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L'Anpi contro l'autonomia differenziata: È una pretesa inaccettabile

L’OPINIONE / Gregorio Corigliano: L’autonomia differenziata e il prof. Jorio

di GREGORIO CORIGLIANOPuntiglioso e preciso, anche se vago nei fatti, l’illustre cattedratico, Ettore Jorio, con mia grande meraviglia, si pronuncia a favore del ddl Calderoli, sulla autonomia differenziata. Anche se lui, il bravissimo docente, preferisce chiamarlo regionalismo differenziato. E forse fa bene, perché almeno è di più facile comprensione. In una intervista, e non capisco perché, si dilunga, da par suo su questioni di puntiglio ma non affonda il bisturi sulle specificità del ddl, come avrebbe potuto e dovuto.

Ricama attorno al disegno Calderoli, approvato in quattro e quattr’otto dal governo in vista delle scorse elezioni regionali in Lombardia e Lazio, poi, com’è noto, vinte dal centro destra, ma non ci dice esattamente cosa il testo prevede, anche se assume, giustamente, che in molti non lo abbiamo letto. Il governo lo ha approvato, come pure è risaputo, per conquistare o tener fermi i voti della Lega, principali fautori del ddl Calderoli. Non ho capito bene perché Jorio, si è detto d’accordo.

Colpa mia indubbiamente, chè non sono un cultore del diritto, manco allievo del professore. Ho letto, come tutti, i resoconti giornalistici, di destra, centro e di sinistra. Possibile che, a parte il destra-centro, non ci sia una presa di posizione in favore, da parte del centro-sinistra? Una, dico una. Pur considerando che Jorio parla di “mio Pd contrario” non sia venuto in mente al docente di Arcavacata che forse ci sia quanto meno da pensare, prima di dire no alle critiche, accusando quanti sono contrari di non aver letto il decreto? Possibile, per restare alle ultimissime prese di posizione, che neanche l’ex presidente della Camera, Roberto Fico, abbia letto Calderoli? Possibile mai? Fico, a Cosenza, non chissà dove, di fronte ad un uditorio numeroso, come raramente accade, ha parlato di ddl trappola, sostenendo che la “partita è truccata”.

Al pari di altri esponenti politici di centro sinistra, Fico ha ribadito che con questo disegno Calderoli «chi ha di più potrà avere di più” e “chi ha meno, avrà sempre meno». Ed ancora «non ci prendiamo in giro sui livelli essenziali di prestazione, abbiamo chiesto ed ottenuto il Pnrr perché il Sud potesse crescere come il Nord». Ed ancora. Fico si è detto del parere che l’autonomia differenziata faccia male al Sud, ma faccia male anche al Nord perché si cristallizza una situazione rendendola peggiore. Come tutti sappiamo ci sono di gap territoriali pesanti, diversità territoriali gravi. Sia che si tratti di sanità, di lavoro, di servizi, di assistenza sociale o di infrastrutture.

Lo ha scritto bene Eleonora Strano, riportando fedelmente la tesi Fico. E, quindi la novità, dell’esponente Cinquestelle. «Se il Sud fa sistema col Nord è più forte, un Paese che fa sistema non ha bisogno dell’autonomia (o del Joriano regionalismo) differenziata. A me pare da giornalista e non da cattedratico, che con Calderoli si fissino i diritti di una regione, non in relazione ai loro bisogni, ma in base a quante risorse hanno avuto fino a quel momento. Come dire che chi ha avuto poco, continuerà ad aver poco, se non meno. Chi ha avuto tanto, avrà di più. Ecco che, a parere mio, non sbaglia chi ha parlato di “secessione dei ricchi”».

In un intervento pubblico, il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha sostenuto che col disegno del governo, “un bambino che oggi nasce in Calabria avrà sicuramente meno diritti di un neonato veneto o lombardo. Un anziano ricoverato in Calabria avrà un’aspettativa di vita inferiore rispetto ad un ricoverato in Piemonte. Falcomatà ha, peraltro, espresso dure critiche al presidente della Regione Occhiuto, di cui Jorio è stato collaboratore, poi dimissionario, che dopo critiche iniziali, ha dato un «equilibristico parere favorevole all’avvio di questo percorso, per ordini di scuderia e favori politici!».

“Ettarù” come il mio amico Filippo Veltri chiama il professor Jorio, dovrebbe, perché noi si possa capire meglio, spiegare concretamente, i lati positivi di quell’autonomia differenziata che, ai tempi di Loiero si chiamava devolution e che lo stesso ex presidente della giunta regionale, aveva fortemente criticato, nel corso di un dibattito a Plataci, promosso dall’on. Mario Brunetti.

«Perfino il mio computer, aveva detto Loiero non lo condivide, tanto è che me lo scrive in rosso!».

All’idea di avere a che fare con questo signore che è pure ministro mi “arrizzicanu” i carni!  Professore: mi chiarisca le idee, se vuole! (gc)