di VINCENZO CASTELLANO – In Italia, un fenomeno preoccupante sta prendendo piede: quello della fuga di cervelli, con giovani talentuosi che lasciano il paese alla ricerca di migliori opportunità all’estero. Questa non è solamente una fuga geografica, ma una fuga da un sistema politico e sociale percepito come ostile o inadeguato alle aspirazioni della generazione più giovane. Al centro di questo esodo non ci sono solo questioni economiche, ma anche strutture di potere obsolete e disconnesse dalle realtà contemporanee che hanno alienato i giovani, facendoli sentire trascurati e spesso completamente esclusi.
La predominanza di una popolazione anziana, sia nella società sia tra gli elettori, inclina le politiche e le priorità verso gli interessi di questa fascia d’età, spesso a scapito delle necessità dei più giovani. Questo squilibrio è riflettuto nelle istituzioni, dove l’alta partecipazione degli anziani alle urne consolida una politica che perpetua lo status quo, limitando l’introduzione di riforme volte a favorire un rinnovamento generazionale.
Per contrastare questa dinamica, l’Italia necessita di una rivoluzione generazionale nelle sue istituzioni, che non si limiti a inserire giovani in ruoli marginali, ma che riformi le strutture di potere per renderle inclusive e rappresentative. L’introduzione di quote giovani, analogamente alle quote di genere, potrebbe essere una strategia concreta per assicurare una rappresentanza significativa dei giovani in politica, influenzando positivamente le decisioni legislative e garantendo che le loro esigenze e prospettive siano considerate.
Queste quote non solo obbligherebbero i partiti a integrare i giovani nei loro ranghi, ma garantirebbero anche un ruolo attivo e decisionale, vitalizzando il dibattito politico con nuove idee. Inoltre, l’impiego di giovani nei seggi durante le elezioni potrebbe servire come strumento formativo, aumentando la loro comprensione del processo elettorale e rafforzando il senso di appartenenza e responsabilità civica.
Implementare tali misure potrebbe stimolare un cambiamento significativo nel panorama politico italiano, riducendo il distacco percettivo tra giovani e istituzioni e incentivando una maggiore affluenza alle urne da parte di questa fascia d’età. Un rinnovamento del genere non solo equilibrerebbe la rappresentanza generazionale, ma rivitalizzerebbe una democrazia adattandola alle trasformazioni demografiche e culturali del paese. Il rinnovamento dell’Italia, quindi, è un progetto collettivo che richiede il sostegno di tutti i cittadini, invitando ogni generazione a collaborare per un futuro in cui l’Italia possa essere veramente “fatta e pensata dai e per i giovani”. Questo è un appello alla riflessione e all’azione: partecipare, votare, candidarsi e impegnarsi nella vita civica sono passi essenziali per chiunque creda in un futuro migliore per il nostro paese. (vc)
[Vincenzo Castellano è segretario Federale di Italia del Meridione]