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Museo Reggio

REGGIO – Notti d’Estate, il dibattito su Miguel De Unamuno

Questa sera, a Reggio, alle 21, nella terrazza del Museo Archeologico di Reggio Calabria, il dibattito sul filofoso Miguel De Unamuno.

L’evento, che rientra nell’ambito de Le Notti d’Estate, organizzate dal MArRC, guidato da Carmelo Malacrino, è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione CalabriaSpagna.

«L’obiettivo è quello di diffondere il pensiero del “poeta” più insigne della cosiddetta “generazione del 98”, precursore novecentesco dell’esistenzialismo cristiano, lungo la linea Pascal-Kierkegaard – hanno spiegato Rosa Fontana e Vincenzo Musolino –. Con il suo “sentimento tragico della vita”, Miguel De Unamuno ribalta il celebre motto panlogista hegeliano in questo modo: “Tutto ciò che è vitale è irrazionale, mentre tutto ciò che è razionale è antivitale”. In tale contesto di irrisolvibile dialettica che sfugge ad ogni facile e appagata conciliazione, solo un cristianesimo “agonico”, cioé sofferto e sempre alla prova, e solo la centralità delle speranze dell’uomo concreto, possono strutturare “senza certezze” la verità intima della modernità e “salvare”, nella fede, l’esistenza scissa e insufficiente dell’individuo».

«Nei primi anni del Secolo Breve – hanno aggiunto – Miguel De Unamuno abbandona le sicurezze del ‘Sistema’ e le illusioni positivistiche, per giungere ad una mistica del fare e dell’impegno morale che ha lo scopo di “meritarsi” l’infinito e di spiritualizzare il presente, di esprimere il divino in uno con la “volontà di credere”, di eternizzare nel Bene la propria vita. Unamuno “filosofo spagnolo” non significa chiusura su uno sterile tradizionalismo nazionalista ma, al contrario, vivificare la specificità di ogni approccio culturale, nell’unità di destino che caratterizza tanto la complessità iberica quanto l’universalismo cristiano».

«Contro l’urlo “viva la muerte!” lanciatogli contro nel 1936 dal generale  falangista Millán Astray – hanno concluso – il Rettore a vita dell’Università di Salamanca, Miguel De Unamuno, oppose il suo: “Potrete vincere, ma non convincere!”, mettendo al centro la libertà, il dialogo, la persuasione nel Diritto come forze delegittimanti ogni potere autoritario. Ed è questa, ancora oggi- concludono- la lezione più importante lasciateci dall’insigne intellettuale». (rrc)