di GERARDO PONTECORVO – C’è preoccupazione, da parte della Federazione Metropolitana di Europa Verde/Verdi per l’approvazione alla Camera dei Deputati della legge che introduce in Italia l’autonomia differenziata delle regioni. Senza giri di parole definiamola pure una secessione silenziosa che ha visto nel corso di due decenni un percorso continuo e ambiguo anche per “merito” di alcune forze politiche che oggi se ne dicono indignate. Sarebbe quasi superfluo ribadirne la pericolosità sociale a discapito dei cittadini calabresi che vedranno l’inizio di ulteriori diseguaglianze nei confronti degli altri italiani delle regioni più ricche.
Disuguaglianze che si avvertiranno sul lavoro, l’istruzione, la salute e sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio. Infatti, da un punto finanziario, la norma sull’autonomia regionale differenziata permetterà di far rimanere nelle regioni una buona parte dei tributi maturati per il finanziamento delle funzioni trasferite. Risorse che dunque non saranno più a disposizione dello Stato per soddisfare anche le regioni a minore gettito fiscale, a meno che non siano previste aliquote di prelievo fiscale diverse e dunque un maggiore prelievo per quelle più ricche. È decisamente più probabile, invece, che aumenti il peso fiscale a livello regionale per il Sud! I Lep (livelli essenziali di assistenza) secondo la norma dovrebbero compensare la più marcata deficienza di fondi per regioni come la Calabria, e comunque, per la loro definizione in un Paese dai forti divari interni come l’Italia sembra un’impresa impossibile.
Non è difficile immaginare quali possano essere le conseguenze pure per il settore ambientale in Calabria che come è noto soffre di una secondarietà (marginalità) ormai cronica. Basti pensare ai problemi relativi all’inquinamento delle coste, allo smaltimento dei rifiuti e, soprattutto, all’abbandono delle aree interne che ha conseguenze devastanti sulla stabilità idrogeologica e gli incendi boschivi e di interfaccia (nel 2023 sono stati oltre 2200). Dove sono finiti gli operatori idraulico forestali che, oltre a garantire la manutenzione delle opere idrauliche e dei boschi, erano il cardine del servizio antincendio, e che quest’anno saranno appena 510 tra avvistatori e componenti delle squadre addette allo spegnimento?
Dunque, in Calabria l’autonomia ridurrà ancora di più le risorse per la tutela ambientale che invece avrebbe bisogno di una centralità decisionale e finanziaria perfino sovranazionale anche per un’efficace lotta ai cambiamenti climatici di cui le frane sempre più diffuse e gli incendi sempre più numerosi sono già effetti evidenti.
Il 26 febbraio u.s. è stata approvata dal Consiglio Comunale di Reggio una mozione sull’autonomia differenziata. Il testo impegnava il sindaco e la giunta comunale a promuovere un Consiglio Comunale aperto alla cittadinanza attiva. La federazione metropolitana di Europa Verde/Verdi chiede che si dia seguito al più presto a quanto deciso dalla mozione perché in quella sede si possa aprire un dibattito sull’autonomia, e si dia inizio a un movimento di opinione che veda partecipi tutte le forze sociali e politiche realmente contrarie all’attuazione di questa riforma deleteria per il futuro della Calabria e dell’Italia intera. (gp)
[Gerardo Pontecorvo è portavoce della Federazione metropolitana di Europa Verde/Verdi Reggio Calabria]