Cordoglio e commozione a Reggio, ma anche in tutta la regione, per la scomparsa del prof. Enrico Costa, architetto di chiara fama, professore emerito di urbanistica all’Università Mediterranea. Il prof. Costa è venuto a mancare a Roma, a seguito di complicanze dopo un delicato intervento chirurgico.
«Un intellettuale acuto – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – che ha scelto Reggio per vivere la propria vita perché era innamorato di questa città e di questa regione. Aveva il Mediterraneo negli occhi, nel cuore e nella mente. La sua avventura tunisina, gli anni siracusani, poi la pionieristica esperienza che grazie al suo impegno ha portato alla nascita di Urbanistica a Reggio. Era un socialista convinto, orgoglioso delle sue idee che non ha mai rinnegato. Mi ha insegnato tanto. Mi ha fatto pensare. Ha contribuito a farmi guardare il mondo da un’altra prospettiva. Adesso se ne è andato. La terra gli sia lieve. Mi mancherà molto. Mancherà a tutti noi».
Anche il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà ha espresso i sentimenti di commozione di tutta la città: «Il prof. Enrico Costa – ha detto Falcomatà – ha amato la nostra città come se ne fosse stato figlio. Giunto a Reggio nel 1975, assunse il ruolo di incaricato di Urbanistica presso l’Istituto Universitario Statale di Architettura, retto da Antonio Quistelli e fondato da personaggi del calibro di Luigi Vagnetti e Ludovico Quaroni. L’idea dei fondatori di quella che sarebbe diventata l’Università Mediterranea, era di creare un punto di riferimento culturale e scientifico nel bacino del Mediterraneo. Enrico Costa interpretò pienamente questa missione, forte di un bagaglio culturale poderoso e di un estro di saggista mai ingabbiato nel linguaggio tecnico-accademico. Le sue grandi doti di comunicatore gli consentivano di farsi capire da tutti ed era infatti un apprezzato conferenziere. Le sue competenze svariavano su più campi; letteratura, cinema e musica classico-operistica erano le sue grandi passioni a cui aveva dedicato gran parte della sua produzione saggistica. Convinto assertore dell’essenza umanistica della sua disciplina, riteneva lo studio della città una costante fissa nella storia della civiltà classica. Sviluppò pertanto il concetto di urbanistica come pianificazione, distribuzione edilizia ma soprattutto “costruzione dell’ambiente”. L’architettura per lui non doveva essere intesa come un insieme di tipologie edilizie ma come la summa di un sistema di componenti socio culturali tese a produrre l’organismo-città. L’humus delle sue riflessioni era costituito da simboli e immaginario che vagavano tra mari, isole e porti, città e paesaggi, miti pagani e religiosi, ebrei cristiani e musulmani. Il prof. Costa, morto ieri in una clinica romana dopo una breve malattia, non ha mai fatto mancare la sua voce nel dibattito culturale, sociale e politico di quella che era diventata a tutti gli effetti la sua città e nella quale aveva deciso di rimanere anche quando nel 2016, dopo quarant’anni di docenza, era stato insignito del titolo di professore emerito. Alla moglie Lucia e ai figli Angelica, Leonardo e Lucrezia giunga il profondo cordoglio mio personale e della cittadinanza intera». (rrc)