Sono nove i luoghi che si potranno visitare, in Calabria, in occasione della decima edizione del Giornate Fai d’Autunno, in programma il 16 e 17 ottobre, quest’anno dedicata ad Angelo Maramai, già direttore del Fai.
In queste giornate, dunque, oltre 5.000 tra delegati e volontari Fai sono pronti a far innamorare tutti gli italiani dell’Italia. L’opportunità, ogni anno nuova e diversa, per accostarsi a un patrimonio smisurato e policromo, raccontato per l’occasione con l’entusiasmo contagioso di tutti i giovani che sposano la missione culturale del Fai: diffondere e coltivare la consapevolezza che l’Italia custodisce tesori inestimabili, fondamento dell’orgoglio che ogni cittadino prova davanti all’eccezionale bellezza del Paese e solida base su cui costruire la prosperità del futuro. Le Giornate FAI sono, dunque, un incontro sentimentale, un abbraccio collettivo tra i visitatori e l’ambiente che li circonda, prodigo di natura, arte e storia. In una parola: cultura.
In Calabria, nella Provincia di Reggio si potranno visitare il 16 e 17 ottobre il Quartiere Giudecca di Bova, abitato tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI da una piccola comunità ebraica. Quasi del tutto dimenticata, questa suggestiva porzione di spazio urbano è stata inserita all’interno di una sezione del Museo della Lingua Greco-Calabra Gerhard Rohlfs e valorizzata dall’installazione di arte contemporanea dell’artista Antonio Puija Veneziano.
L’insediamento ebraico a Bova sembra risalire alla cacciata dei giudei dalle terre di Spagna, nel 1492. In quell’anno degli ebrei di Sicilia si trasferirono a Reggio Calabria, dove due anni dopo furono smistati in tutto il circondario. Il secondo editto di Ferdinando il Cattolico (1511), che decretò l’espulsione degli ebrei dal Regno di Napoli, determinò l’abbandono della Giudecca di Bova. Nonostante ciò una cronaca bovese, redatta del 1774 dall’erudito Domenico Alagna, ricorda che gli ebrei furono scacciati solo nel 1577, con l’accusa di aver diffuso la peste.
La disamina della fonte storica è la tematica prescelta dall’artista, immortalata sulla ceramica mediante la struttura a spirale delle iscrizioni che induce il fruitore dell’opera a prestare attenzione al testo, soffermandosi sull’interpretazione e il significato della scrittura stessa, così come fa lo storico di fronte alle carte d’archivio. Segni e impronte di antiche ritualità, realizzati in ceramica e collocati lungo i muri della Giudecca, sono il frutto di un singolare laboratorio di arte partecipata che Pujia ha curato coinvolgendo direttamente i bambini di Bova. La Menorah, il melograno e il nodo di Salomone evocano un tassello di cultura ebraica nella plurisecolare storia di Bova. Interessante è inoltre la presenza di un pozzo, oggi inglobato nella corte di Palazzo Mesiani, elemento indispensabile ai bagni rituali e alla macellazione di carni kosher.
A Gerace, il Borgo Maggiore, il 17 ottobre, dalle 10 alle 12, dalle 14 ale 16.
Situato fuori le mura di Gerace, il Borgo Maggiore era il nucleo più popolato dopo il centro città, tanto da costituire una comunità a sé. La sua esistenza, come la città stessa di Gerace, capitale di una turma dell’impero di Bisanzio, è documentata sin dall’antichità. L’itinerario partirà dalla piazza dove sorge la chiesa di Santa Maria del Mastro alla scoperta delle architetture che hanno scritto la storia di questo luogo. La prima tappa sarà appunto la chiesa di Santa Maria del Mastro, nata su un nucleo originale risalente al 1083, per proseguire verso il Palazzo dei Conti del Balzo, una delle sette famiglie più antiche e nobili del Regno di Napoli. A seguire la chiesa di San Giorgio, interamente ricostruita nel 1876 a seguito del terremoto del 1783 che ne distrusse l’impianto medioevale. Al suo interno si possono ammirare le sculture lignee raffiguranti San Francesco d’Assisi, San Felice da Cantalice e quella della Madonna delle Grazie. Pregevole è anche una scultura lignea raffigurante una delle prime immagini della Madonna di Pompei realizzata dall’ultimo scultore della scuola napoletana, Salvatore Salerno. La visita si concluderà presso la chiesa della Madonna del Carmine, sede della più antica confraternita esistente a Gerace fin dal XVI secolo.
Nella Provincia di Crotone, l’area esterna del Faro di Capo Colonna, domenica 17 alle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17.
