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L'OPINIONE / Giuseppe Nisticò: Antonio Tajani al Congresso di FI ha dimostrato di essere il vero erede di Berlusconi

L’OPINIONE / Giuseppe Nisticò: Antonio Tajani al Congresso di FI ha dimostrato di essere il vero erede di Berlusconi

di GIUSEPPE NISTICÒ –  Si è svolto a Roma al Palazzo dei Congressi dell’Eur, con grande successo il 23-24 febbraio, il Congresso Nazionale di Forza Italia.

Al Congresso sono intervenuti importanti politici del Ppe come Manfred Weber, Presidente del Partito Popolare Europeo, Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea e Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo che hanno rinnovato la loro profonda amicizia e stima nei riguardi di Antonio Tajani e del partito di Forza Italia.

Nella mattina del 23 febbraio, Antonio Tajani ha tenuto la sua prolusione principale. È stata una relazione a tutto campo, a 360 gradi, di alto profilo politico, economico, sociale ed etico.

Ha affrontato con grande competenza i problemi più importanti del nostro Paese ed ha esposto con grande lucidità la politica di Forza Italia per risolverli.

Conosco Tajani da ormai 30 anni da quando cioè siamo scesi in campo con Berlusconi nel 1994. Egli ha vissuto 30 anni di lavoro intenso, svolto con grande modestia sacrificio, dimostrando di essere un uomo di poche parole, ma che quando dice una parola è uomo d’onore, mantenendo gli impegni assunti. Oggi, ha fatto un discorso molto efficace, razionale, ma anche ricco di emozioni.

Ha assorbito ed accumulato in questi ultimi 30 anni gli insegnamenti di Berlusconi e le esperienze migliori delle politiche europee per cui ha raggiunto un livello di conoscenza della politica molto alto ed ha creato validissimi rapporti internazionali, essendo stato sempre un alleato affidabile, serio e corretto.

Con Berlusconi in vita, Antonio “viveva di rendita” perché seguiva le indicazioni di un uomo grande e geniale che nessuno di poteva mai raggiungere e questo lui lo aveva capito prima e meglio di tutti noi! Oggi, paradossalmente, senza Berlusconi e anche per me, devo confessare, è stata una sorpresa ed una grande meraviglia, Tajani è diventato più forte e più autorevole perché come dimostrato nella sua relazione al Congresso Nazionale, ha fatto emergere la sua vera personalità, una personalità forte, incisiva e a volte vulcanica.

È stato autenticamente sincero ed ha saputo convincere gli italiani e, secondo me, saprà creare un partito forte di Centro allargando i consensi di persone moderate che di solito non vanno a votare, ma anche di persone di sinistra, che ormai sono stanche e deluse della politica sterile e preconcetta di Elly Schlein.

Così, nella sua relazione, ha fatto esplodere il cumulo della sua esperienza trentennale con convinzione, determinazione e con un’oratoria, che mentre in passato appariva piuttosto monotona e ripetitiva, oggi nonostante di base sia stata calma e razionale è diventata molto più passionale, altitonante specie quando ha fatto riferimento a tematiche di viva attualità, come il rispetto che meritano le forze dell’ordine o i nostri giovani che dopo la laurea vorrebbero trovare un posto di lavoro qualificato e non essere costretti a migrare all’estero o dalle Regioni meridionali verso le Regioni più ricche del Centro Nord.

La mia gioia e piena soddisfazione per il ruolo fondamentale che il Congresso ha riconosciuto a Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria con la sua elezione a vice segretario Nazionale. Pertanto la Calabria, ovviamente, si rafforzerà per realizzare i progetti di sviluppo economico e sociale anche grazie al ruolo importante svolto dalla sottosegretaria Maria Tripodi, nonché dai parlamentari di Forza Italia come l’on. Giuseppe Mangialavori, presidente della Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, il dott. Francesco Cannizzaro, responsabile delle Politiche di FI per il Meridione, l’on. Fulvia Caligiuri, presidente dell’Arsac, l’on. Giovanni Arruolo e l’on. Mario Occhiuto.

Conosco la profonda stima che Antonio Tajani ha sempre nutrito nei riguardi di Roberto e la grande considerazione che lui ha sempre avuto nei riguardi della Calabria, dei suoi bisogni, delle difficoltà socio-economiche. Ho apprezzato molto il fatto che nel suo discorso programmatico Tajani abbia fatto riferimento alla creazione di Silicon Valley per valorizzare i migliori cervelli nel Meridione come quella che con Occhiuto stiamo realizzando in Calabria cioè l’Istituto di Biotecnologie “Renato Dulbecco” di Lamezia Terme.

Ho sperimentato personalmente il grande impegno e rispetto, dimostrato sempre da Tajani, nel potenziare la ricerca scientifica. Ricordo che quando insegnavo a Tor Vergata, Tajani veniva spesso a trovarmi e mi è stato di grande aiuto nell’attivare il Corso di Laurea in Farmacia in lingua inglese.

D’altro canto, desidero ancora oggi esprimere la mia gratitudine nei suoi confronti perché ha proposto il mio nome al ministro della Salute Nino Sirchia quale rappresentante italiano per la Commissione scientifica dell’Agenzia Europea del Farmaco. Così pure, in seguito, ha sostenuto il mio nome al Parlamento Europeo, proposto dal gruppo inglese del Ppe, come membro del Management Board dell’Emea di Londra.

Da Parlamentare Europeo sono ancora fiero di aver fatto parte del gruppo di Forza Italia guidato da Antonio Tajani e che comprendeva colleghi di alto profilo intellettuale, professionale e politico come Renato Brunetta, Francesco Fiori, Mario Mauro, etc.

