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Parte da Tarsi un nuovo modello di sviluppo identitario

Parte da Tarsi un nuovo modello di sviluppo identitario

Si è conclusa, con successo, a Tarsia, Borgo in Festival, una kermesse «all’insegna della condivisione di saperi, esperienze e buone pratiche», ha spiegato il direttore artistico, Flavio Casella, aggiungendo che «da qui ripartiamo per costruire insieme modelli di vita sostenibili».

Sì è partiti dalla valorizzazione del patrimonio identitario e sentimentale con la deposizione di una targa commemorativa al monumento dei caduti che ha visto la partecipazione di Cosimo La Torre, membro dell’esecutivo Comites di Zurigo, del sindaco e la presenza dei familiari delle vittime che hanno voluto rivolgere ai loro cari un ricordo commosso.
Il presidente dell’associazione Luci nelle grotte, Ernesto Iusi, ha sottolineato come «tali momenti siano fondamentali per l’esercizio della memoria collettiva e per ricordare alla comunità quanti sacrifici tanti uomini e donne hanno dovuto affrontare per raggiungere l’agognata stabilità economica che qui a Tarsia non trovarono. Dobbiamo far sì che si creino le condizioni necessarie affinché si possa investire sui nostri territori e non per forza emigrare».
All’interno del Piccolo Teatro Popolare con l’incontro  sul tema Emigrazione di Ritorno: possibilità o utopia? Gianpiero Capecchi, documentarista Rai e la sociologa Silvia Sivini hanno dialogato sulle possibili strategie, sottolineando come fare rete tra enti e realtà territoriali e ripensare a modelli di vita sostenibili siano elementi fondamentali in vista di una ricrescita economica, culturale e sociale. A margine del dibattito, moderato dalla giornalista Simona De Maria, è stato proiettato il documentario “Il fermento della Val Varaita”.
Dopo il dibattito, sì è entrati nel vivo con la Festa musicale itinerante per le vie del paese con Michele Roscica, l’uomo orchestra. Domenica 31 luglio dalla piazza antistante il Piccolo Teatro Popolare, è partita la colorata parata musicale a cura del Maestro Paolo Napoli che è arrivata in piazza Castello.
«La straordinaria ricchezza culturale, il capitale umano di Tarsia è patrimonio da salvaguardare attraverso nuovi modelli di governance attenti alla memoria storica dei luoghi. Abbiamo, provato a narrare un nuovo modello di sviluppo sociale, produttivo e culturale che sia condiviso e quindi più fruibile. Siamo certi che da qui potremo guardare al nostro paese con motivazioni ed entusiasmo rinnovati per costruire il nostro futuro», ha concluso il direttore artistico Flavio Casella. (rcs)