A TRE MESI DALLE NUOVE ELEZIONI IL PRESIDENTE ARRUZZOLO METTE A DURA PROVA L'ASSEMBLEA CONSILIARE;
Giovanni Arruzzolo

NO ALLE NOMINE IN CONSIGLIO REGIONALE
QUELLA STRANA ALLEANZA SINISTRA-LEGA

di SANTO STRATI – Pensavate di aver visto di tutto, di più in questa strana, difficile consiliatura regionale, disgraziatamente segnata dal lutto della presidente Jole? No, ci sono ancora tre mesi (più o meno) dalle nuove elezioni e l’assemblea, pur in prorogatio (ovvero obbligata a occuparsi solo delle cose indifferibili e urgenti), guidata dal presidente Giovanni Arruzzolo si ritrova all’ordine del giorno del Consiglio convocato per domani una raffica di nomine a dir poco imbarazzanti. Tanto imbarazzanti quanto inopportune, così da mettere insieme nella protesta la sinistra e gli esponenti regionali della Lega. Una cosa difficile da immaginare, eppure è successa.

Anzi, c’è da dire che la Lega è addirittura sembrata più arrabbiata della minoranza: «non ci stiamo ad assecondare metodi vecchi che producono solo terra bruciata» – hanno dichiarato i consiglieri leghisti. mentre più “morbida” è apparsa la dichiarazione dem (Bevacqua, Guccione, irto, Notarangelo e Tassone): «l’infornata di nomine inserita nella prossima seduta di Consiglio regionale [domani, ndr] è l’ennesima riprova di un operato della maggioranza segnato da sfacciataggine, arroganza e disprezzo di ogni regola. Da oltre otto mesi il nostro reiterato appello alla legalità resta sempre inascoltato e puntualmente disatteso».

Sono davvero “indifferibili e urgenti” queste nomine? Come le “chiamate” ad personam di tanti (presumibili) sostenitori dell’uno o dell’altro consigliere che si sono visti assegnare incarichi anche solo di un mese di qualche migliaio di euro (dai “miserevoli” 410,97 euro riservati a un presidente di proLoco e a una studentessa fuori corso fino ai 3.7998 euro assegnati a un “artigiano”): che si tratti di prebende con finalità elettorali lo capiscono anche i ciottoli che circondano la Cittadella Santelli di Germaneto, ma a tutto, obiettivamente c’è un limite. Nella lista dei co.co.co confermati dal C0nsiglio regionale c’è di tutto, di più, ma sono peccati per così dire “veniali” perché limitati a qualche mese o anche meno; più difficili da digerire le nomine cosiddette “istituzionali” che mettono nuovi vertici alle società in house o altri organismi regionali che domani il Consiglio regionale andrà a votare.

«Con 12 proposte di provvedimento amministrativo – hanno fatto rilevare i consiglieri della Lega – il Presidente del Consiglio regionale, senza alcuna intesa in sede di conferenza dei capigruppo, ha deciso di mettere all’ordine del giorno una serie di nomine. Su questa decisione, come gruppo Lega, esprimiamo il nostro totale dissenso, perché la consideriamo assolutamente inopportuna». E su questa linea s’è avverato l’inimmaginabile, l’intesa impensabile tra Lega e consiglieri di minoranza. «A poco più di tre mesi dalle nuove elezioni – ci sono andati giù duri i consiglieri leghisti –, auspichiamo che il Consiglio regionale ed il Presidente rinuncino in modo categorico ad atti che, a prescindere dalle reali intenzioni, possano assumere una connotazione clientelare finalizzata ad acquisire consensi elettorali. Per quanto ci riguarda, riteniamo che sia possibile prendere in considerazione solo le nomine di cui sia dimostrata, in modo puntuale e documentato, la effettiva urgenza ed i danni che produrrebbe il rinvio di pochi mesi».

E non è mancata una stoccata sull’inefficienza fin qui dimostrata in campo sanitario: «In un momento in cui l’operatività del Consiglio regionale è limitata a provvedimenti di urgenza, ed il contesto socio-economico della Calabria registra una delle fasi più difficili a causa delle problematiche connesse all’emergenza sanitaria, il Consiglio regionale deve concentrare la propria attenzione solo sulle reali emergenze della Calabria. Non ci stiamo ad assecondare metodi vecchi che producono solo terra bruciata. La Lega intende far voltare pagina alla Calabria, mettendo al centro delle proprie attenzioni i disagi che attanagliano i cittadini, il lavoro e lo sviluppo, non le nomine. Anche per questo il nostro gruppo consiliare, sin da quando il consesso risulta essere in una condizione di congedo, ha deciso di non attivare alcun contratto di collaborazione con esperti esterni; tra l’altro chi ha accostato, a mezzo stampa, dei contratti alla Lega ha preso un abbaglio poiché le collaborazioni attribuite al gruppo che rappresentiamo riguardano un altro partito. Tutto ciò consente un risparmio sul bilancio del Consiglio regionale, ovvero un risparmio per tutti i calabresi. E questo è anche la testimonianza del nostro modo di intendere la politica al servizio dei cittadini, senza rincorrere il consenso con prebende elettoralistiche».