Antonio Tajani ha guidato il gruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo con grande equilibrio e rispetto nei nostri riguardi. Non posso dimenticare che quando io ho presentato come primo nome l’emendamento sull’uso sperimentale di cellule staminali di embrioni umani soprannumerari, Antonio, nonostante personalmente non fosse d’accordo perché da cattolico fervente seguiva le indicazioni del Vaticano, pure non si oppose.

Evidentemente, lo stesso Berlusconi, ex allievo dei Salesiani come me aveva una mentalità più aperta e condivideva il significato scientifico e morale dell’uso terapeutico di cellule staminali per salvare vite umane. Pertanto, le sue indicazioni erano di lasciare ai parlamentari del gruppo di votare con libertà di coscienza.

Antonio, si era reso conto, intelligentemente, che non si poteva spaccare l’Europa su quell’emendamento perché in alcuni Paesi avanzati, come Svezia ed Inghilterra, le staminali embrionali erano già usate. Il punto di compromesso fu che le cellule di embrioni soprannumerari potessero essere impiegate sperimentalmente solo quando queste non servivano a creare esseri umani, ma erano destinate ad essere distrutte.

Inoltre, un’altra linea di compromesso era che l’uso delle cellule staminali dei vari Paesi, era permesso solo se i Governi sia erano dichiarati favorevoli.

Così, con questo emendamento di compromesso che portava come primo nome il mio seguito dal nome di molti Parlamentari sia del Ppe che dal PSE e di altri partiti fu possibile approvare il VI Programma Quadro della Ricerca Scientifica.

Lo stesso emendamento è stato, dopo di allora, mantenuto nei Programmi Quadro della ricerca scientifica negli anni successivi fino ad oggi.

Tajani, è stato sempre stato il pupillo di Silvio Berlusconi e fu fatto approdare in politica da Gianni Letta che lo presentò a Berlusconi per cui divenne uno dei primi fondatori di Forza Italia nel 1994.

Aveva capito fin da allora che a Berlusconi bisognava solo obbedire, a differenza sia mia che di Renato Brunetta i quali volevamo proporre a Berlusconi soluzioni, a nostro avviso, migliori se ci fosse stato permesso.

Ricordo che allora io dicevo ad Antonio Tajani che non condividevo una obbedienza cieca perché come insegnamento di mio padre ero convinto che è “meglio essere testa di lucertola che coda di leone”. Tuttavia, Antonio fu sempre fedelissimo verso Berlusconi con il quale ha continuato a convivere con grande armonia fino alla sua scomparsa.

La sua elezione, il 17 Gennaio 2017, al Presidente del Parlamento Europeo è stata la consacrazione di una carriera parlamentare europea durata circa 30 anni. Al Parlamento Europeo, come posso testimoniare, Tajani aveva svolto ruoli di pesante responsabilità che quotidianamente con santa pazienza si caricava come un fardello sulle spalle.

Poi, fu nominato dal 2008 al 2010 Commissario ai Trasporti ed in seguito fino al 2014 Commissario all’Industria, ottenendo grandi consensi internazionali tanto che gli furono conferite numerose onorificenze all’estero come la prestigiosa Legion d’onore in Francia, la Gran Croce al merito civile in Spagna, il Gran Cordone dell’Ordine del Sol Levante in Giappone, etc.

La fortuna di Antonio è anche dovuta sia alla moglie Brunella, una signora bionda, dolce e simpatica che ai due bellissimi figli Flaminia e Filippo, che ricordo con grande affetto. Ho seguito Filippo come bravo giocatore di pallone e oggi svolge con successo la sua attività nel mondo della Medicina dello Sport. Flaminia è diventata una mamma felice di due bambine.

Antonio è molto tifoso della Juventus ed ogni tanto, quando la Juventus perde, ci divertiamo a mandargli messaggini di complimenti noi che siamo romanisti!

Antonio, inoltre, è stato sempre molto fiero di essere di origine calabrese dal momento che suo nonno era di Cutro, in provincia di Crotone e certamente da lui ha ereditato i principi della Scuola pitagorica (libertà, democrazia, etica e pace).

Oggi, oltre ad essere Segretario Nazionale indiscusso di Forza Italia è vicepresidente del Consiglio dei Ministri e con Giorgia Meloni ha rapporti di grande amicizia e stima, fondamentali ai fini di mantenere stabile il Governo certamente fino alla fine della legislatura.

Oggi, Tajani per il suo culto nei riguardi delle Istituzioni, il suo alto pensiero politico, economico e sociologico e per la sua non comune onestà intellettuale e morale si erge come un leader del Partito Popolare Europeo.

Non posso non ricordare, chiudendo perché è stata a suo tempo una notizia shock la sua rinuncia all’indennità transitoria di Commissario di 468 mila euro, dimostrando onestà, sobrietà e di non essere schiavo del Dio danaro, ma di avere una grande solidarietà per i milioni di cittadini europei che ancora vivono in condizioni economiche disagiate.

Il suo pensare è il pensare per il Bene, mai rancoroso o vendicativo, ma ha sempre coltivato l’amicizia oltre che verso Berlusconi anche verso le persone più semplici come i suoi collaboratori, che come ricordo, invitava a cena con noi parlamentari a Bruxelles ed anche con persone incolte ed analfabete.

Così, dopo un viaggio durato 30 anni, per lidi lontani, transoceanici ed anche perigliosi, alla ricerca del vello d’oro (cioè della felicità) Antonio è approdato in maniera morbida e vellutata quale novello Ulisse nella sua Itaca per ritrovare la sua Penelope, i figli ed i nipotini e tutta la gente che lo ha acclamato come il vero erede di Berlusconi. (gn)

[Giuseppe Nisticò è ex presidente della Regione Calabria]