di GIOVANNI MACRÌ – Ero preparato ad un esito negativo, ma fino alla fine ho sperato anche in un senso di responsabilità e di oggettività di chi doveva valutare tutto. Dovremo aspettare le motivazioni, altrimenti è difficile fare ogni ragionamento. Dovrei e dovremo leggere bene cosa sta alla base di questo gravissimo provvedimento che è figlio di una legge medievale che attenta alla democrazia ed ai diritti fondamentali dell’individuo.
Una cosa è certa: tutto si è consumato ai danni della comunità ed ai miei danni. Rappresenta un’offesa al lavoro svolto in questi 6 anni di governo che ha portato risultati importanti ed innegabili a Tropea, alla Calabria ed all’Italia. Abbiamo fatto un lavoro incredibile e spiace dover prendere atto oggi che tutto sia stato tutto gettato alle ortiche.
Sono certo della bontà intrapresa dall’Amministrazione Comunale in questi anni, della correttezza di tutti gli atti posti in essere, sia nel senso della legittimità che della totale impermeabilità a qualsiasi forma di criminalità organizzata. Siamo stati presidio di legalità.
Se, ad esempio, quanti ne hanno competenza verificassero in queste ore sui social profili e situazioni diverse che si stanno evolvendo, si accorgerebbero che la maggior parte delle felicitazioni per lo scioglimento del consiglio comunale provengono da soggetti non dico criminali, ma moralmente discutibili, soggetti tenuti lontano dalla cosa pubblica in questi anni.
Avrei dovuto ricevere un premio invece di questa pugnalata. Perché è stata a tutti gli effetti una pugnalata nell’animo. Sono perfettamente consapevole e conscio del lavoro svolto. Ho detto più volte di essere stato un accentratore e per questo posso dire di essere a conoscenza di tutti gli atti possi in essere dall’Amministrazione Comunale del cui operato mi assumo la totale responsabilità. Sono convinto, conosco bene, l’azione posta in essere. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, sono tangibili e riconosciuti non solo a Tropea ma nell’intera regione e credo nel Paese.
La regione intera aveva rialzato la testa anche grazie all’azione di Tropea. Sulla regione lo stesso Governo nazionale aveva ed ha destinato risorse importanti, per aiutarla in questo sforzo e percorso di rilancio. Oggi spiace dover prendere atto del fatto che quanto sta accadendo al gioiello Tropea offusca e scaricherà immagine negativa e sarà di ostacolo rispetto a tutto quanto il Presidente Occhiuto aveva messo in campo ed in atto. Spiace che non ci si sia resi conto di questo, sottolineando e ribadendo sempre che nel momento in cui si dovesse accertare che l’operato dell’Amministrazione Comunale risulta connotato dal malaffare o addirittura da interferenze con la criminalità organizzata, bisogna intervenire. Vedremo però dalla relazione cosa è realmente accaduto. Da quello che oggi trapela, ma solo da alcuni mezzi di informazione, sembrerebbe che il tutto si risolva in rapporti di parentela o a qualcosa di oltre modo datato, sulla cui l’esistenza reale bisognerebbe fare delle verifiche.
Il problema come ho sempre denunciato è che siamo di fronte ad una legge che non è una legge, ma un refuso medievale, pur essendo stato scritto in era contemporanea; una norma che andrebbe rivista in modo radicale, perché basata sul pettegolezzo e sulle congetture, con teoremi che fanno diventare, la persona più ligia al dovere di questo mondo, un terrorista da combattere in tutti i modi.
Abbiamo avuto già un esperienza recente di commissariamento, esperienza devastante, la comunità aveva perso il proprio orgoglio, la propria eredità, una città lasciata a se stessa. Nel 2018 noi abbiamo ereditato problemi enormi. Un’eredità vergognosa che nella pubblicazione del primo numero del magazine di comunicazione istituzionale Progetto Tropea, nei mesi scorsi, abbiamo identificato con 2 foto emblematiche: quella del lungomare devastato da una mareggiata e il comune con i piccioni che svolazzavano liberi e tranquilli al suo interno.
Fermo restando che perseguiremo tutte le strade previste a tutela della comunità e del suo futuro, non capiamo – altra gravissima assurdità della legge sullo scioglimento dei comuni – il motivo in base al quale la parte interessata del provvedimento, ad esempio il sindaco del comune sciolto, non debba avere e poter leggere relazione e motivazioni del provvedimento, pur essendo ormai principio giurisprudenziale consolidato.
Spero vi sia quanto meno il buon senso di prevedere ed inviare commissari all’altezza del compito. Perché i commissari erediteranno una città ed una macchina comunale importante ed in perfetto stato di salute.
Tantissimi residenti, soggetti diversi che hanno acquistato casa a Tropea sostengono che questa destinazione non ha nulla da invidiare per quanto riguarda la vivibilità ai centri più importanti di nord Europa e Italia. Tropea è una città che funziona e nella quale l’apparato amministrativo è in perfetto stato di salute: sarà quindi agevole e semplice governare, bisogna stare attenti solo a non fare danni.
Ci vogliono, per questo, persone che hanno un minimo di responsabilità e di coscienza e che pensano a quello che è il valore che dovranno gestire. Capisco, quindi, benissimo la preoccupazione dei miei concittadini ai quali rivolgo l’invito che ho sempre fatto: quello di prendersi cura, soprattutto in questo momento difficile, della loro città. Purtroppo io sarò paralizzato, potrò fare poco o nulla per la cura della nostra destinazione. Spero che i cittadini nel loro piccolo si preoccupino del loro pezzo di posto, facciano quello che negli anni passati veniva delegato alle azioni del Sindaco e dei volontari.
Evidentemente qualche sbaglio l’ho commesso. Non ho mai mai mai mai favorito criminali di alcun genere, organizzati o no. Anzi siamo stati un baluardo di legalità ed ostacolato chiunque abbia tentato di fare i propri interessi ai danni della comunità. Quando parlo di errori mi riferisco all’eccessivo lavoro svolto, ho alzato troppo la testa e mi sono fatto notare troppo. E chi si fa notare troppo in questa regione, in questa terra non ha strada lunga avanti a sé. (gm)
[Giovanni Macrì è sindaco di Tropea]