Una condanna senza attenuanti è stata espressa dall’europarlamentare pentastellata Laura Ferrara: «In Calabria – ha detto –, con l’attività del Consiglio regionale limitata ai soli provvedimenti di ordinaria amministrazione e urgenti, il centrodestra vorrebbe continuare a sfornare nomine nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali di numerosi enti, società, aziende, comitati e osservatori nei quali la Regione Calabria detiene una partecipazione, oltre che della nomina di alcune figure di garanzia come il Difensore civico o il Garante della Salute e il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Provvedimenti che solo un Consiglio regionale nel pieno della sua operatività dovrebbe licenziare e non uno in regime di prorogatio, come è quello calabrese».

L’occasione è fin troppo ghiotta per rinunciare a una stoccata in chiave elettorale: questo ordine del giorno – ha detto la Ferrara – «potrebbe essere l’ennesimo atto della vergogna di una maggioranza che si è preoccupata, in questi lunghi mesi, più ad intercettare consensi tramite prebende che a restituire dignità a questo territorio. Anche per questo è necessario offrire ai calabresi una valida alternativa a chi governa oggi la Regione. Donne e uomini che si impegnino con etica, responsabilità e senso delle Istituzioni per il bene comune e non per i propri interessi. Bisogna concentrarsi di più sui temi prioritari e meno sui nomi ed i profili, che devono certamente essere garanzia di un programma credibile e di rilancio per la nostra regione. È il momento della sintesi, di ritornare fra la gente e dare un senso vero e positivo alla parola “politica”, anche in Calabria».

Controbatte il presidente Arruzzolo: «Alcuni dei Provvedimenti Amministrativi inseriti nell’ordine dei lavori della seduta del Consiglio regionale di venerdì 18 giugno, sono stati oggetto in questi mesi di ‘richiami’ da parte di organismi nazionali, come AGCom, in riferimento al Corecom, e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (AGIA) per questa seconda importante figura. Risponde solo a questa esigenza – secondo il presidente dell’Assemblea calabrese –la volontà di procedere con ‘urgenza ed indifferibilità” alla definizione di alcune nomine, tra quelle inserite nel punto in discussione nella prossima seduta. D’altra parte tali procedure, sono state ampiamente discusse, nelle sedi istituzionalmente competenti, pertanto, restiamo ‘sorpresi’ dall’esternazioni di alcuni partiti. Si tratta di garantire la piena operatività di organismi che altrimenti sarebbero destinati al commissariamento da parte delle Autorità governative nazionali, e nessun altro tipo di nomina o incarico sarà deciso dal Consiglio regionale fino al termine della legislatura. Rassicuriamo, pertanto, i cittadini calabresi, che questa Presidenza non ha mai avuto la minima intenzione di ‘forzare’ su Provvedimenti amministrativi che sarebbero, in questo momento, istituzionalmente poco opportuni, considerando la fase di prorogatio, in cui è costretta ad operare l’Assembla regionale che ho l’onore di presiedere».

La singolare “temporanea alleanza”, ovviamente non avrà alcun seguito, come è intuibile, né allenterà le frizioni da campagna elettorale che vede la sinistra affidarsi a Letta e Conte per un miracolo pressoché impossibile. Salvini, per conto suo, ha “benedetto” la candidatura ufficiale di Roberto Occhiuto, ma ha imposto una seria cambiale alla coalizione sulla vicepresidenza che vuole di nuovo per Spirlì, una cosa vista con scarso entusiasmo sia da una parte di forzisti sia di diversi esponenti della coalizione. Il tempo, si dice, è galantuomo e in politica i patti e i contratti spesso valgono e durano lo spazio d’un mattino: bisognerà prima fare il conteggio delle preferenze e pesare le rispettive indicazioni espresse dagli elettori. Chi pensa di decidere autonomamente  sulla testa dei calabresi non ha ancora capito con chi ha a che fare e la lezione Minicuci (a Reggio) evidentemente Salvini non l’ha ancora ben capita. (s)