Al Piro Bistrot di Reggio Calabria grande successo per un evento unico, che ha sorpreso gli amanti dei distillati: la masterclass di Roberto Artusio, co-fondatore del Jerry Thomas Project Speakeasy, il primo secret bar italiano per ben sei volte nella classifica dei “50 World Best Bar”, e de La Punta Expendio de Agave.
I secret bar sono Bar concettuale, dove è il dettaglio quello che conta. Una parola d’ordine per poter accedere. Nessun dress code richiesto, ambiente intimo e riservato dove vivere il bar con l’atmosfera di un altro tempo. E soprattutto la voglia di trovarsi, a Roma o a Reggio Calabria come a New York oppure in Messico. Gli speakeasy ed i secret bar stanno divenendo ormai conosciuti ai più.
«La mia passione per il mondo del bar la porto avanti da più di 30 anni ormai – racconta Roberto –. Sono cresciuto nel mondo dei distillati, investendo tutta la mia vita in questo mondo; viaggiando e assaporando culture diverse prima di tornare a Roma ed aprire, con i miei soci, il nostro locale. Sono cresciuto in questo mondo alimentando la mia grande passione facendo ricerca sul campo e andando sempre oltre con la fortuna di scoprire cose nuove e incredibili. La svolta è stata intraprendere una ricerca sul Messico, che è diventata la mia strada. È l’agave che ci trova, non siamo noi che la cerchiamo».
«Ad un certo punto – ha spiegato – ho incontrato un compagno di strada, Cristian Bugiarda, ed abbiamo aperto “La Punta”, diventato poi uno dei bar più conosciuti in Europa e nel mondo. Il Messico è una seconda casa piena di amici che ci aprono porte indescrivibili, che ci fanno scoprire prodotti ancestrali che poi abbiamo la fortuna di mixare con i moderni».
Per capire il fenomeno degli speakeasy, cosa sono e come funzionano, Artusio torna indietro nel tempo: «nel 2010 rientriamo dall’estero e con le esperienze maturate, insieme ai miei soci, abbiamo deciso di azzardare. In poco tempo il nostro locale, da Roma, è conosciuto ovunque. Così come nei bar segreti negli anni del proibizionismo americano, adesso si è alla ricerca di questi angoli segreti di degustazione. Il nostro locale rafforza questa idea, ambiente intimo, senza finestre, che permette di non vedere cosa accade nel mondo esterno e senza la confusione tipica dei bar”, continua a raccontare Roberto. Si vive il senso del tempo e della miscelazione. E poi uno staff internazionale contribuisce ad un successo senza confini».
«Il pubblico? Era affascinato, super attento. Si è creata un’atmosfera fantastica in un ambiente elegante. Staff all’altezza e grande attenzione da parte di tutti. Grazie Calabria», il saluto di Roberto, che fa un parallelismo tra due terre, se vogliamo, molto simili. Messico e Calabria.
Selvagge entrambe con molta natura e per certi aspetti culturalmente vicine dove la cosa che l’ha colpito di più è vedere in tante insenature le stesse agavi che riportano dall’altra parte del mondo. Felicissimi tutti quindi al Piro, primo fra tutti Domenico Bellantonio, gestore, barman, sommelier (per essere precisi “Miglior sommelier Calabria” nel 2017) ma soprattutto un professionista con l’arte innata dell’accoglienza, Laura Saraceno, barlady e occhio sempre attento perché tutto fili liscio al Bistrot così come, e soprattutto, al Piro Piro, lido balneare sul “lungomare più bello d’Italia” che d’estate è punto di riferimento della movida di qualità, e ancora Franco Morabito, punto di riferimento del servizio del Piro Bistrot, “last but not least” lo chef Marco Maltese, punta di diamante del locale, che per l’occasione ha deliziato il palato, in pairing con i drink, con Fagioli di Caria e salsiccia di maialino nero con natchos di mais home made; Burrito con agnello e salsa piccantissima di peperoncino; Fajitas di pollo e peperoni; Tacos con manzo cipolla rossa e pomodoro invernale; Spiedino di manzo e avocado di Catona con salsa bianca. (rrc)