di NICOLA FIORITA – La Provincia di Catanzaro come Casa degli ottanta Comuni, capace di erogare servizi e assistenza tecnica alle Amministrazioni Comunali, con particolare attenzione per quelle più piccole. Ma anche la Provincia come “Terra tra i due mari”, un unicum geografico, ambientale e storico che è un patrimonio largamente inespresso.
E, ancora, una Provincia che esalti il ruolo delle sue principali Città, Catanzaro e Lamezia Terme, che possono diventare, in prospettiva, il più importante polo urbano della Calabria. Catanzaro e Lamezia Terme divise rappresentano solo due debolezze. Catanzaro e Lamezia Terme unite, in un rapporto di pari dignità che esalti e valorizzi le rispettive vocazioni, possono costituire una grande realtà metropolitana che faccia da guida per l’intera Calabria. In questa direzione, a differenza di quanto accaduto nelle ultime amministrazioni provinciali, assumo l’impegno di valorizzare Lamezia Terme per come meritano la città e soprattutto i suoi cittadini.
È questa la mia filosofia per la nuova Provincia di Catanzaro che vogliamo costruire – senza steccati ideologici e con le porte aperte a tutti – dopo il 28 settembre. Ma per fare ciò occorre prima una radicale opera di risanamento dell’Ente che oggi corre sul filo pericoloso del dissesto e quindi del fallimento finanziario. Prima sopravvivere, poi filosofare: mai come in questa occasione questa citazione appare opportuna. Noi dobbiamo compiere il miracolo di evitare che la Provincia precipiti nel baratro. A me non interessa ricercare cause e responsabilità, a me interessa individuare i meccanismi per risanare i bilanci, ripianare i debiti e ottenere la liquidità necessaria per pagare puntualmente gli stipendi. Il confronto con il Governo che verrà sarà fondamentale.
Solo ottenuta questa precondizione, potremo mettere mano agli strumenti utili a promuovere lo sviluppo su un territorio straordinario, un istmo che racchiude potenzialità enormi sotto l’aspetto geografico, ambientale, culturale e, ovviamente, economico. Un territorio che va governato con gli strumenti della programmazione – e la Provincia ha specifiche competenze in materia come il Piano Territoriale di Coordinamento – del potenziamento delle infrastrutture, soprattutto quelle dei trasporti e della mobilità, della promozione turistica e culturale, della difesa dell’ambiente.
Tutto va ricondotto a sistema in un criterio di rete. Penso, tanto per fare alcuni esempi pratici, ad un Sistema Provinciale delle Biblioteche o ad unico brand territoriale per comunicare le ricchezze del territorio in chiave turistica. E ancora la rete dei Musei provinciali o gli itinerari turistici della Terra dei Due Mari. Ma sono solo alcuni esempi.
Fondamentale è la costruzione della Casa degli ottanta Comuni, finora appena accennata nella Provincia di Catanzaro. Se, come credo, riusciremo a risanare l’Ente, la Provincia dovrà diventare una grande agenzia al servizio delle Amministrazioni, sia per quanto riguarda il Pnrr, sia per la Stazione Unica Appaltante e la Centrale per gli acquisti, sia ancora per l’Avvocatura Associata e l’organizzazione della Protezione Civile. Ma sono tanti i campi in cui la Provincia può concorrere in maniera decisiva allo sviluppo del territorio, ma anche alla riduzione degli sprechi e a un’ottimizzazione delle risorse.
Lascio per ultimi, ma non per importanza, le questioni che riguardano il sistema scolastico e la viabilità, che poi sono le uniche vere competenze che la legge Del Rio ha lasciato alle Province. Sulle scuole cercheremo di rastrellare tutte le risorse disponibili e attraverso tutti i canali di finanziamento per migliorare l’edilizia scolastica, con particolare attenzione all’efficientamento energetico.
Per la viabilità provinciale, che resta essenziale e strategica per le nostre popolazioni, occorre varare un programma realistico di interventi, sulla base delle risorse che saremo capaci di intercettare.
Costruire una nuova Provincia di Catanzaro è possibile. Con l’aiuto di tutti, superando la logica delle appartenenze e con uno spirito fortemente solidale, nella consapevolezza che solo uniti potremo fare molto per le nostre popolazioni. Le stesse che ci chiedono, innanzitutto, opportunità di crescita e di lavoro per i giovani. (nf)