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L'incontro "Le palme di Bova tra mito e modernità"

REGGIO – L’incontro “Le palme di Bova tra mito e modernità”

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 18, nella Sala Le Muse dell’Associazione Culturale Le Muse, l’incontro Le palme di Bova tra mito e modernità, organizzato dall’Associazione Culturale Le Muse con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Bova, insieme all’Istituto di Istruzione Superiore Euclide di Bova Marina.

«Un racconto per capitoli – ha dichiarato il presidente Muse, Giuseppe Livoti – poiché di domenica in domenica, gli argomenti di varia umanità prevedono sempre in sede la partecipazione di presenze del mondo istituzionale, facendo diventare le nostre conversazioni occasione di confronto ed arricchimento».

Un itinerario questo che verrà raccontato dal vicesindaco di Bova, Gianfranco Marino che partirà proprio da vive ed antichissime tradizioni popolari presenti nella chòra. Un richiamo annuale dunque alla ricorrenza della festa cristiana delle palme che si perpetua come rito arcaico che trae origine dal mondo remoto della mitologia greca e dei misteri eleusini, ovvero riti religiosi misterici che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi. Quando, nel VII secolo a.C., Eleusi diventò parte dello Stato ateniese, i riti si estesero a tutta la Grecia antica e alle sue colonie, inclusa Bova dove ancora il rito è parte integrante della cultura identitaria.

La festa delle “Pupazze” o delle “Persephoni” prende origine dalla più antica mitologia, poiché il culto di Persephone e di sua madre Demetra era celebrato a Micene. La festa, celebrata la domenica delle Palme, nel periodo della Santa Pasqua, è molto sentita dai bovesi i quali divengono per alcuni giorni creatori di figure di donna intrecciate con elementi naturali denominate “pupazze”. Il rito, importante ed unico per Bova e tutto l’Aspromonte greco, va tutelato per la sua forte carica ritualista, per le sue implicazioni storico-culturali e per la simbologia che custodisce.

Il rito nella tradizione consiste nel portare in processione delle grandi figure femminili  realizzate intrecciando  rami d’ulivo intorno ad un’asse di canna. Al termine di un laborioso procedimento di composizione, le pupazze, differenziabili per dimensioni in madri e figlie, sono “vestite” cioè, abbellite ed adornate con fiori, frutta e primizie e condotte fino alla Chiesa di S. Leo, santo patrono della Chora, dove riceveranno la benedizione. Viene così preso in prestito il famoso poema didascalico latino di genere epico-filosofico, scritto da Tito Lucrezio Caro nel I secolo a.C., scelto perchè è un richiamo alla responsabilità personale, all’incitamento al genere umano affinché prenda coscienza della realtà, nella quale gli uomini sin dalla nascita sono vittime di passioni che non riescono a comprendere. Tutto si basa sulla identificazione del concetto di -natura-, natura che accoglie gli esseri umani, per una attesa compenetrazione,  godendo della piena contemplazione delle leggi naturali. 

La conversazione verrà arricchita dalla presenza e testimonianza con lavori di ricerca e recupero della memoria a cura degli alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore “Euclide” di Bova Marina (componenti della redazione Eclide news) guidati dalla prof.ssa Margherita Festa. I saluti istituzionali saranno del presidente dei comuni dell’Area Calabrigreca Pierpaolo Zavettieri e della dirigente dell’Istituto Euclide Carmela Lucisano. Il Laboratorio di Lettura Interpretativa con Antonella Mariani ed Adele Leanza creeranno un momento suggestivo su brani della tradizione letteraria e poetica calabrese in cui emerge il rapporto identitario “uomo – natura” e della sua  connotazione storica. (rrc)