Sul ritorno di interesse intorno al progetto del Ponte sullo Stretto, riceviamo questa riflessione di Carlo Tansi, ex candidato presidente per Tesoro Calabria alle ultime elezioni regionali.
«In questo momento il #PontesulloStretto non può essere una priorità per la Calabria.
Con il mare di soldi, di miliardi di euro, che servono per realizzarlo potremmo costruire buona parte della rete ferroviaria Jonica della Calabria ferma a 100 anni fa o migliorare e velocizzare la rete ferroviaria tirrenica. Oppure potremmo quasi completare il programma di realizzazione dell’autostrada lungo il bordo Jonico della Calabria, e abbandonare così per sempre la “strada della morte” (la ss106) che ogni anno miete decine di vittime.
Oppure potremmo realizzare una serie di collegamenti trasversali stradali e ferroviari che colleghino la costa ionica a quella tirrenica. O migliorare le strade provinciali e comunali che versano in condizioni pietose.
O ancora potremmo ultimare le tante strade incompiute della Calabria come la trasversale delle Serre, come la superstrada Marcellinara-Piano Lago, e tante altre strade abortite.
O potremmo potenziare gli aeroporti di Crotone, Reggio e Lamezia ed ultimare finalmente l’aviosuperficie di Scalea.
Solo dopo che avremo migliorato collegamenti da terzo mondo i turisti che verranno in Calabria potranno apprezzarne tutto il suo splendore e noi Calabresi non dovremo più impiegare il doppio del tempo per muoverci tra località della nostra regione rispetto al tempo necessario per raggiungere Roma o Milano.
O infine potremmo mettere in sicurezza sismica tutte le scalcinate scuole della Calabria dove i nostri figli passano gran parte del loro tempo e gli ospedali che, nella regione più sismica d’Italia, in caso di terremoto cadrebbero come castelli di carta.
E poi il Ponte sullo Stretto alla Calabria non porterebbe alcun beneficio. Porterebbe benefici solo alla ndrangheta, pronta come un falco a fiondarsi su tutti gli appalti per la sua realizzazione.
A tutto ciò si aggiunge il gravoso problema del vento che porterebbe alla chiusura al transito del ponte per molti giorni dell’anno poiché oscillerebbe in modo eccessivo. E ancora il fatto che il ponte sarebbe realizzato a cavallo della faglia attiva, che separa Calabria e Sicilia, che il 28 dicembre del 1908 ha provocato uno dei più violenti terremoto della storia dell’umanità mietendo 120.000 morti.
E infine una riflessione: vale la pena realizzare un’opera faraonica da miliardi e miliardi di euro che distruggerebbe tanti microambienti della nostra splendida natura, per guadagnare 5/10 minuti per attraversare lo Stretto?
Non sono per partito preso contro il ponte, ma credo che in questo momento in Calabria ci siano altre priorità».