di MARIA LIMARDO – Riguardo alla complessa situazione del Sistema bibliotecario vibonese, ed in attesa di affrontare in maniera compiuta ed approfondita ogni delicato aspetto della vicenda nelle apposite sedi, è opportuno ricondurre sul terreno della verità quelle dichiarazioni che in questi giorni, da più parti, vengono esternate a mezzo stampa e social.
Dichiarazioni che, appare lampante, hanno il solo scopo non già – come asserito – di fare o pretendere chiarezza, bensì di creare confusione per strumentalizzare la situazione, a turno e secondo la propria convenienza.
Si sta infatti tentando di far passare il messaggio, nell’opinione pubblica, che il Comune di Vibo Valentia non voglia intervenire per salvare il Sistema bibliotecario, o peggio che lavori per affossarlo. Preliminarmente è bene ricordare agli smemorati che il Comune di Vibo è soltanto uno, sebbene numericamente il più importante, degli enti associati.
Ed in quanto tale è probabilmente il creditore principale del Sbv, la cui situazione amministrativa e contabile inizia a diventare tristemente nota ai più. Il Comune di Vibo è pronto a guidare il processo di rinascita del Sbv, che non può però poggiarsi sulle stesse fragilissime gambe di oggi. Stiamo lavorando per studiare le vie da percorrere per portare il Sbv fuori dal pantano. A tal proposito abbiamo già avviato un dialogo con la Regione Calabria.
Ad ogni modo, le criticità acute evidenziate dal dimissionario presidente L’Andolina, rappresentano a mio parere un atto d’accusa preciso nei confronti delle precedenti gestioni e insieme alle dimissioni quasi contemporanee della direttrice appena individuata hanno scoperchiato un vaso di Pandora che non si può liquidare con accuse generiche alle istituzioni come se fino a ieri il Sistema bibliotecario vibonese fosse stato guidato da un pilota automatico senza nome.
Chi ha di fatto gestito e amministrato per tutti questi anni il patrimonio ideale e materiale di questo importante presidio culturale al quale noi tutti teniamo dovrà assumersi le proprie responsabilità e comunicarle come comunica quotidianamente i meriti e i successi attraverso social e giornali. Eppure non un cenno di autocritica si è colto dalle periodiche esternazioni. Solo così si potrà capire chi e in che modo dovrà pagare per risanare la questione e pensare a un futuro limpido.
La situazione è grave e non si risolve giocando con le favole e mettendo toppe retoriche a una voragine fin troppo concreta. Ben venga dunque anche il consiglio comunale ad hoc sull’argomento, poiché resta ferma la nostra volontà di scongiurare l’ipotesi che la città, insieme a tutto il territorio provincia, rinunci al Sistema bibliotecario vibonese, al Festival Leggere&Scrivere, di cui peraltro il Comune si è fatto carico negli ultimi due anni, e a tutte le altre iniziative che fanno ormai parte dell’identità cittadina e meritano di essere protette. Protette dall’assalto dei lupi e anche da quello, più subdolo, degli sciacalli. (ml)
[Maria Limardo è sindaco di Vibo Valentia]