di GIACOMO SACCOMANNO – L’iter procedurale del Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera ingegneristica di grande rilievo, si avvicina al completamento. Nonostante le perplessità di alcuni, gli aspetti tecnici dell’opera emergono con forza ed, in particolare, la sua compatibilità ambientale. È su questo tema che si vuole focalizzare l’attenzione.
Nell’aprile 2021, il Distretto Rotary Sicilia e Malta ha pubblicato un’analisi intitolata “Stretto di Messina e rispetto della transizione ecologica”, redatta dagli ingegneri Giovanni Mollica e Antonino Musca. Il documento sosteneva che il Ponte avrebbe potuto ridurre le emissioni di CO2 di almeno 144.000 tonnellate, oltre a diminuire, significativamente, la presenza di inquinanti pericolosi, come gli ossidi di carbonio, azoto e zolfo, e le polveri sottili. La questione delle emissioni è stata oggetto di dibattito pubblico, con il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha definito il Ponte un’opera “green”, citando la riduzione delle emissioni di CO2 di 144.000 tonnellate, senza, però, menzionare la fonte dei dati. Questa affermazione ha suscitato indagini da parte dei media, con Carlo Canepa di Pagella Politica che ha identificato la fonte molto originale. Canepa, nel suo articolo del 17 maggio 2023, ha confermato la plausibilità della stima, pur sottolineando che non considerava l’inquinamento generato durante la costruzione del Ponte né il fatto che il servizio di traghetti non sarebbe terminato immediatamente con l’apertura del Ponte.
Tuttavia, queste obiezioni non hanno invalidato l’argomento principale: il Ponte contribuirà alla riduzione delle emissioni.La trasmissione RAI3 Report ha ulteriormente esplorato il tema, intervistando uno degli autori del libro. Nonostante le critiche sulla competenza degli autori e i possibili interessi personali, nessuno ha fornito una critica documentata contro la stima delle emissioni fornita dal ministro Salvini. Oggi, la Stretto di Messina S.p.A. ha aggiornato la stima della riduzione delle emissioni a 200.000 tonnellate, un dato confermato da autorevoli accademici.
In conclusione, se vi sono stati errori nella comunicazione dell’impatto ambientale del Ponte, questi sono stati per difetto, non per eccesso. Il Ponte sullo Stretto si profila quindi come un’opera che, oltre a collegare fisicamente due estremità del nostro paese, potrebbe rappresentare un significativo passo avanti per la sostenibilità ambientale. Pertanto, le critiche avanzate nei confronti del ministro sono da ritenersi totalmente infondate e, comunque, dimostrano di come l’informazione in Italia è poco attendibile e viene gestita da soggetti che mancano di assoluta obiettività. (gs)
[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]