Si tratta di del «frutto di un avoro di due anni tra l’assessorato alla cultura e i docenti Unical Pietro Pantano ed Eleonora Bilotta», ha spiegato Marta Petrusewicz che ha sottolineato come «sia questo un progetto inusuale in quanto apre al pubblico “laico” le straordinarie frontiere offerte dalle tecnologie 4.0».
L’esposizione prende ispirazione dall’idea di Pantano e Bilotta, che hanno tradotto in prodotti manifatturabili modelli matematici della complessità (essenze di sistemi complessi, appunto). I prototipi sono stati sviluppati all’interno del laboratorio di Psicologia Scienze Cognitive e Modellazione.
«Ad esempio – ha spiegato l’assessora alla cultura – l’osservazione del caos permette di catturare le immagini cosmiche e le tecnologia nuove, tramite anche semplici stampanti in 3D, consentono di trasferire queste immagini sui materiali usuali – metallo, argento, tessuti, creta – e di creare oggetti di una bellezza appunto “cosmica”. Lo stesso procedimento per la “cattura” di immagini scultoree, pittoriche, di oggetti tradizionali – riproducibili in grandi numeri, ma con la variazione di uno o due pixel, su migliaia coinvolti, ogni oggetto così prodotto diventa unico».
Dopo una breve introduzione didattica sul caos e sui sistemi dinamici continui e discreti, la mostra presenta una collezione di gioielli realizzata attraverso modelli caotici, una serie di piastrelle, piatti, tessuti, arazzi e vasi realizzati mediante le moderne tecniche di manifattura 4.0.
«È una straordinaria possibilità – ha proseguito l’assessore – per la ripresa della produzione artigianale con tecniche nuove che coniuga tradizione e innovazione. Infatti, all’apertura della mostra, l’architetto Emilio Leo, titolare e direttore creativo del Lanificio Leo, la più antica fabbrica tessile della Calabria, ha mostrato i prototipi di sciarpe e coperte prodotti con questa nuova tecnologia».
«Non a caso – ha aggiunto – la cerimonia di apertura ha visto la partecipazione dei vertici dell’innovazione scientifica dell’Unical: Riccardo Barberi, direttore del Dipartimento di Fisica, prof. Gianluigi Greco, EurAl fellow e direttore del Dipartimento di Matematica, Luigino Filice, docente di tecnologie e sistemi di lavorazione Unical, nonché il rettore emerito Gino Mirocle Crisci».
La mostra può essere fruita anche in digitale, attraverso la scansione del QR code che riporta al catalogo virtuale insieme a video, immagini e copertine di riviste scientifiche sui sistemi complessi e il caos.
La mostra si lega al progetto “armonicamente 4.0” sul cui sito sarà possibile fruire digitalmente delle opere a partire dal 11 novembre, dopo la chiusura della mostra.
«L’idea – ha affermato Petrusewicz – è quella di aprire l’iniziativa al mondo industriale, con l’idea di creare un forum di condivisione di idee ed esperienze tra l’accademia e l’industria. Quest’anno, l’evento è stato organizzato dall’Università della Calabria e dal Cluster Nazionale del Made in Italy per favorire il confronto tra Accademia, Imprese e altri Attori su una serie di temi d’interesse per il Made in Italy. Da qui il progetto in mostra al Museo del Presente la cui direzione generale è a cura di Eleonora Bilotta, Pietro Pantano, Francesca Bertacchini e Roberto Sottile, con la direzione organizzativa di Carmelo Scuro e Francesco Demarco».
Cinque le sezioni: gioielli, lane, ceramiche, tessuti e arazzi, vasi.
I gioielli derivano da sistemi dinamici continui (come gli attrattori di Chua, Lorentz, Chen, ecc.. ) e da algoritmi cognitivi che generano strutture dette Anti-Pitagoriche proprio perché utilizzano proporzioni numeriche molto alte, al contrario dei rapporti pitagorici sull’armonia che prediligono relazioni tra grandezze molto basse.
Una parte considerevole dei gioielli è stata dedicata alla riproduzione di icone classiche della cultura calabrese come il drago a sette teste, riportato nel Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore, o la Persefone, statua fittile attualmente residente nel museo Altes di Berlino, trafugata a Locri. Gli orafi che hanno aiutato nello sviluppo di questi prototipi sono le imprese Sole Oro di Cosenza e Chriseora Gioielli di Grisolia Lido (CS).
Le lane sono state realizzate dal Lanificio Leo di Soveria Mannelli (CZ). I modelli raffigurati sono sviluppi spazio-temporali di Automi Cellulari, particolari sistemi dinamici che si evolvono, trasportando informazione attraverso una serie di regole. L’impredicibilità di tali sistemi permette, variando i dati iniziali, di ottenere pattern sempre diversi.
Le lane realizzate riproducono pattern semplici, complessi e caotici. Di particolare rilevanza un modello di tali sistemi detto solitone che passa da pattern semplici a pattern complessi a pattern caotici. Uno di questi modelli è stato pubblicato sulla copertina della rivista scientifica “Complexity”.
Per le ceramiche sono state sfruttate le tassellazioni tradizionali come i modelli di Penrose, Cosmateschi, Arabi e Medioevali sono stati realizzate piastrelle che innovano tali sistemi. Anche i piatti in ceramica riportano gli stessi modelli e il sistema di ricoprimento del cerchio di Poincaré. Questo ha permesso di creare, partendo da texture elementari, dei pattern di grande complessità. Hanno collaborato allo sviluppo di tali prototipi in ceramica le ditte CarPier di Bergamo e Ceramiche Scuro di Bisignano (CS).
Il pattern del caos è il tema della sezione di tessuti e arazzi che sono stati stampati su diversi tipi di tessuti per rappresentare la complessità dei sistemi che creano tale fenomeno.
Le sete, i velluti e altri tipi di materiali rappresentano, con l’uso di texture colorate, strutture interne (3D) di sistemi caotici che creano motivi frattali, tipica manifestazione del caos. Tali pattern sono rilevanti dal punto di vista artistico in quanto simili alla produzione di J. Pollock, un pittore australiano sui cui quadri sono state ritrovate strutture frattali.
I tessuti sono stati stampati dalla ditta Gesta srl di Varese. Altri tessuti riportano i pattern di Automi Cellulari che, tra gli altri modelli, manifestano una specifica struttura frattale detta Triangolo di Sierpiński. Inoltre, tali strutture sono state anche filate per realizzare manufatti tipo runner, cuscini e arazzi dalle ditte Tessitura Calabrese di Bari e Arte Tessile di Busto Arsizio (Mi).
I vasi provengono dagli stessi algoritmi cognitivi che creano le Anti-Pitagoriche. Modificando i parametri di tali sistemi sii realizzano diverse strutture stampabili con le tecniche di manifattura additiva e con diversi tipi di materiali che permettono di realizzare oggetti di design sofisticati e innovativi.
«È importante che questi temi e questi manufatti vengano presentati alle studentesse e agli studenti degli istituti superiori, e anche delle scuole medie. Consapevoli di presentare il futuro già prossimo, i docenti coinvolti hanno offerto la loro disponibilità agli incontri con le scuole», ha concluso l’assessora Petrusewicz. (rcs)