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Con le muse si scoprono i legami tra i dolci natalizi e la storia dell'arte e della linguistica

REGGIO – Con le muse si scoprono i legami tra i dolci natalizi e la storia dell’arte e della linguistica

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 18, nella sala d’arte di Via San Giuseppe 19, è in programma un incontro con una conversazione dedicata al connubio tra la storia delle tipicità dolciarie collegate alle feste ed a vari collegamenti di tipo storico, artistico e linguistico, organizzato dall’Associazione Culturale Le Muse, Laboratorio delle Arti e delle Lettere.

L’evento è il primo degli appuntamenti natalizi del sodalizio.

La tematica trattata sarà appunto Nacatule e Protalia: indagine archeolinguistica sul cibo nella Calabria Greca e vedrà una conversazione con Pasquale Casile, docente – vicepresidente Associazione Magna Grecia Pieve Emanuele, membro CdA Fondazione Calabro Greca ed organizzatore del Bicentenario dei Greci di Calabria.

Insieme a lui altro intervento sarà quello di Bartolo Foti, pasticcere ed esperto dolci della tradizione calabrese. Anche un momento della poesia vernacolare reggina con la presenza di Rossana Rossomando, delegata Muse Poesia e Cultura Dialettale.

Il presidente prof. Giuseppe Livoti ricorda che si è pensato a questo primo incontro, che precede tutte le attività culturali che si terranno fino al 6 gennaio, «utile per immergerci nella storia dei territori, attraverso, dolci della tradizione che in effetti nascondono altri significanti e significati oltre che collegamenti con riferimenti archeologici e con immagini importanti della pittura e dell’arte e della lingua soprattutto nell’area grecanica».

«Proprio per questo non potevamo non indagare – ha spiegato – dal punto di vista pratico e conoscitivo anche con la figura di un pasticcere e noto conoscitore della tradizione, mentre il vernacolo sarà utile a scandire i vari momenti tra tradizione e classicità. Le “nacatole” sono dei dolci tradizionali di origine antica, di forme diverse, che venivano preparate nelle famiglie per ricorrenze varie come matrimoni e battesimi e per le festività più importanti. Si preparavano generalmente una settimana prima di Natale come segno beneaugurale e non possono mancare nel cenone di fine anno».

«Oggi si preparano tutto l’anno – ha proseguito – e si possono trovare nelle pasticcerie e nei panifici. Questo tipico dolce viene consumato e si sposa magnificamente con i classici vini locali da dessert (assimilabili per molti versi ai cantucci col vinsanto). La mattina, invece, a colazione, si associa molto bene con il latte fresco. L’area di produzione è il territorio del comprensorio della Locride e della Piana di Gioia Tauro. Un tempo le nacatole venivano considerate un dono per amici e parenti, da parte dei futuri sposi in occasione del matrimonio».

«Questi dolci rappresentavano quindi – ha concluso – la tradizionale pasticceria calabrese durante le feste nuziali. La loro forma è ellissoidale, caratterizzata da una spirale all’interno, riconducibile alla sagoma di un bambino. Non a caso, la parola calabrese naca proviene dal greco nakè, che significa culla. È quindi un dolce non solo buon augurio per il matrimonio, ma anche come buon auspicio per il concepimento di una nuova vita. Per la stessa ragione, probabilmente, sono entrate a far parte anche della tradizione natalizia locale». (rrc)