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REGGIO – Un successo l’evento “Ti lascio una dedica: calabresi di successo”

È stato un vero e proprio successo l’evento andato in scena al cortile dell’Associazione Culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria, dal titolo Ti lascio una dedica: calabresi di successo.

«Dopo un periodo di grande negatività – ha esordito il presidente Giuseppe Livoti in apertura dell’evento – dedichiamo questa manifestazione,  alle nostre eccellenze: vogliamo educare al bello, ed entrare nel racconto della positività made in Calabria».

Un inizio particolare con la lettura dell’Inno alla Bellezza di  Charles Baudelaire recitato dalle attrici Emanuela Barbaro e Clara Condello tra fotografie della vecchia Reggio ed alcuni luoghi della memoria, oggi, invasi dalla spazzatura con installazioni d’arte di Francesco Logoteta e Pierfilippo Bucca.

Primo ospite Stefano Costantino, fotografo professionista e fotoreporter, andato via da giovane architetto e lanciato nel mondo dell’immagine internazionale: «Sono nato a Reggio Calabria – ha raccontato Costantino – con la passione della fotografia, lavoravo per la carta stampata locale ma, oggi, la mia vita è cambiata: dal 2017 sono fotoreporter per l’agenzia fotografica internazionale The Mega Agency e dal 2016 aderisco all’Fpa – Fotoreporter Professionisti Associati. Le mie fotografie rappresentano dei veri e propri filoni dice, anche se in particolare seguo, gli eventi in Vaticano».

«Fotografia e narrazione – ha aggiunto – devono essere la stessa cosa, non si deve commentare una immagine, occorre cogliere l’attimo, quell’attimo molto spesso difficile a catalizzare con la macchina fotografica. I personaggi dello spettacolo dopo una certa età rifuggono dallo scatto, mentre i politici sono la categoria più predisposta al potere dell’obiettivo».

Antonio Familiari, farmacista con una lunga esperienza a Milano, reggino di ritorno, ha presentato il progetto Amuà, nato come opera d’ingegno creativo dell’Associazione culturale Amè, essenza, benessere, salute. «Il progetto vuole caratterizzarsi come un’esperienza di “fitoesteceutica applicata”» ha sostenuto.

«Ho sperimentato, così – ha spiegato Antonio Familiari – che dovevamo rinnovare i nostri profumi: ho immaginato, dice Familiari, una fragranza  dedicata agli uomini ed alle donne, l’energia del bergamotto calabrese e della vivacità dell’arancio amaro, stemperate dalla solare luminosità del mandorlo in fiore, una raffinata fioritura di violaciocche e siconi di caprifico meridionale che si fondono con un bouquet incisivo ed armonioso di bacche di ginepro e radice di liquirizia, esaltando l’intensità aromatica dei capolini di finocchio selvatico e  resine di cisto e muschio di quercia. Il profumo è memoria, storia come quella della mia famiglia che è originaria di Pentidattilo e terra da dove provengono gli agrumi che utilizzo».

Rossella Marra, scultrice e ceramista originaria di Campo Calabro ha messo in evidenza le difficoltà evidenti per l’artigianato in Calabria: «sono costretta dopo essermi formata nella mia terra ad andare spesso fuori per promuovermi. L’Umbria e Deruta, in particolare, mi hanno dato la possibilità di confrontarmi su territori altri. E, durante la quarantena, è nata una linea di oggetti d’arte, monili che esaltano la calabresità, forme realizzate con argille, terzi fuochi e patine dai colori caldi e vivi».

Per la Marra, la condivisione al Sud è difficile, quindi si è costretti a verificare mercati e fiere fuori regione, portando all’estero, la nostra vis creativa.

Antonella Postorino, architetto ha presentato l’esperienza del libro a fumetti realizzati dal noto disegnatore Marco Barone  per raccontare i duri momenti della Rivolta Reggina del 1970 con varie testimonianze riunendole nei “Moti di Reggio”. È la narrazione delle sommosse popolari, avvenute tra Luglio 1970 e Febbraio 1971, la lotta per il capoluogo della Regione Calabria a Catanzaro e non a Reggio Calabria. Le giovani generazioni devono conoscere le nostre storie, non importa e non è più utile essere di sinistra o di destra, proprio perché, le appartenenze hanno fatto degenerare Reggio nel tempo. Infine, il messaggio scritto a quattro mani a fine serata dai protagonisti è stato rivolto alla Calabria, terra da amare, rispettare sempre di più per riconsegnarla sempre più bella ai nostri figli.  (rrc)