Il faro di Capo Colonna sorge su uno degli otto promontori che si affacciano nell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, otto chilometri a sud di Crotone e su cui insiste l’unica colonna dorica del tempio di Hera Lacinia. Accanto al faro sorge la Torre di Nao, risalente al XVI secolo e il santuario dedicato alla Madonna di Capo Colonna. Un contesto paesaggistico di alto valore con un mare cristallino, sabbia finissima, scogliere scoscese e selvagge che si confondono con i colori del cielo. Ultimato nel 1865, si presenta come una struttura alta circa 20 metri, di forma ottagonale, dotata di due grandi vani utilizzati come abitazione. Per molti anni a luce fissa e visibile da tutte le direzioni, è oggi dotato di luce “intermittente”, visibile ogni 5 secondi. Prima di essere automatizzato, il faro funzionava a “carica manuale”, operazione da ripetersi ogni 5/6 ore. Nel 1904 il faro divenne a tutti gli effetti di proprietà della Marina Militare e oggi è un bene del Ministero della Difesa-Ministero della Marina, normalmente non visitabile e chiuso al pubblico per inagibilità.
In virtù di tale impedimento il 17 ottobre 2021 nell’area antistante l’ingresso del faro sarà possibile effettuare una visita esterna in cui ci si soffermerà a descriverne l’eccezionalità storica, architettonica e ambientale. Le Giornate Fai offriranno inoltre l’opportunità di ascoltare la viva testimonianza di Salvatore Sestito – Assistente Tecnico Nautico della Marina Militare – attuale custode e settimo di una stirpe di faristi che da tre generazioni si prende cura del faro. Sarà un’occasione unica per ascoltare aneddoti, curiosità e vicende storiche che sono intimamente legate a questo bene.
A Belvedere Spinello, è previsto un itinerario alla scoperta dell’architettura religiosa di avvistamento, con visite sabato 16, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17, e domenica 17 ottobre, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.
Una visita guidata tra arte, storia, natura e paesaggio quella organizzata in occasione delle Giornate FAI d’Autunno. Il percorso parte dal santuario della Madonna della Scala di Belvedere Spinello, piccolo comune dell’entroterra crotonese, e attraverso il suggestivo parco, si arriva ai ruderi del romitorio, da cui si può godere una bella veduta panoramica, che spazia dalla valle del Vitravo a quella del Neto fino al mar Ionio.
Uno scenario immerso nella natura incontaminata, che ospita al centro del parco una maestosa quercia secolare che svetta per circa venti metri di altezza. Il luogo sacro è in perfetta simbiosi con le bellezze naturalistiche: sono presenti ulivi, querce, pini, gelsi, erbe selvatiche e arbusti tipici della macchia mediterranea. Il complesso riveste grande importanza non solo per i dati materiali, che testimoniano la sua lunga storia architettonica, dal medioevo a oggi, ma soprattutto nella capacità di documentare le relazioni di controllo del territorio, essendo ubicata lungo un antico tratturo interno, parallelo alla costa, come sistema di segnalazione, integrato con i presidi militari della fascia collinare del crotonese. La Chiesa, parte preponderante di tutto il paesaggio, ha subito tra il XVII e il XX secolo varie riparazioni e ampliamenti in aderenza al nucleo originario.
All’interno si presenta con un’unica navata con rientranze laterali a formare una inconsueta Tau, nella nicchia dietro l’altare è collocata la statua della Madonna, che poggia su una base di legno, il tronco di gelso, dove la leggenda narra che la Vergine si sia mutata in statua. All’esterno, accanto alla Chiesa, sul piazzale si aprono quattro edicole di culto, a poca distanza sul lato nord-est troviamo i ruderi del romitorio, insediamento rupestre e religioso, probabilmente del X secolo il cui campanile a vela, simile alle chiese dell’Egeo, presenta ancora il foro per la campana che consentiva le segnalazioni.
Nella Provincia di Cosenza, la Caserma “Paolo Grippo”, sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.
La storica Caserma “Paolo Grippo”, una delle più antiche e prestigiose dell’Arma dei Carabinieri, si trova in pieno centro urbano di Cosenza, all’inizio di Corso Mazzini, vivace arteria principale della città moderna, L’edificio, risalente, come l’adiacente Chiesa del Carmine alla fine del sec. XVI, in principio ospitò il Convento dei Padri Carmelitani dell’Antica Osservanza; gravemente danneggiato dai terremoti del 1635 e del 1783, dopo la soppressione degli ordini ecclesiastici fu adibito a quartiere della Guardia Provinciale, quindi ad “ospizio dei trovatelli” ed infine, subito dopo l’Unità d’Italia, a sede del Comando della Divisione dei Carabinieri Reali di Cosenza, e poi a sede del Comando Provinciale di Cosenza.
