Il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti, ha presentato una interrogazione a risposta immediata in merito alla mancata assegnazione dei Medici Cubani al pronto soccorso dell’Ospedale di Vibo Valentia.
«L’Asp di Vibo Valentia versa, ormai da anni – ha ricordato – in una situazione di pressoché totale inefficienza con gravissime ricadute negative sulla qualità del servizio offerto ai contribuenti. Ogni giorno, le cronache giornalistiche raccontano storie di “malasanità”, di tempi di attesa “biblici” per essere visitati e/o sottoposti ad accertamenti strumentali, e di “viaggi della speranza” verso altre strutture ospedaliere calabresi o di fuori regione».
«Sono sotto gli occhi di tutti le carenze e le criticità organiche, strutturali – ha sottolineato – strumentali, organizzative e finanziarie: mancano medici ed infermieri, mancano edifici adeguati e strumenti idonei, mancano sufficienti risorse finanziarie e, soprattutto, manca una rete organizzativa capace di dare risposte concrete in tempi ragionevoli alla domanda di prestazioni sanitarie che
proviene dall’intero territorio vibonese».
«La suddetta situazione – ha detto ancora – di pressoché totale inefficienza assume contorni, a dir poco, “drammatici” nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia, dove, a fronte dei quattordici medici previsti dalla pianta organica, operano, stabilmente, soltanto sei medici “strutturati” che, per garantire la continuità del servizio ad un bacino di utenza che, soprattutto in estate, si amplifica in maniera abnorme, sono chiamati e si offrono, con abnegazione, ad orari di lavoro gravosi e difficilmente sostenibili per lunghi periodi».
«Le carenze di organico, ormai croniche – ha proseguito – vengono, affrontate con “soluzioni tampone”: prestazioni temporanee da parte di medici forniti da cooperative o appartenenti ad altri reparti del medesimo Ospedale o reclutati attraverso avvisi pubblici per manifestazione d’interesse o, infine, pensionati chiamati ad occuparsi dei soli codici bianchi».
«Nei giorni scorsi – ha detto ancora – la stampa aveva diffuso la notizia che i 121 medici cubani arrivati in Calabria il 4 agosto sarebbero stati destinati, per la maggior parte, ai Pronto Soccorso degli ospedali regionali».
«In particolare, sul giornale “il Quotidiano”, Ed. Cosenza, del 13.08.2023, a pagina 7, veniva riportata la ripartizione numerica di detti medici fra gli ospedali calabresi e, con specifico riferimento al presidio ospedaliero di Vibo Valentia, veniva precisato che era prevista l’assegnazione di tre medici cubani al Pronto Soccorso e di uno al reparto di ortopedia. Lo stesso Presidente della Giunta Regionale Dott.
Roberto Occhiuto, nella sua qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, aveva pubblicamente dichiarato che i medici cubani avrebbero aiutato “soprattutto ad allentare la pressione nei Pronto Soccorso” dei nostri
ospedali. Ed è ciò che è avvenuto: in effetti, la maggior parte dei predetti 121 medici cubani sono andati rimpinguare i Pronto Soccorso di tutti gli ospedali calabresi. Di tutti gli ospedali calabresi tranne, però, di uno: l’ospedale di Vibo Valentia».
«È accaduto, infatti – si legge nell’interrogazione – che, poco prima del loro insediamento al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Vibo Valentia, i tre medici cubani che erano stati destinati all’anzidetto reparto sono stati assegnati ad altri reparti del medesimo nosocomio non afferenti all’area dell’emergenza. Ad oggi, non è dato sapere chi ha preso questa decisione dell’ultimo minuto che contrasta, in maniera evidente, con quanto pubblicamente dichiarato dal Presidente della Giunta Regionale Dott. Roberto Occhiuto, nella sua precitata qualità, né è dato sapere per quali ragioni lo abbia fatto».
«La spiegazione fornita dal dott. Antonio Talesa – ha detto ancora Mammoliti – nelle sue vesti di Direttore del dipartimento di emergenza-urgenza dell’ospedale di Vibo Valentia, diffusa dalla stampa locale nella giornata del 22 agosto, secondo la quale i tre medici
cubani sarebbero stati assegnati, temporaneamente, a reparti diversi dal Pronto Soccorso perché avrebbero bisogno di imparare “come muoversi” all’interno dell’ospedale, appare alquanto contraddittoria e suscita ragionevoli e fondati dubbi se, soltanto, si considera la circostanza che un analogo problema di sottoporre ad una sorta di “apprendistato” i medici cubani destinati ai Pronto Soccorso non si è posto in nessuno degli altri ospedali calabresi. Inoltre, l’anzidetta spiegazione, nei termini e nei modi con i quali è stata esposta sulla stampa, sembrerebbe lasciare intendere che i tre
medici cubani, prima o poi, saranno assegnati, comunque, ai reparti e non al Pronto Soccorso». (rvv)