di ROSI CALIGIURI – Il progetto di fusione amministrativa tra Cosenza, Rende e Castrolibero, sottoposto a referendum consultivo, si è concluso con un no netto di Rende e Castrolibero e con un si nella città di Cosenza.
Questa la risposta dei cittadini e delle cittadine che non hanno detto no alla fusione, ma che si sono opposti all’arroganza del centrodestra che ha voluto utilizzare un progetto di fusione monco, calato dall’alto e a freddo, senza una progettualità del futuro unico urbano che ha escluso i consigli comunali delle municipalità interessate e un dibattito pubblico inclusivo e partecipato.
Un progetto importante come quello della fusione utilizzato come mero strumento di lotta politica che è stato punito duramente al momento del voto.
La regione di Occhiuto registra, così, una ulteriore sconfitta, dopo quella di Cosenza e di Vibo.
A Cosenza vince il si con il 70% grazie al PD unito, al circolo di Cosenza e all’amministrazione comunale di Franz Caruso che è stato sempre a sostegno del si. Persino l’astensionismo registrato è dovuto al fatto che moltissimi cittadini e cittadine non hanno voluto dire di no al progetto di fusione ma che auspicano alla creazione di una entità amministrativa più efficiente e moderna, in linea con le tendenze di aggregazione urbana in atto a livello nazionale e internazionale, che segua un progetto partecipativo dal basso e che veda la nascita di una pianificazione urbana complessiva ed esaustiva.
Per questo motivo fin dall’inizio, come circolo cittadino, abbiamo sottolineato le criticità della legge regionale e abbiamo sostenuto il ricorso al Tar e al CDS del comune di Cosenza, con l’obiettivo di evitare che il referendum si svolgesse in queste condizioni, ma assicurasse un modello di città partecipata e non una realtà istituzionale imposta dall’alto.
Necessaria sarebbe stata una ampia consultazione di ascolto per sollecitare un protagonismo attivo delle diverse forme di rappresentanza, finalizzata a individuare le scelte unitarie fondative e la definizione di un percorso virtuoso sul come realizzare la fusione e istituire, poi, la nuova municipalità della città unica. Questo dimostra come la nostra linea sia stata sempre l’indirizzo migliore, voluto dai cittadini e dalle cittadine e che, auspichiamo sia il punto dalla quale ripartire.
Il progetto della città unica non tramonta oggi. Oggi viene bocciato un atto d’imperio compiuto dal centrodestra, un monito perché la futura città unica che ci aspetta sia una efficiente città europea basata sul benessere e sulla crescita dei suoi abitanti. (rc)
[Rosi Caligiuri è segretaria cittadina del PD di Cosenza]