Nei giorni scorsi, a Reggio, è stata intitolata una via a Elvira Accordino, storica ostetrica del quartiere che in quasi quarant’anni di attività, ha fatto nascere centinaia di concittadini.
La scelta, fortemente voluta dall’amministrazione comunale di concerto con la commissione per la Toponomastica presieduta da Domenico Cappellano, ha inteso valorizzazione la memoria di una figura particolarmente amata e conosciuta da tutti gli abitanti del quartiere, scomparsa nel 1994, ma il cui affettuoso ricordo resta ancora oggi indelebile.
Alla sobria cerimonia di scopertura della targa che identifica ufficialmente la nuova via, hanno preso parte, fra gli altri, l’assessora comunale alla Polizia municipale, Giuggi Palmenta, il presidente della Commissione comunale per la Toponomastica, Domenico Cappellano e il figlio di Elvira Accordino, Santo Quattrone.
«Oggi viviamo un altro piccolo ma significativo momento di ricordo e valorizzazione della memoria di una donna che ha avuto un vissuto personale e professionale molto importante non solo per questo rione ma per l’intera città», ha ricordato l’assessora Palmenta che ha aggiunto: «un lavoro, quello svolto da Elvira Accordino, al servizio della comunità e a favore della vita. Una vera e propria missione che meritava il giusto riconoscimento da parte della comunità cittadina e mi congratulo con la commissione Toponomastica per questa scelta e per tutto il prezioso lavoro di tutela e rilancio dell’identità cittadina che sta portando avanti».
Non sono momenti fini a se stessi, ha poi rimarcato Cappellano, «perché l’identificazione dei luoghi attraverso il ricordo di personalità di rilievo, ha una valenza sociale e culturale molto importante. Ed è fondamentale spaziare in questa attività dagli scrittori, ai poeti, fino alla gente comune, cittadini perbene come la signora Accordino che hanno lasciato un segno positivo nella nostra città».
Visibilmente emozionato Santo Quattrone ha infine ringraziato l’amministrazione comunale «per aver voluto omaggiare mia madre che per tutti noi e per gli abitanti di questo rione, rappresenta una figura storica di riferimento insieme, del resto, a mia nonna che in tempi di guerra faceva lo stesso lavoro. Una bella tradizione di famiglia a cui si legano tante storie e vicende personali e familiari, da sempre condivisa e ricordata con affetto e riconoscenza da tutta la città». (rrc)