Oggi sede del Comando Stazione Cosenza Centro. Benché l’antico complesso carmelitano sia stato, nei secoli, continuamente modificato, la struttura mantiene ancora oggi un’impronta unitaria. L’ultimo intervento di restauro, fra il 2010 e il 2012, ha garantito il recupero del valore storico-architettonico della struttura. L’esterno dell’edificio presenta i tratti tipici dell’architettura neoclassica di fine Ottocento, con linee semplici ed essenziali dallo schema seriale. Le aperture a piano terra sono caratterizzate da pseudo-conci, che richiamano le bugne rinascimentali secondo una decorazione di stile “eclettico”.
Nel prospetto principale, rivisitato nei primi due decenni del ‘900, il monumentale ingresso presenta ai lati due colonne sormontate da un balcone balaustrato e inquadrato da lesene. In occasione delle Giornate FAI d’Autunno, oltre alla visita agli ambienti interni della Caserma e al chiostro, verranno esposti i documenti provenienti dall’Archivio di Stato di Cosenza e si potrà ascoltare la storia dei Carabinieri a Cosenza.
Nella Provincia di Catanzaro, per domenica 17, dalle 10 alle 12, il percorso Fra il perduto e il salvato. Pellegrinaggio sul Monte Reventino percorso dal fuoco.
Il Monte Reventino è il più alto (m. 1417) fra i rilievi che compongono il Gruppo del Reventino-Mancuso, massiccio montuoso posto nell’immediato entroterra del Golfo di Sant’Eufemia, sul versante tirrenico della Calabria, che annovera alberi monumentali, formazioni litiche, gole fluviali, cascate e numerose specie di flora e fauna. Ricco di foreste di latifoglie e conifere, rappresenta un meraviglioso balcone sul mare, che offre, tuttavia, anche splendidi panorami verso l’interno. Il percorso di visita proposto in occasione delle Giornate Fai consente di attraversare la foresta sommitale del Monte Reventino sia nella parte distrutta dal fuoco durante gli incendi della scorsa estate, sia in quella che si è salvata.
Due punti eccezionalmente panoramici consentiranno di contemplare il paesaggio, verso sud, della Piana di Sant’Eufemia e del golfo omonimo con le montagne delle Serre, dell’Aspromonte sino all’Etna, e verso nord, della valle del Savuto e della Sila. Lo scopo della visita è innanzitutto quello di responsabilizzare le persone sul fenomeno degli incendi boschivi e, più in generale, sulla cura, la sorveglianza e la tutela del patrimonio ambientale e culturale. Durante la camminata si parlerà di aspetti naturalistici e culturali, di paesaggio, di problemi di conservazione e valorizzazione.
Il borgo antico di Simeri Crichi, con delle passeggiate in programma il 16 ottobre a Simeri alle 16 alle 19 e domenica 17 a Crichi dalle 9 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.
I maestosi resti della Collegiata e del Castello ed i ruderi del Monastero di Simeri esercitano uno speciale fascino così come le numerose grotte in cui si rifugiavano gli eremiti e i resti degli antichi quartieri della Grecia e Giudecca. Archeologi, esponenti delle associazioni locali, apprendisti ciceroni e studiosi locali ci accompagneranno in questo speciale itinerario, narrandoci una storia lunga, complessa e coinvolgente. Sarà, inoltre, possibile fare una passeggiata anche a Crichi per ammirare gli antichi palazzi.
Per la Provincia di Vibo Valentia, infine, Tropea. Visite sabato 16, dalle ore 15.30 alle 18, e domenica 17 ottobre, dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.
Scelta dagli Dei come loro dimora, Tropea, detta anche “La Nobile” e Borgo più Bello d’Italia per il 202, si affaccia su una roccia di arenaria, alta circa 70 metri, direttamente a picco su un mare cristallino. Il suo centro storico, dall’antico fascino medioevale, è ricco di vicoli e piazzette; chiese e palazzi nobiliari si susseguono interrotti, a tratti, da scorci e affacci a strapiombo sul mare. E in cima ad una roccia il Santuario di Santa Maria dell’Isola, icona del borgo e dell’intera Calabria.
Passeggiando per vicoli e stradine, i visitatori scopriranno i palazzi nobiliari dai bellissimi portali, l’antica facciata della Cappella di Santa Margherita, la Cappella medievale del Monte di Pietà con i suoi affreschi del ‘400, la Chiesa di san Giuseppe, e ancora la Cappella dei Nobili della Congrega dei Bianchi, i palazzi Fazzari, Gabrielli e l’ex convento della Pietà, infine l’affaccio dalla balconata per ammirare lo splendido panorama dello Stromboli. (rrm)
In copertina, il Monte Reventino, a Platania.