di NICOLA FIORITA – Il Governi si fermi. È ancora in tempo a bloccare un’opera che ogni giorno di più si rivela inutile, dannosa, antieconomica e perfino pericolosa. Sventato il blitz di Salvini di aprire i cantieri subito come spot elettorale, si dia ora la possibilità a calabresi e siciliani di esprimersi democraticamente attraverso un referendum popolare. Qui non si tratta di realizzare un viadotto su una fiumara, ma di un’opera che prosciugherà inimmaginabili risorse pubbliche destinate alle due regioni, che ne stravolgerà l’ecosistema e il paesaggio, che metterà in ginocchio lo scalo portuale di Gioia Tauro.
Salvini non deve avere paura del referendum. Se, come lui sostiene, la gente è entusiasta di questa opera, il popolo calabrese e quello siciliano confermeranno questa indicazione e lo rafforzeranno. Noi, al contrario, pensiamo che la gente delle due regioni guardi con scetticismo e timore a un’operazione che servirebbe solo a dare respiro alle grandi aziende delle costruzioni del nord.
Ci pensi, la presidente del consiglio Meloni e fermi l’Attila dei nostri tempi.
Quella del No al Ponte è una battaglia che appartiene a tutta la Calabria, dal Pollino allo Stretto, perché gli impatti negativi determinati dalle minori risorse (pagheremo per decenni una sorta di Tassa del Ponte) toccheranno ogni città e ogni Comune. Credo sia dovere del sindaco del Capoluogo di Regione non voltarsi dall’altra parte. (nf)
[Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro]