi e valori Costituzionali, la vedo molto dura la vita per la Gente di Calabria e non solo.

Le privazioni e le sofferenze umane, se protratte nel tempo generano azioni prevedibili, incontrollate e incontrollabili, tutto a sfavore dell’Unità nazionale, dell’ordine democratico e sicurezza pubblica, sia in Calabria, che in ogni angolo della terra. (er)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario e Generale in aus. della GdiF ]